Lo stile di questa rubrica è da sempre parlare di temi politici, storici e culturali, partendo da quella che viene considerata cultura popolare, musica, cinema, serie tv, fumetti, l’unico tema di cui non ho mai parlato è il calcio, forse l’argomento popolare per Antonomasia (e per altri 60 milioni di italiani). Il Motivo è che non ne so assolutamente nulla, non mi ha mai appassionato, non ho una squadra del cuore, una simpatia per il Verona, dovuta più a scelte “musicali” che calcistiche. Ma quando si tratta di competizioni internazionali, mi ritrovo comunque a tifare per la ns. bandiera, per scopi meramente patriottici.
Come tutti gli Italiani Domenica sera ho rinnovato il rito dell’italiano medio, in mutande sul divano, con una pizza congelata ed una cassa di birre, pronto, a tifare per una squadra di cui non sapevo nulla. Gli avversari erano 2, calcisticamente parlando la nazionale Inglese, politicamente, un “politically correct” imposto con minacce e ricatti. Il risultato sportivo, lo conoscete già, una sofferta vittoria della nostra nazionale sulla perfida Albione, politicamente una sconfitta.
Gli Europei di calcio 2020 saranno ricordati anche per la campagna mondiale contro il razzismo nello sport, esternato con il gesto di Black Lives di inginocchiarsi per chiedere simbolicamente scusa per il razzismo Ha iniziato proprio l’Inghilterra, che da un anno ha aderito alla campagna, probabilmente memore dei suoi trascorsi coloniali. Nella partita di esordio contro la Croazia, prima del fischio d’inizio i giocatori della Nazionale inglese hanno posato il ginocchio a terra, i calciatori della Nazionale croata sono rimasti in piedi, la federazione croata attraverso una nota, ha infatti reso noto che alla nazionale di Zlatko Dalic, non sarebbe stato imposto di inginocchiarsi: “Rispettiamo il diritto di qualsiasi persona o ente a scegliere in quale circostanza e in che modo prendere posizione contro il razzismo e altre forme di discriminazione. Ma pensiamo anche che ogni singolo giocatore abbia il diritto di avere una propria opinione, e quindi sia libero di decidere di aderire o meno”.
Il tema solo apparentemente marginale viene discusso animatamente anche negli spogliatoi della nostra nazionale, la maggioranza era contro l’inginocchiarsi, la politica ed i media hanno fatto pressioni per il raggiungimento di una scelta unitaria, scelta che sarebbe sicuramente piaciuta a Ponzio Pilato, l’Italia non si inginocchierà di sua spontanea volontà, ma se lo faranno gli altri aderirà. Ad influire su questa scelta anche gli assurdi attacchi di alcuni organi di stampa europei. Ai primi di Giugno, quando sui social apparvero le prime foto degli Azzurri, sulla stampa e sui social soprattutto francesi si ebbe un duro attacco alla nostra nazionale dovuto ad un fatto, ritenuto scandaloso, tra i ventisei convocati non c’era neppure un giocatore di colore. I social si infiammano questi alcuni commenti: “Una squadra tutta di bianchi? E’ la squadra del Ku Klux Clan”, “Zero neri, è pazzesco”, “Schiaffo razzista”, “Mussolini sarebbe orgoglioso”, alle offese francesi si sono contrapposero le repliche dei tifosi italiani: “Quando altre nazioni non considerano nessun bianco, non li chiamiamo razzisti”, ” quando una squadra africana è tutta nera, nessuno grida al razzismo”, e qualcuno cala l’asso dell’ironia: “I francesi ci attaccano perché i convocati di Mancini per gli Europei sono tutti bianchi, appena si accorgono che non c’è neanche una donna è la fine”. L’inginocchiamento dei nostri giocatori di fronte alla nazionale inglese, è stata un’immagine, che mi ha ferito ben più del gol subito dopo pochi minuti, anche perchè è stato un gesto completamente inutile, per il “politicamente corretto” restiamo comunque i razzisti. Il fallo tattico commesso da Giorgio Chiellini su Bukayo Saka al 96° (lo ha afferrato per il colletto della maglia e lo ha messo a sedere, azione che è costata al nostro difensore un cartellino giallo da parte dell’arbitro), ha fatto gridare allo scandalo, al punto che in Inghilterra hanno avviato una petizione perché la finale si rigiochi. Il razzismo è una concezione fondata sul presupposto che esistano popoli biologicamente o storicamente superiori ad altri, fuori e dentro lo stadio di Wembley si sono visti realmente episodi “razzisti”, dal video dei tifosi inglesi che calpestano la bandiera italiana, (con al collo il vessillo di San Giorgio, bandiera anch’essa italiana presa in affitto nel 1190 da Genova), ai fischi durante il nostro inno nazionale, dal mancato riconoscimento della sconfitta, palesato con il gesto di togliersi dal collo la medaglia del secondo posto, all’abbandono dello stadio prima della premiazione, alla totale mancanza di rispetto verso il presidente Mattarella, di cui si può pensare tutto il male possibile, ma che in quel momento rappresentava lo stato Italiano totalmente ignorato dall’apparato statale inglese.
Nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre 1941, sei uomini della Xª Flottiglia MAS della Regia Marina al comando di Junio Valerio Borghese a bordo di tre mezzi d’assalto subacquei denominati colloquialmente “maiali” penetrarono nel porto di Alessandria d’Egitto tagliarono le reti, ed affondarono con testate esplosive due navi da battaglia britanniche Queen Elizabeth e Valiant. Alla fine della partita Matteo Pessina viene immortalato con un paio di forbici in mano intento a tagliare la rete della porta di Wembley.
I giornali Italiani sono pieni di titoloni che inneggiano ai nostri “eroi”, giusto festeggiare, ma ridiamo il senso alle parole, Eroe è una persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s’impone all’ammirazione di tutti, se gli uomini di Borghese lo sono stati, i nostri calciatori no, sono stati degli ottimi professionisti, ma non hanno avuto nemmeno il coraggio come i giocatori Croati di restare in piedi, in mezzo alle rovine di una nazione sbeffeggiata dai sudditi della Regina, fra le tante foto che circolano sui social, una mi ha colpito particolarmente, lo striscione di alcuni tifosi partenopei, “Di Regina conosco solo i Rotoloni”.