Credito sociale e “Green Pass”
Mentre in Cina sperimentano il Credito Sociale, in Italia fanno le prove generali con il “lasciapassare verde”.
Cos’è il Credito Sociale? È un selvaggio strumento di controllo e schiavitù dei popoli realizzato attraverso un enorme strumento informatico che deve vagliare le attività dei singoli, sempre più individui e sempre meno persone, in tutte le loro manifestazioni: siti visitati, tempo passato con i giochi elettronici, compere effettuate, situazione patrimoniale e quella lavorativa, multe ricevute, processi subiti, condanne, denunce….
Insomma una vera e propria schedatura telematica. Dove il sistema telematico non è al servizio dell’uomo, ma ne è il controllore ed il limitatore dei diritti e delle libertà.
Nei primi esperimenti, effettuati su territori limitati, ad ogni cittadino viene dato il punteggio che determina la distinzione fra cittadini buoni e cittadini cattivi con diverse sfumature a seconda del punteggio. Tutti questi calcoli, gestiti in autonomia dalle macchine (in questo caso mega computer), determinano l’integrità ed il livello di credibilità delle persone.
In base a queste valutazioni la macchina stessa determina chi può prendere l’aereo e chi no, chi può viaggiare e chi no, il livello e la qualità delle scuole che i figli possono frequentare, se si può affittare una camera d’albergo o meno, la possibilità di avere una carta di credito e addirittura può decretare l’impossibilità di avere un posto di lavoro.
In questo modo, non solo si viola in modo sistematico la vita privata delle persone, non solo le si rendono completamente dipendenti dalle macchine ma addirittura si avvia un processo irreversibile di controllo profondo che rappresenta la schiavitù di questo nuovo millennio. L’osservatorio dei diritti umani ha definito tutto questo disumano.
Il “lasciapassare verde” invece è solo un più modesto tentativo, per abituare le popolazioni europee, meno disponibili alla schiavitù di quelle cinesi, a quello che ci stanno costruendo addosso.
Certo, anche questo lasciapassare impedisce, sin da subito, a chi non lo possiede, di viaggiare, di andare al ristorante, al cinema, alle manifestazioni al chiuso, a scuola, all’università ecc., ma non crea ancora una graduazione sociale e soprattutto non crea dipendenza dalle macchine. Al contempo, però, crea una forte discriminazione sociale fra le due categorie: i possessori e i non possessori del lasciapassare.
Se poi aggiungiamo che tutti i “media”, giornali, radio e televisioni (tranne qualche piccola eccezione), danno spazio ai fomentatori di odio nei confronti di chi non possiede il “lascia passare” al punto che riportano frasi ed interviste, di giornalisti, medici, infermieri e di sedicenti politici nostrani, che sono dei veri e propri insulti e minacce, ci rendiamo conto della gravità della situazione.
Probabilmente tutto questo livore dipende o dalle paure di questi mezzi uomini e mezze donne o dall’invidia di non aver avuto la forza di resistere come altri, ed ora, che iniziano a rendersi conto della scarsa efficacia del sedicente vaccino, iniziano a sputare veleno contro chi ha saputo aspettare.
Questa situazione però è generata dalla gestione in malafede di un problema autentico: la diffusione di una pandemia partita, guarda caso, proprio da un laboratorio cinese.
Che coincidenza!!!
Brutti tempi ci attendono; ma noi tutti, vaccinati e non, dovremo sottrarci alle subdole manovre di chi ci vuole dividere, in tribù contrapposte, per portarci ad un sempre più stretto controllo e ad una graduale limitazione della nostra autonomia e della vita privata.
Non diventiamo i guardiani dei nostri vicini e dei nostri amici, come avviene nei regimi totalitari (ne abbiamo avuti svariati esempi durante le folli chiusure epidemiche), ma solidarizziamo per la tutela autentica della nostra vita, del nostro lavoro, delle nostre famiglie.
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