Questione di copyright

 

Questione di copyright

30 ottobre, nonostante la delegittimazione e le violente cariche della polizia, il popolo “No green pass”, era di nuovo nelle piazze italiane, per manifestare il proprio dissenso alle leggi liberticide imposte dal governo. I media, descrivono i dimostranti, con epiteti tornati stranamente di moda, ed ecco che le piazze diventano piazze “Fasciste” se non addirittura Naziste. Per contrapposizione i dimostranti accusano le leggi del governo di essere leggi Fasciste, paragonando Draghi ad Hilter e/o Mussolini. A Novara una parte dei manifestanti con pettorine che ricordavano le tute a righe dei deportati di Auschwitz, hanno sfilato sotto i palazzi del Comune, della provincia e della Prefettura legati ad una corda a rappresentare il filo spinato. Di contro il governo accusa la piazza di infiltrazioni neonaziste, nella manifestazione delle scorse settimane a Milano, si è dato risalto alla presenza fra i dimostranti, oltre all’ex brigatista rosso Paolo Maurizio Ferrari e di uno sparuto gruppo di militanti di Do.Ra., la “Comunità dei dodici Raggi”, che ha fatto etichettare una manifestazione con oltre 10.000 partecipanti come una manifestazione “di chiaro stampo fascista”. Maurizio Ferrari, esibiva un cartello con su scritto, “Ora e sempre Resistenza”, che ha fatto urlare allo scandalo i detentori del copyright, l’ANPI, ci tiene a far sapere tramite un comunicato che: “la Resistenza italiana non ha nulla a che fare con le proteste di chi si oppone ai vaccini e al green pass”.

La comunità Ebraica, si schiera con chi detiene il potere, (o viceversa), Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei, unione delle comunità ebraiche italiane, dichiara all’ansa: “Davanti a farneticazioni come quelle di Novara non è possibile invocare la libertà d’espressione.”. Sul caso è interviene il ministro della Salute Roberto Speranza, “Ho visto immagini nelle ultime ore che mi hanno scioccato”, a ruota arriva l’Anpi che condanna la manifestazione con un tweet. Il senatore Pd, Andrea Marcucci taccia i manifestanti di essere “folli scriteriati (..) mi fanno pena e chiedo scusa per chi ha patito l’inaudita violenza nazifascista”. Il sindaco di Novara Alessandro Canelli accusa i manifestanti di “Violenza psicologica” da considerare legalmente “esattamente come la violenza fisica”. Il neo rieletto sindaco di centro destra della città di Trieste, Dipiazza li definisce “Disertori” e francescanamente afferma: “Spingeremo perché sia stabilito che il peso di eventuali nuove restrizioni gravi solo su coloro che non sono vaccinati, perché sono dei disertori, (..) questa è una guerra, in guerra (chi diserta) viene messo al muro e fucilato.”.

Se dopo i fatti di Roma, i sindacati, che hanno favorito, se non addirittura richiesto azioni repressive  contro i lavoratori portuali, hanno pensato bene di organizzare una marcia antifascista, in risposta ai “fatti di Novara” la comunità Ebraica, ha organizzato per il 2 novembre a Milano un presidio davanti al memoriale della Shoah di piazza Safra, contro la “Strumentalizzazione della Shoah”, a cui hanno partecipato anche i volontari di Sant’Egidio, militanti del Pd, Ampi e istituzioni milanesi.  Spiega il presidente uscente della Comunità ebraica milanese, Milo Hasbani: “abbiamo deciso di fare questo presidio silenzioso per sensibilizzare la cittadinanza su quel che sta succedendo, (..) non è più accettabile vederli sfilare innalzando cartelli o altri simboli che fanno riferimento alla Shoah”. Per la segretaria metropolitana del Partito Democratico di Milano Silvia Roggiani: “Serve una presa di coscienza da parte di tutte e tutti noi, perché quanto è successo non può essere condannato solo a parole, servono gesti e mobilitazioni collettive per sensibilizzare il rispetto alla Memoria, che va custodita e tramandata come una valore di democrazia e libertà”. Il potere dei più buoni cantava un rimpianto Giorgio Gaber.

Il 4 giugno scorso in una data storicamente significativa (Il 4 giugno 1944 Roma fu “liberata” da parte degli americani), Noemi Di Segni, aveva accompagnato L’ambasciatore Ronald S. Lauder, presidente del World Jewish Congress (Congresso Ebraico Mondiale) ad un incontro con il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, La discussione si era concentrata sulla necessità di adottare la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance, con l’inasprimento dei reati penali per i crimini di odio, sulla radicalizzazione dell’estrema destra e sulle posizioni pro-palestinesi dei gruppi politici di sinistra.  Il 30 settembre al memoriale della Shoah a Milano, Draghi aveva parlato dell’uso politico dell’odio e de: “la sospensione e soppressione dei diritti politici e civili”, subita dagli ebrei, guarda caso le stesse accuse rivoltegli dalle centinaia di piazze, no green pass. In Israele una delle poche nazioni oltre all’Italia dove vige l’obbligo del green pass, è stato annunciato l’annullamento della carta verde (e quindi dei diritti civili) per chi non si sottoporrà alla terza dose di vaccino.

Rabby Weiss, portavoce del gruppo religioso ebraico ortodosso Neturei Karta, in un’intervista alla televisione iraniana, ha affermato che: «i sionisti utilizzano la questione dell’Olocausto per ottenerne benefici (..) ci sono centinaia di migliaia di ebrei nel mondo che pensano che il sionismo non sia uguale all’ebraismo, ma solo un’agenda politica». Paragonare le misure restrittive del governo al nazismo, è sicuramente un errore storico, casomai va equiparato alle limitazioni dei diritti civili subite del popolo Palestinese. Resistenza e Shoah, sono marchi registrati, per Draghi e la sua consorteria, chi osa appropriarsene senza pagare le “Royalties”, è alternativamente nazista, antisemita, fascista, comunista, disertore, un “Folle scriteriato”, un “antiliberista”, e quindi il nemico per cui non sia più possibile “invocare la libertà d’espressione”, come richiesto dalla presidente dell’unione delle comunità ebraiche italiane.

 

Immagine: https://firenze.repubblica.it/

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