C’è più gusto quest’anno ad augurare un felice Natale a tutti. E’ il gusto profondo di chi vuole difendere le proprie tradizioni dai prevaricatori al potere; è la sacrosanta voglia di dire “me ne frego” a chi ti ha imposto tanti sacrifici e privazioni della tua libertà; è un NO secco a chi ha deciso di smantellare l’Italia con i suoi millenni di storia, cultura e civiltà. Può diventare il grido di ribellione verso i veri nemici dell’umanità che stanno offuscando le menti di tutti e vogliono tarpare tutte le spinte spirituali degli esseri umani per ridurli a meri consumatori al servizio.
Qua non si tratta di essere cattolici o musulmani, induisti o buddisti, credenti o non credenti, atei o pagani; nemmeno ha senso capire se si festeggi la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo o la nascita del “sol invictus”, dato che le date quasi coincidono; c’è solo da riaffermare la consapevolezza dell’essenza anche spirituale che è in ognuno di noi e che questa essenza deve essere il motore del nostro agire.
Non è un caso che la UE, anche attraverso il suo rappresentante più insigne, il presidente della commissione europea, signora Ursula von der Leyen, abbia tentato di introdurre, nel documento, che tracciava le linee guida della commissione europea, il concetto di non parlare del Natale perché poteva offendere altre religioni e quindi non era inclusivo.
Ovviamente, a seguito delle proteste sollevate da più parti, l’idea al momento è rientrata, con una motivazione veramente inquietante: “il documento non è maturo”, lo presenteranno fra qualche tempo. Il che sta a significare che non hanno rinunciato ma intendono aspettare che la gente si convinca e si abitui all’idea, così come è accaduto con i vaccini anticovid per cui sono corsi in massa a fare da cavie gratis, anzi pagando. Ora addirittura si affrettano a portare i bambini piccoli al massacro, per immolarli sull’altare del modernismo imperante rappresentato dai nuovi sacerdoti Draghi, Speranza, von der Leyen & co. della nuova chiesa di Francesco.
Ma a chi dà fastidio il Natale? Chi è che non può sopportare che nel focolare domestico, base spirituale di ogni comunità umana, si rinnovi ogni anno la Tradizione millenaria di trasformazione e rinnovamento rappresentato dal Natale?
Certo non è la religione islamica che riconosce il Cristo come un profeta, né i buddisti e gli induisti, né tanto meno i pagani che vedono nel solstizio il rinascere periodico, come nei culti di Mitra e di tutti i riti solari. Sono i nuovi padroni del mondo che vogliono condurci, in nome del dio mammona, attraverso i principi monetari e materiali verso il transumanesimo modernista che risolve le profonde crisi attuali come semplici problemi economici.
Sono altre le crisi che travolgono il nostro mondo: c’è quella identitaria, perché il diventare, la comunità umana tutta, un unico tubo digerente capace solo di consumare, sotto lo stretto controllo telematico, è la negazione delle differenze, che sono, invece, elemento essenziale per il confronto, il dialogo e la crescita interiore; c’è quella dei valori, elemento base della gioia di vivere e delle virtù fondamentali che infondono nella coscienza di ognuno l’essenza del bello. Valori come la lealtà, il coraggio, l’onestà, l’onore sono il sale della vita e insegnano, se rispettati e ben digeriti, a stare bene con sé stessi. C’è la crisi dell’etica, un valore fondamentale ormai perduto: ho sentito in tv una donna molto sciocca parlare di etica in riferimento ai bambini piccoli da vaccinare per tutelare i nonni, quando millenni di storia, di cultura e di civiltà ci hanno insegnato che sono i vecchi che, oltre a trasferire la loro esperienza, devono tutelare i giovanissimi perché rappresentano il futuro. Un futuro di continua crescita spirituale.
Ed ecco che torna profondo ed immarcescibile il senso del Natale. Un Natale di rinascita spirituale, di concentrazione, di meditazione e soprattutto di libertà interiore dai vincoli sciocchi ed abbrutenti dello squallido materialismo imperante.
Buon Natale a tutti.
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