Trieste 2021 – Rosso Istria

 

Trieste 2021 – Rosso Istria

2018, Maximiliano H. Bruno produce e dirige il film “Red Land (Rosso Istria)”, ambientato in Istria dopo l’8 settembre 1943 e la firma da parte dell’Italia dell’armistizio separato con gli angloamericani. Il titolo del film fa riferimento al colore delle terre dell’Istria e del Carso triestino, colorazione dovuta alla presenza in queste terre, di sporogelite, quarzo, tormalina, corindone, zircone, apatite, pirite, ecc., questo ci dice la chimica, per chi ha una visione del mondo meno materialista, il colore di quelle terre, è il colore, del sangue di un popolo che più di ogni altro ha pagato il proprio desiderio di italianità.

Nel 1914 alla vigilia della prima guerra mondiale, un giovane Triestino, saggista e scrittore, Ruggero Timeus pubblicò a Roma il saggio “Trieste”, suo testamento spirituale, dove sviluppò concetti abbozzati su suoi articoli pubblicati su “La voce” e, su “L’Idea Nazionale”. Morirà ventitreenne l’anno successivo sul fronte Carnico, inquadrato con il grado di Tenente dell’8° Reggimento Alpini. Il 30 aprile 1945 quando ormai le sorti del secondo conflitto mondiale erano segnate, brigate di partigiani jugoslavi, con l’appoggio del Partito Comunista Italiano, occuparono la città di Trieste. Gli jugoslavi prelevarono dalle proprie case centinaia di cittadini, sospettati di non nutrire particolari simpatie nei confronti dell’ideologia comunista, fra questi, carabinieri, impiegati pubblici, chiunque fosse sospettato di collusione con il Fascismo, ma anche i cosiddetti partigiani bianchi e perfino comunisti italiani, che si opponevano all’annessione di Trieste alla Jugoslavia, persone fatte sparire nelle foibe.

Invano i triestini sollecitarono l’intervento degli alleati, il territorio triestino, fu smembrato. Furono create una zona A, affidata all’amministrazione alleata, ed una zona B, affidata all’amministrazione militare titina. Trieste tornerà Italiana solo il 5 ottobre 1954, quando con il memorandum di Londra, la zona A con la città di Trieste e il suo porto passarono dall’amministrazione militare alleata a quella civile italiana, mentre la zona B passò dall’amministrazione militare a quella civile jugoslava. Il 4 novembre 1954, durante le celebrazioni della Giornata dell’Unità Nazionale il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi si recò nella città giuliana e pronunciò un breve discorso: «…Voi triestini, per giungere alla meta, avete discusso clausola per clausola, parola per parola, (..) Consentitemi di congratularmi con voi per aver dato prova di coraggio, (..) siete benemeriti della patria italiana.”»

67 anni dopo, sempre da Trieste un popolo indomito, si presta a discutere clausola per clausola, una trattativa con un nuovo governo di occupazione, quello liberista-sanitario guidato dall’affamatore del popolo greco Mario Draghi. I portuali del porto di Trieste, il porto merci più importante del sud Europa, hanno deciso di sfidare governo e sindacati, con uno sciopero ad oltranza contro l’obbligo dei Green Pass per i lavoratori. Per scongiurare il blocco del porto il ministero dell’interno in data 11 ottobre arriverà a garantire ai portuali la gratuità dei tamponi, ma loro rifiutano. Al varco 4 del molo VII, un “sit in” pacifico, di centinaia di lavoratori, sfidava “ghandianamente” le forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Lunedì 18 su ordine del governo e il tacito consenso dei sindacati, il prefetto darà ordine di caricare i manifestanti con getti d’acqua e manganelli, decine i feriti, fra cui una diciassettenne ed una donna in stato interessante. La foto di Stefano Puzzer il portavoce dei portuali, seduto, con in faccia il getto degli idranti, fra il vapore ed in fumo dei lacrimogeni, farà il giro del mondo. Si allarga sempre più, il solco tra l’Italia governata da un regime emergenzialista ed il resto del mondo. Mondo che ha assistito con stupore all’incomprensibile ricatto del lasciapassare vaccinale, in controtendenza con l’abolizione di ogni misura d’emergenza in quasi tutti gli altri paesi, ed ora assiste impotente alla repressione poliziesca e all’ uso propagandistico dei media.  Nello stesse ore il successore di Luigi Einaudi, Sergio Mattarella, parla all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pisa: “Sorprende e addolora che proprio adesso che vediamo una ripresa incoraggiante, esplodano iniziative (..) a volere ostacolare la ripresa del Paese, (..) fiducia nel futuro, disponibilità al cambiamento. Le coordinate da seguire sono queste. Gli scogli da evitare sono invece la fuga nel passato, la deriva antiscientifica.” Manifestare il proprio dissenso contro la deriva totalitaria di un governo che ha fatto della “sciiienza”, l’alibi per limitare libertà costituzionali, secondo il presidente della repubblica delle banane, ostacolerebbe la ripresa. Dopo le immagini di inaudita violenza, i portuali di altri importanti scali hanno deciso di unirsi allo sciopero, Genova, Ancona, Gioia Tauro, persino Livorno, in queste ore i lavoratori portuali di Ravenna hanno annunciato una manifestazione all’interno del porto in solidarietà ai compagni Triestini, supportato dai lavoratori di Enichem, Eni, Marcegaglia, Unieuro, Polynt e dai Vigili del Fuoco della città di Ravenna.

Anche dalla politica nostrana arrivano i primi distinguo: Giorgia Meloni: “Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, nulla ha fatto per impedire l’assalto alla sede della Cgil, nulla fa per fermare l’immigrazione illegale e combattere le zone franche dello spaccio e della criminalità, che nulla fa contro le occupazioni abusive di case e palazzi privati, tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro”.

Alessandro Di Battista: Il green pass per i lavoratori, misura inesistente nel resto d’Europa, oltretutto imposta nonostante la campagna vaccinale stia andando bene è stata una forzatura che ha buttato benzina sul fuoco. Il fuoco si chiama sofferenza, squilibri sociali, povertà, aumento delle bollette, (..) abbiamo vissuto 2 anni molto complicati. Serviva intelligenza, ascolto, pacificazione. Invece sono arrivati i lacrimogeni e i manganelli. E lavoratori che manifestano pacificamente sono trattati da criminali”.

Matteo Salvini se la prende direttamente con il ministro Lamorgese: “La settimana scorsa si permette (..) mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?”.

Migliaia di liberi cittadini da tutta Italia si stanno spostando verso le città portuali. Da Trieste, e solo da quelle terre che ho imparato a conoscere ed amare durante il servizio militare (svolto nella caserma Guido Brunner di Opicina), poteva partire una “vera” rivolta popolare. Onore agli uomini ed alle donne di questa splendida città. Scriveva Timeus nel 1914, ” Nell’Istria la lotta è una fatalità”.

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