L’Impero Anglo-USA sta arrivando alla sua fase finale, i segnali ci sono tutti
La Storia ci insegna che ogni Impero ha un periodo di espansione, raggiunge il culmine della sua potenza in uno spazio e un tempo salvo poi contrarsi e crollare dopo eventi inarrestabili. Dall’Impero Romano a quello Asburgico (Austro Ungarico), da quello Spagnolo (Carlo V) a quello Napoleonico, la dura legge della Storia segna le vicende del potere temporale.
Anche nel caso dell’Impero Americano i segnali indiretti ci sono tutti e si possono trarre le conclusioni, ovvero che anche questo Impero si avvia all’epilogo della sua parabola storica.
Riepiloghiamo qui i principali segnali:
- Nonostante il Golpe a Kiev del 2014 (pilotato dagli Stati Uniti), la Russia ha recuperato la Crimea e, dopo il crollo dell’URSS, approfondisce l’integrazione nella Shanghai Cooperation Organization (SCO), un club economico e di sicurezza in Asia che esclude gli Stati Uniti e include circa il 40% della popolazione mondiale (Cina, India e Pakistan ne fanno parte). Nel contempo Mosca realizza uno stato dell’Unione con la Bielorussia, anche se lentamente.
- In Medio Oriente ed in Asia gli Stati Uniti sono stati sconfitti in Siria, il loro progetto di balcanizzazione è stato impedito grazie all’intervento russo e iraniano e lo stesso Iran, resistendo alle sanzioni, si è avvicinato all’arricchimento dell’uranio al livello oltre il quale inizia il possesso di armi nucleari. L’Iran sta per entrare a far parte del club delle potenze nucleari e la sua influenza si è allargata in tutto il Medio Oriente.
- Nonostante tutte le pressioni degli Stati Uniti, la Cina si è avvicinata all’integrazione di Taiwan e procede nel suo mega progetto della “Belton Road” a cui hanno aderito oltre 140 paesi. Questo significa il crollo del mondo unipolare sotto gli auspici degli Stati Uniti, che non possono né fermare né invertire questo processo di forte espansione della Cina.
Questi cambiamenti dell’ordine mondiale significano che la sfera in cui gli Stati Uniti possono cercare, se non l’espansione, almeno la conservazione del loro dominio si sta restringendo.
In parallelo gli Stati Uniti stanno subendo una forte crisi interna dovuta alle loro contraddizioni, diseguaglianze sociali, conflitti razziali, emergenza immigrazione, radicalizzazione dell’ala estrema di una parte dell’elettorato statunitense, fattori questi che porteranno ad un indebolimento della nazione americana e allo scoppio di tumulti sempre più frequenti.
La sfera di influenza degli Stati Uniti si va restringendo malgrado i patetici tentativi di Washington di creare un “fronte delle democrazie” da contrapporre agli stati autoritari.
Tutta l’influenza che gli Stati Uniti perdono viene sostituita dalla Cina, che investe nei mega progetti della Belton Road in Eurasia come in Africa, coinvolgendo in questi la Russia e l’Iran. Questo asse provoca contraccolpi anche nella UE, che ha di fatto ampliato il suo commercio con la Cina e la dipendenza energetica dalla Russia. La UE rimane un gigante economico ma un nano politico controllato dagli USA.
Gli Stati Uniti mirano a prevenire possibili scatti di autonomia fomentando l’ostilità verso Mosca.
L’Impero americano sta perdendo il controllo del Medio Oriente, dove la Russia si è inserita a pieno titolo e questo rende più forte l’influenza russa nell’area strategica che era una volta dominata dagli USA e consente a Mosca di avere maggiore peso sulle quotazioni delle risorse energetiche. Nello stesso Medio Oriente si è inserita anche la Cina con accordi economici di cooperazione con i principali paesi, soppiantando in molti casi gli USA e le potenze occidentali.
Gli Stati Uniti, impantanati per anni in guerre senza fine, stanno dimostrando la loro impotenza, che si tradurrà immediatamente nell’attivazione di tutti i pretendenti all’eredità americana. Gli Stati Uniti dovranno competere con la Cina, con la Russia e l’Iran per preservare ogni briciolo della loro influenza.
Il dramma per gli Stati Uniti è rappresentato dal non poter fermare nessuno processi di erosione del potere sopra descritti. Washington ne è consapevole.
Questo spiega le minacce contro gli avversari, considerati un pericolo per la sicurezza. Ucraina, Taiwan, Iran sono i tre settori di potenziale conflitto. Non riuscire a prendere il controllo di queste aree del mondo per gli Stati Uniti significa il fallimento delle pretese di egemonia.
L’elite di potere USA sta maturando la pericolosa idea che solo una nuova guerra potrebbe favorire un ritorno dell’influenza americana nelle aree dove Washington si trova in difficoltà e questa idea viene appoggiata dall’apparato militare industriale USA che vede nelle guerre la fonte dei suoi profitti.
Lo scontro sembra quindi inevitabile e può ancora determinare un disastro di proporzioni immani.
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