Draghi, il migliore contro il popolo
Lo sguardo sinistro di Mario Draghi, in conferenza stampa, fulmina la giornalista, che ha osato chiedergli se davvero potrebbe essere lui il capo di uno schieramento centrista alle prossime elezioni: la risposta, un “no” secco, non lascia spazio a dubbi, ma al capo del governo non basta e, allora, aggiunge che, se proprio dovesse aver voglia di una nuova esperienza, dopo quella di Palazzo Chigi, “un lavoro magari riesco a trovarmelo anche da solo”. Con queste parole, Mario Draghi, il Migliore dei Migliori, il Genio, l’uomo ai cui piedi si prostrano quotidianamente giornali, radio, tv e ogni qualsivoglia mezzo d’informazione (tranne rarissimi casi) ha voluto ribadire, nei giorni scorsi, che, in fondo, ci sta facendo un grande favore a presiedere il Consiglio dei Ministri.
Certo, visto il livello di politici e ministri, dal suo punto di vista forse ha anche ragione. Il fatto è che, quando si guida un esecutivo, bisognerebbe guardare le cose dalla parte dei cittadini e questo il Migliore dei Migliori non lo sta facendo. Tutt’altro.
Non è un caso, ad esempio, se il settore che una volta era il motore della nostra economia, vale a dire il turismo, è praticamente fermo da due anni. “C’è stata la pandemia”, si dirà, “che c’entra Draghi?”. Draghi c’entra eccome, perché mentre in tutto il resto del mondo, non appena il virus è sceso d’intensità, si è provveduto a riaprire tutto, lasciandosi alle spalle assurde e anacronistiche limitazioni, come il Green Pass, in Italia si sono strette ancor più le maglie, col Super Green Pass.
Così, i turisti che vorrebbero venire nel Belpaese, scelgono un’altra meta, dove non ci sia bisogno di mostrare l’infame carta verde. E questo di chi è colpa, se non del capo del governo? Possibile che Draghi sia decisionista solo quando fa comodo a lui e, di fronte a un ministro che ha dimostrato in modo lampante di essere inadeguato, come il titolare della Salute, Roberto Speranza, stia zitto e subisca decisioni che vanno nella direzione opposta, rispetto alla ripresa che Draghi dice di volere con tutte le sue forze?
C’è, poi, la vicenda del caro energia. “E’ un problema mondiale”, si dirà, “che c’entra Draghi?”. Anche qui, Draghi c’entra eccome, perché il Parlamento gli ha più volte sollecitato interventi veri, non pannicelli caldi, che suonano come una presa in giro. Stanziare 4 o 5 miliardi, per aiutare tutto il popolo italiano e le imprese, di fronte a un problema gravissimo come la vera e propria esplosione del prezzo del gas, significa farsi beffe dei reali problemi del cittadino e dei piccoli imprenditori.
Così come, altro tema, mandare all’asta già nel 2024 le concessioni balneari, in ossequio alla direttiva Bolkestein, rappresenta un insulto a chi ha diritti acquisiti, se non si prevedono misure di salvaguardia. Su questo tema, però, Draghi non ha ascoltato nessuno, se non i suoi “padroni” europei.
Ecco, tutto questo testimonia una cosa molto semplice: Mario Draghi forse farà anche uno sforzo a stare a Palazzo Chigi, ma lo fa per i suoi sodali, che siedono a Bruxelles e nei Consigli di Amministrazione di banche e multinazionali, certamente non per gli italiani. Ogni suo provvedimento, ogni sua decisione dimostra, infatti, da che parte stanno Draghi e il suo governo.
Chi continua a chiedere il Super Green Pass per andare al lavoro, in barba alla Costituzione e al buonsenso, è un nemico del popolo: questo deve essere chiaro a tutti, anche a coloro che, fino a oggi, hanno difeso le scelte scellerate di questo esecutivo. Gli ospedali, fortunatamente, hanno pochissimi malati di Covid, la pandemia è quasi alle spalle e togliere il lavoro a chi non ha il Super Green Pass è criminale. E, prima o poi, Draghi e chi lo sostiene dovranno risponderne.
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