Comunità di Destino

 

Comunità di Destino

“Sarà, questa, maggiore democrazia. Ma per esserlo davvero ad ogni incremento di demo-potere dovrebbe corrispondere un incremento di demo-sapere. Altrimenti la democrazia diventa un sistema di governo nel quale sono i più incompetenti a decidere. Il che vuol dire un sistema di governo suicida.»

Con queste parole il politologo, sociologo e accademico italiano Giovanni Sartori, nel 1997, nel suo libro pubblicato per Laterza “Homo videns”, profetizzava, la definitiva estinzione dell’homo sapiens, ridotto ad un ibrido tra “Homo economicus”, e “Homo videns”, categoria introdotta al fine di sottolineare il mutamento avvenuto nell’uomo dall’introduzione del mezzo televisivo e dei suoi discendenti. A causa della televisione, afferma Sartori, per la prima volta nella storia l’immagine predomina e prevale sulla parola, andando a mutare completamente la comunicazione e i meccanismi di comprensione tra gli esseri umani.

Il predominio dell’immagine ha minato il pensiero astratto e l’attività simbolica propria dell’essere umano. L’Homo Videns è regressione, atrofizzazione intellettuale, incapacità di distinguere virtuale da reale, vero da falso. Conseguenza di questa involuzione, è la sempre più crescente incapacità dell’uomo di crearsi un’opinione propria. A Sartori, in Italia si deve tra l’altro la nascita della scienza politica come disciplina accademica. Autore di fondamentali volumi tradotti in tutto il mondo, Sartori ha scritto di democrazia, di partiti, di teorie politiche e di ingegneria costituzionale.

Nato a Firenze nel 1924, è morto il 4 aprile 2017 a causa di complicazioni respiratorie, senza immaginare che la mutazione antropologica, abbozzata nei suoi scritti, sarebbe avvenuta in tempi brevissimi, grazie all’utilizzo politico di un problema sanitario con le incostituzionali norme relative al lockdown, al green pass, al super green pass, ed in ultimo alla vaccinazione obbligatoria per gli over 50. Sull’ ignavia delle nuove generazioni è già stato scritto, i “nativi digitali” sono stati i primi a prostrarsi alle regole dei vari regimi, inculcate tramite il controllo del web. I giovani, una volta motori della società, sono corsi in massa a vaccinarsi per ” salvare il Natale” e poter andare in discoteca, (le stesse che hanno chiuso durante le feste), giovani figli della società dell’IO, della società dei “diritti” civili, in sostituzione di quelli sociali.

Nelle varie piazze Italiane, il fronte del dissenso a queste norme liberticide era gestito soprattutto da over 50, i ragazzi di Valle Giulia, delle occupazioni studentesche, degli anni di piombo, rossi e neri, vecchi nemici insieme, e non solo per in green pass o l’obbligo vaccinale, problemi si reali, ma  momentanei, chi è stato un po’ addentro alla politica capiva benissimo che questa era solo la punta dell’ iceberg. L’Emergenza sanitaria, quando non sarà più utile a Big Pharma ed alle multinazionali sarà sostituita con un’emergenza ambientale, o se uno zoccolo duro resiste e/o protesta da una emergenza di sicurezza, con il terrorismo post 11 settembre, avevano iniziato le limitazioni alle libertà costituite, con la pandemia, il disegno politico ha subito una accelerazione tale, che nessuno immaginava.

Fra gli over 50 finiti nella nuova normativa sanitaria, credo che pochi cambino idea, lo scopo non è mai stato questo, lo scopo è dirottare l’odio, di un popolo che sta morendo verso un nuovo nemico.  Nella storia repubblicana questa strategia ha sempre raggiunto successi, durante la prima repubblica il nemico era politico, c’era il pericolo comunista, (o fascista, sono intercambiabili), poi quello religioso, (la demonizzazione di tutto il mondo islamico),  adesso il pericolo è “sanitario”, i nuovi nemici sono gli untori, con i capelli bianchi. Mentre gli animi si scaldano, e l’economia reale traballa, il potere del capitale transnazionale cresce a dismisura. Nell’anno della morte di Sartori, il 2017, sulla piattaforma istituzionale del Forum di Davos, l’organismo internazionale che abbiamo imparato a conoscere per la sua capacità di prevedere e indirizzare gli eventi futuri a livello globale, un giovane dal sorriso smagliante, lanciava un messaggio/monito, “Non avrai nulla e sarai felice”, quello resta il fine ultimo della nuova (A)politica mondiale. Pare una contraddizione, una società dell’avere, senza avere nulla, ma il disegno globale da realizzare per i membri del Forum di Davos entro il 2030 metteva al primo posto proprio la fine del concetto di proprietà di beni da parte dei cittadini, per sostituirlo con quello di fruizione di servizi divenuti gratuiti grazie al rimpiazzo del lavoro umano con le nuove intelligenze artificiali. “gratuiti” chiaramente solo per chi è organico al sistema, e per gli altri?

I lockdown generalizzati dello scorso anno, e quelli di oggi per i non vaccinati, stanno cambiando le abitudini di tutti, anche per che si ritiene un “rivoluzionario” scatta un meccanismo di difesa, Non posso più entrare in una banca? Resisto, apro un conto online. Non posso andare al cinema? Resisto, esiste Netflix, Amazon, Sky. Non posso cenare al ristorante? Resisto, compro da asporto tramite JustEat, Deliveroo, Foodora. Non posso entrare nei negozi? Resisto, esistono migliaia di siti web. Noi possiamo “resistere”, l’Italia no.

Una recente indagine condotta dall’Acri, l’associazione che rappresenta le Fondazioni bancarie e le Casse di risparmio, evidenzia che una famiglia su quattro in Italia non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie. Se la spesa imprevista fosse maggiore, ipotizziamo 10.000 euro (un furto d’auto, una complessa operazione, una cartella esattoriale non attesa), potrebbe farvi fronte con le proprie forze poco più di una famiglia su tre. La gestione della pandemia, e delle future battaglie finto/ambientaliste dei governi punta al totale fallimento delle piccole e medie imprese, con l’inevitabile assorbimento delle aziende migliori da parte delle multinazionali. Quelli che rappresentano e ostentano i principali poteri economici e politici del mondo vogliono portare la loro rapina alle sue ultime conseguenze. Per decenni ci hanno tolto diritti, libertà, posti di lavoro, salari, pensioni, terre, territori, foreste, acqua, piante, semi, vogliono continuare a farlo finché non avremo più niente (felici di non avere niente).

La resistenza non è più sufficiente, dobbiamo reinventarci. Le piazze, l’autosegregazione, i partiti politici vecchi e nuovi, non portano più da nessuna parte. Non ha senso fare affidamento sulle promesse di un domani sempre rinviato (seppur consci che “appartiene a noi”). Oggi, per sopravvivere, la prima cosa è rendersi conto della radicale novità della situazione attuale. L’unica via è la socialità (per la socializzazione c’è tempo), l’incontro di “consimili” dal vivo, senza, Zoom, Skype e Whatsapp, condividere un piatto di spaghetti in cene “sociali”, nelle sedi di associazioni amiche o nelle proprie abitazioni, riscoprire i “cineclub”, dove condividere una esperienza cinematografica non mainstream, usare i contanti per le proprie spese, evitando Amazon e la grande distribuzione. Riscoprire le comunità di destino, incrementare il “demo-sapere” e tenerci pronti per la battaglia finale, non sappiamo quando ci sarà, non sappiamo se sarà facile o meno riconoscere il nemico, non ne conosciamo chiaramente l’esito, ma possiamo scegliere a fianco di chi combatterla.

 

Immagine: http://stampacritica.org

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