RECENSIONI: Juan Domingo Perón – di Luca Lezzi


 

RECENSIONI: Juan Domingo Perón – di Luca Lezzi

Titolo: Juan Domingo Perón

Autore: Luca Lezzi

Edizione: Fergen, Roma 2020

Pagine: 112

Quest’agile libretto si aggiunge agli altri testi della collana “Profili”, diretta da Gennaro Malgieri, dedicati a tratteggiare diverse figure, sia italiane che straniere, di orientamento conservatore (es. Scruton, Salandra) o nazionalista (es. Corridoni, Carli), e si propone di fornire al pubblico italiano una presentazione generale della figura del Presidente argentino Juan Domingo Perón.

È corredato da una prefazione di Mario Bozzi Sentieri, che si limita ad anticipare sommariamente i temi trattati nell’opera. In appendice, troviamo Le 20 verità del justicialismo peronista, enunciate il 17 ottobre 1950, e una succinta bio-bibliografia di Perón.

Il corpo dell’opera si articola su sei capitoli. Nei primi tre, si traccia la parabola politica di Perón: la conquista del potere; il primo mandato presidenziale; il secondo mandato, con l’esilio e il ritorno finale alla Presidenza. Negli altri, si sviluppano alcuni temi specifici: il rapporto con la moglie Evita, vera e propria anima del peronismo popolare; la dottrina giustizialista, in particolare in rapporto con i fascismi europei e con gli altri Paesi latinoamericani; il superamento delle ideologie da parte peronista, in particolare, relativamente ai rapporti tra Perón e Guevara, e all’influenza sui populismi contemporanei (come quelli dei Kirchner e di Chávez).

Questo libro soffre palesemente le restrizioni di spazio, dal momento che, pur trattando in maniera adeguata alcuni temi, è costretto a glissare su altri, tacendo quindi anche alcuni aspetti importanti del peronismo argentino. Ad esempio, nonostante il ruolo cruciale che il conflitto con la Chiesa Cattolica ebbe nel preparare il colpo di stato del 1955, Lezzi non parla del rapporto tra Perón e il cattolicesimo, pur considerando l’importanza che ebbe il nazional-cattolicesimo in Argentina in quegli anni.

La scelta dell’Autore pare essere quella di concentrarsi sul primo peronismo, quello degli anni ‘40, a cui è dedicata una parte importante dell’opera. Restano invece sacrificati gli sviluppi successivi, che ebbero luogo durante l’esilio ed influirono in maniera decisiva sulla terza e ultima Presidenza di Perón, e sui tragici accadimenti che la segnarono. Infatti, eventi come il massacro di Ezeiza o il controverso sequestro del generale Aramburu non sono nemmeno menzionati, nonostante la necessità di tenere insieme le diverse anime del peronismo fosse un problema fondamentale per l’ultimo Perón. Fu, infatti, la frattura tra peronisti di destra, di centro e di sinistra a rendere inefficace il ritorno al potere del peronismo e spianare la strada alla dittatura militare. Naturalmente, si comprende che non fosse questo il luogo per un’analisi dettagliata di questo tema, tuttavia esso vi è a malapena accennato.

Un’altra “mancanza” è, laddove si parla di Cristina Kirchner e di Hugo Chávez come eredi ideali di Perón, l’assenza di ogni riferimento ad un altro personaggio contemporaneo  argentino che affonda le sue radici nel peronismo, ossia Papa Francesco, come evidenziato anche da Zanatta, autore più volte citato in corso d’opera.

Ad ogni modo, nonostante queste lacune, in parte giustificate probabilmente dalle esigenze editoriali, il testo riesce comunque nell’intento di spiegare la figura di Perón al pubblico italiano, mostrando in particolare le tappe della sua affermazione e i contenuti politici che il giustizialismo peronista ha portato avanti, marcando indelebilmente la storia dell’Argentina e di tutta l’America Latina.

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