Rivendicare il diritto a galleggiare non ti servirà dall’annegare
La sociologia storica e la filosofia del ‘900 hanno avuto parecchie intuizioni. Una di queste è che un’idea collettiva sorga e si diffonda quando una larga parte della popolazione si trovi a condividere il nucleo problematico dal quale emerge. Alfred Sohn-Rethel chiamava tutto ciò “deduzione sociale delle categorie”.
L’esempio che Sohn-Rethel utilizzava era quello del concetto di “essenza”. Per Sohn-Rethel il concetto di essenza si era fatto strada mano nella mano con la diffusione del denaro. Questo perchè, affermava, chi maneggiava il denaro prima si chiedeva quale fosse il suo valore intrinseco, e si rispondeva intuendo l’esistenza di una “essenza di valore” indipendente dalle caratteristiche dell’oggetto. Nel denaro vi doveva essere una “essenza” staccata dalla sua utilità, che esso condivideva potenzialmente con ogni cosa questo potesse acquistare.
L’idea ovviamente di “essenza” ha paternità molto diverse e questa attitudine al materialismo deduttivo non trova più (comprensibilmente) molta corda. Però se in qualcosa Sohn-Rethel ha ancora ragione è che solo quando una larga parte della popolazione quotidianizza un problema esso può addivenire ad un livello successivo di filosofia.
Una cosa molto simile, ma ad un livello più basso di complessità, è arrivata col movimento Child-Free. Il quale non fa altro che indicizzare, “dedurre socialmente”, una realtà concreta e fuori dai desiderata individuali, e cioè che la strategia riproduttiva collettiva occidentale, basata sulla qualità, aveva sollevato una quantità di persone relativamente ampia dal naturale ruolo di genitori in potenza.
Essi, i childfree, non si limitavano a non fare figli: cosa sempre accaduta. Essi rivendicavano (e oggi ancor di più) la propria come uuna scelta in primo luogo rispettabile, ma anche più etica adducendo una serie di ragioni che, personalmente, trovo risibili, macchè meritano attenzione.
Il movimento Childfree non ha fatto altro che “dedurre socialmente” il passaggio di epoca, ovviamente sempre con almeno due decenni di ritardo, giacchè la mente, anche se collettiva, patisce un certo ritardo. Siccome il modello di sviluppo occidentale si era convinto di poter fare a meno di una quota sostanziale di potenziali riproduttori ALLORA il movimento Childfree aveva dedotto l’esistenza di una dignità di tale condizione. Un po’ come i diritti degli studenti sorsero quando gli studenti divennero una base sociale ed economica importante, o come si diffuse il concetto di “libertà sessuale” quando una grande quantità di donne si era già resa economicamente indispensabile grazie allo sviluppo tecnico ed economico.
Il problema è che la filosofia alla base del Childfree Movement è una bugia: non possiamo rivendicare il diritto a non fare figli. Il che è diverso dal diritto di ciascuno di non voler essere genitore: come è ragionevole certamente scegliere di non lavorare e campare di espedienti tutta la vita, ma è folle propagandarlo come sistema di società.
La quota di lavoro che verrà mangiata, dissolta o resa obsoleta dalle macchine non coprirà la spesa intrinseca di una società vecchia. Una società vecchia peraltro alla quale si richiede, implicitamente, di non esserlo. Se prima infatti la modalità di trasmissione delle conoscenze era rodata in un sistema che prevedeva una gioventù tecnicamente innovativa che rimpiazzava a tappe fisse i più anziani, facendo scorrere come in un tapis roulant l’adeguamento tecnico, adesso la mancanza di rincalzi rischia di inceppare questo meccanismo, o, meglio, di ingolfarlo. E allora ci si balocca con concetti truffaldini come il “Lifelong learning” facendo finta che non esista una oggettiva e sinaptica difficoltà di chi ha più di 40 anni ad imparare cose nuove.
Ne emerge quindi un quadro contraddittorio. La società occidentale ha bisogno di figli, anche solo considerando gli elementi immediatamente socioeconomici, ma produce al contrario ideologie ad esso contrarie – oltre a scoraggiare attivamente dietro la patina della libertà ogni impegno sociale, precondizione a divenire genitori. Il mondo della tecnica che ci stiamo preparando si basa su basi concluse. Siamo così sicuri che un mondo più vecchio saprà tenere questo ritmo di innovazione? Siamo sicuri che un mondo tanto vecchio terrà insieme le istituzioni universitarie, educative e sociali che ci hanno portato fin qua? Come abbiamo fatto a pensare che il mondo si riproduca sempre uguale a se stesso è che si potesse avere il dinamismo, anche politico, di un mondo giovane in un corpo vecchio (senza contare che la maggior parte dei giovani nel mondo non ha accesso alla tecnica che dovrebbe innovare, ma tant’è).
Questo perchè, come molte cose, il nostro sistema collettivo, del cervello di massa, di dedurre, è semplicemente rallentato: pensiamo adesso il mondo degli anni ’80. Questo è un fenomeno diffuso in lungo e largo, notissimo, ma che non dovremmo mai smettere di illuminare. Il movimento Childfree era la polluzione naturale di un mondo che vedeva duplicarsi la popolazione mondiale ogni venti anni, dove l’Italia era ancora ben sopra la soglia di rimpiazzo e dove il 60 % dei paesi circa veleggiava oltre i 4 figli per coppia. Ora il movimento Chilfree infierisce su un mondo che svolterà verso il depopolamento tra il 2050/2070, con una velocità che non è giustificata dall’ansia ambientale – giacchè peraltro un mondo meno abitato non è per forza un mondo meno inquinato.
Il lavoro del cervello collettivo è certosino, preciso, accurato, ma lento.
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