Capitani coraggiosi

 

Capitani coraggiosi

23 novembre 1892 Rudyard Kipling pubblicò sul Times, un articolo «when captain courageous, whom death could not daunt» dove descriveva gli uomini d’affari come i nuovi avventurieri, i nuovi pirati, sempre pronti ad affondare navi per un proprio tornaconto, il titolo era tratto da una ballata di Mary Ambree. 5 anni dopo da quella ballata trarrà il titolo per uno dei suoi romanzi più celebri Capitani coraggiosi, che narra le vicende di un ragazzino spocchioso figlio di un magnate dell’alta finanza, abituato ad una vita di lussi e privilegi, che dopo esser caduto in mare nell’ Oceano Atlantico viene salvato da un peschereccio, la We’re Here (“Noi siamo qui”), sotto la guida del burbero capitano Disko Troop. Lì imparerà a conoscere e apprezzare la lealtà e la solidarietà degli uomini di mare, e scoprire la dignità del lavoro.

Capitani coraggiosi, resta un classico, in Italia la prima traduzione fu fatta nel 1924, ma resta famosa quella del 1928 fatta da Giacomo Prampolini che nel 1936 ricevette il premio dell’Accademia d’Italia per la “Storia universale della letteratura. L’Italia era una terra di Santi, Poeti e Navigatori, la “Gente di Mare” come cantata da Tozzi e Raf all’Eurofestival del 1987 ha sempre avuto un ruolo particolare nella storia del nostro paese. Tra le manifestazioni anti green pass svolte negli ultimi mesi quelle di maggior impatto sono state quelle gestite da gente di mare, in testa Stefano Puzzer, portavoce dei portuali Triestini. Peccato che nell’Italia post prima repubblica santi non ve ne sono più (del resto non c’è nemmeno più una chiesa), i poeti sono stati sostituiti dai rapper, che vedremo sfilare fra pochi giorni al festival di Sanremo, e di navigatori restano individui che ben poco hanno di coraggioso. Ma visto che alla serata finale di Sanremo manca ancora qualche giorno, partecipiamo anche noi al meno interessante toto Presidente, si perché dalla giornata di lunedì, politici di destra e di sinistra sono intenti a “lavorare” per l’elezione del nuovo presidente della repubblica delle banane italiana.

I febbrili lavori svolti nottetempo nei night club e nelle trattorie romane, per ora (scrivo questo articolo nella giornata di Martedì) hanno visto la decisione di votare scheda bianca, nessuno schieramento ha la minima idea di chi proporre, l’unico candidato votato da 40 parlamentari, per la maggior parte fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle è stato Paolo Maddalena, classe 1936 ex  giudice costituzionale, fortemente critico verso Mario Draghi, antiliberista  e fautore dell’ Italexit, Pochi giorni fa, durante una conferenza stampa, ha commentato: “È difficile trovare uno che sappia fare il Presidente della Repubblica, non lo può fare Draghi che è l’ideatore delle privatizzazioni, basta pensare al suo discorso sulla nave Britannia il 2 giugno 1992 mentre, con la Regina Elisabetta e 100 delegati della City londinese, disse che ci vuole una grande forza politica che appoggi una trasformazione totale del mercato, che non può rimanere nelle mani dello Stato, ma deve essere dato nelle mani di pochi”.  Parlando anche di altri candidati fra cui il candidato del centro destra Silvio Berlusconi ed il sempreverde Giuliano Amato ha dichiarato:“Questi tre sono i più grandi devastatori dell’economia italiana”.

Chiaramente Maddalena non ha chance, per giunta dagli stati uniti una recente velina impone alla colonia una figura di forte impatto “Atlantista”. Mario Draghi nel 1992 come ricordatoci da Maddalena, parti dal porto di Civitavecchia sulla nave Britannia, con lo scopo di affondare l’economia italiana. Sempre da Civitavecchia dieci anni dopo il 13 gennaio 2012 salpò la nave da crociera Costa Concordia la più grande nave della Marina mercantile italiana, guidata dal comandante Francesco Schettino, giunta nelle acque dell’arcipelago toscano nei pressi dell’Isola del Giglio, impattò contro il gruppo di scogli detti delle Scole, riportando l’apertura di una falla lunga circa 36 metri sul lato di sinistra della carena. Il fatto cagionò la morte di 32 persone tra i passeggeri e membri dell’equipaggio, Schettino non aveva intenzione di affondare nessuna nave, semplicemente dette ordini sbagliati, e da buon capitano “Coraggioso” dopo un’inziale tentativo di minimizzare scappò a gambe levate abbandonano ospiti ed equipaggio al loro destino, tristemente famosa la telefonata intercorsa con la capitaneria di porto di Livorno, dove il capitano di fregata Gregorio de Falco intimava al comandante di risalire sul relitto ormai coricato sul fianco; questi mentendo, rispondeva che stava coordinando le operazioni da una lancia di salvataggio.

Nel successivo processo, Il capitano Schettino per un affondamento involontario è stato condannato a 16 anni di reclusione. Il Capitano Draghi per l’affondamento dell’Italia, probabilmente sarà premiato con l’elezione a Presidente della Repubblica. Gregorio de Falco, precettato dalla politica nel 2018, viene eletto al Senato della repubblica per il Movimento 5 Stelle, nella circoscrizione Toscana. Se realmente si volesse dare una sincera rappresentanza della situazione del nostro paese, Francesco Schettino potrebbe essere il giusto candidato per la Presidenza, incarnando le doti dei politici nostrani.  Politici che nell’imminente prospettiva dell’affondamento della Nave Italia, sarebbero i primi ad abbandonarla, ancor prima degli intellettuali descritti da Majakovskij. “In una nave che affonda gli intellettuali sono i primi a fuggire subito dopo i topi e molto prima delle puttane”. Quindi votatelo subito, non togliete spazio mediatico al molto più importante festival di Sanremo, sono votazioni intercambiabili, infatti fra le scelte dei grandi elettori nelle prima votazioni qualche bontempone ha pensato bene di votare  Amadeus, ed Enrico Ruggeri ha guadagnato bel tre voti.

Immagine: https://www.lanazione.it/

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