Farsa Quirinale e ora tempi molto duri
Eravamo stati facili profeti: comunque vada l’elezione del Presidente della Repubblica, a perdere saranno sempre e comunque gli italiani. E, infatti, dopo una manfrina durata una settimana, siamo tornati al punto di partenza: Mattarella disfa le valigie e resta capo dello Stato, mentre Draghi continua a imporre la sua legge da Palazzo Chigi.
Gli attori principali della farsa andata in scena a Montecitorio, Parlamento riunito, ne escono con le ossa rotta, a partire da Matteo Salvini, che ha detto tutto e il contrario di tutto, pur di prendersi la scena, ma incappando in errori clamorosi, come la forzatura sulla candidatura dell’impresentabile Casellati, non a caso impallinata dal fuoco amico: chi la conosce la evita e, se può, le mostra tutto il suo disprezzo, come hanno fatto i grandi elettori di Forza Italia, partito da cui la presidente del Senato proviene. Lei, nella sua spasmodica caccia al potere, si sarebbe candidata anche nella votazione successiva, ma le è stato imposto lo stop: la sua carriera politica si chiude qui, anche se resterà in carica per tutta la legislatura.
Inutile, poi, sottolineare la pochezza politica di Giuseppe Conte: come Salvini, non ne ha azzeccata una e, alla fine il Movimento 5Stelle si è spaccato, con Di Maio pronto a processare Giuseppi, per rimuoverlo da leader pentastellato. Enrico Letta, che i suoi amici giornalisti hanno indicato come il vincitore della partita, in realtà non si è mai visto, non ha mai avanzato una proposta ed è andato a rimorchio degli altri e, in particolare, dell’unico che ha mostrato un po’ di lucidità, vale a dire Matteo Renzi, che, in mezzo a questi nani, appare come un gigante.
Incomprensibile anche l’atteggiamento di Giorgia Meloni, incensata da tutti i suoi leccapiedi “per la grande coerenza”: voleva le elezioni, sapendo che non le avrebbe mai ottenute (anche perché si vota tra un anno e mezzo Parlamento non sarà rieletto, motivo per il quale si andrà avanti fino alla fine) e ha lanciato proposte a caso per il Quirinale, che non avevano alcuna possibilità di successo. Così, quando Salvini ha finto di arrendersi al Mattarella bis, Giorgia ha potuto strillare che il centrodestra attuale è finito e che lei lo rifonderà. Non spiega, però, perché non ha preteso prima una candidatura unitaria del centrodestra seria e alternativa a Berlusconi, che era comunque destinato a tramontare. In realtà, Meloni aspettava soltanto questo incidente di percorso, per rompere con Salvini e Berlusconi, senza capire che, da sola, sarà costretta all’irrilevanza. Eppure, la banda di parenti e lacchè che la circonda applaude convintamente. Senza comprendere che il passo da sondaggi stratosferici a una disfatta elettorale è davvero brevissimo. Per informazioni, chiedere a Matteo Renzi.
La situazione politica, insomma, appare notevolmente peggiorata rispetto a una settimana fa. Con l’aggravante che Mario Draghi si è rafforzato e, nell’ultimo anno di legislatura, potrà imporre decisioni che, come ha spiegato bene l’ex ministro Tremonti, avranno un duro impatto sociale. Come dire: per gli italiani si prevedono tempi duri, molto duri. Ma questa, purtroppo, non è una novità.
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