Dall’Ucraina non si passa, l’Occidente deve decidere o la pace o la guerra con la Russia
L’operazione russa in Ucraina ha colto di sorpresa il fronte NATO che non si aspettava una mossa così decisa da parte di Putin.
In realtà il continuo avanzamento della NATO verso Est ed il cerchio di basi militari con cui gli USA e la NATO stavano progressivamente circondando la Russia non era passato sotto silenzio. Al contrario questo processo era stato visto da Mosca come un segnale di ostilità che aveva suscitato decise prese di posizione.
Il presidente Putin aveva parlato chiaro già da tempo e in particolare nel suo discorso di Monaco di 15 anni prima in cui aveva detto: “La Russia non guarda più attraverso le sue dita. È stanca dell’umiliazione, della continua violazione dei suoi interessi e d’ora in poi i nostri interessi nazionali prevarranno “.
Questo processo di determinazione avrebbe potuto iniziare prima, ma la Russia non ne aveva ancora la forza. Ci sono voluti quindici anni per rimettere in sesto le forze militari e tornare da protagonista sulla scena mondiale.
Gli USA e la NATO hanno giocato sporco con l’Ucraina per creare un avamposto anti russo con il golpe di Maidan del 2014 e la successiva guerra civile interna condotta dal regime di Kiev contro le popolazioni russofone del Donbass. Un conflitto che è durato per circa otto anni e che ha prodotto oltre 14.000 vittime, nell’indifferenza dell’Europa che ha finto di non vedere.
Washington e Londra si sono allevati il regime di Kiev perché sembrava conveniente per le loro finalità geopolitiche. Il piano era di utilizzare l’Ucraina come leva di destabilizzazione in Europa contro la Russia per rompere i rapporti fra Germania e Russia e, di conseguenza, bloccare la prospettiva di un asse fra Europa e Russia.
Putin ha rotto gli indugi con il riconoscimento delle Repubbliche separatiste cui ha fatto seguito il non prevedibile intervento militare in Ucraina. Questa “guerra” potrebbe essere un punto di svolta nello sviluppo di un nuovo ordine mondiale.
Si vanno delineando due fronti contrapposti tra il vecchio ordine dominato dagli anglo USA e le nuove potenze emergenti che rifiutano l’ingerenza degli USA nei loro affari interni. La Russia e la Cina sono le capofila di questo nuovo sistema di equilibrio multipolare del mondo.
La crisi ucraina non nasce per caso ma era stata individuata come il punto più sensibile della sfera di influenza russa.
Sono molto attuali le considerazioni fatte dallo stratega della sicurezza nazionale polacco-americano, Zbigniew Brzezinski: “La Russia senza l’Ucraina non è un impero. Non solo per le dimensioni e la ricchezza del Paese, ma anche perché per i russi è una questione di vita o di morte, perché hanno bisogno di una zona cuscinetto, proprio come la Polonia”.
Con il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno fatto tutto il possibile per alienare l’Ucraina dalla Russia. Il risultato del lavoro di sobillazione degli Stati Uniti è stato il Maidan, con il golpe di Kiev. La stessa Victoria Nuland ammise che Washington aveva investito 5 miliardi per la “democratizzazione” dell’Ucraina.
Per portare avanti il loro progetto gli anglosassoni hanno coltivato il nazionalismo selvaggio e aggressivo presente in Ucraina. Indifferenti alle conseguenze, gli Stati Uniti hanno continuato a istigare il nazionalismo ucraino in funzione anti russa, il loro obiettivo era mantenere la Russia sotto pressione, per poi disarticolare lo stato e ottenere il controllo delle sue ricche risorse naturali. Inoltre, con l’escalation del conflitto, gli Stati Uniti hanno indebolito l’Europa e, soprattutto, la Germania.
La strategia di Washington è creare un Afghanistan in Europa, portando il caos della guerra per impegnare la Russia in un pantano vicino alle sue frontiere.
L’operazione militare russa per neutralizzare le strutture offensive dell’Ucraina ha causato uno shock emotivo in Occidente , molti sono stati travolti dalla russofobia.
Le lancette della Storia si sono mosse e la Russia di Putin è passata all’azione per bloccare il processo di accerchiamento della NATO. Putin ha deciso l’azione anche a costo di sacrificare parte dei suoi interessi finanziari immediati per effetto delle sanzioni occidentali ma, l’aver ottenuto il sostegno dalla Cina, ha favorito quello che sembrava un passo avventuroso.
La Russia ha messo in cima alle sue priorità la sicurezza strategica, riaffermando la sua posizione essenziale nel nuovo ordine mondiale contrapposto ai tentativi anglo USA di riaffermare l’egemonia unipolare nell’area dell’Europa.
Putin sta affrontando un grosso rischio, ma era in gioco l’esistenza stessa della Russia; la posta in gioco non permetteva manovre dilatorie.
Putin ha rovesciato la situazione di stallo in cui si trovava il suo paese ed ha riaffermato con decisione la sua presenza nel contesto euroasiatico in un’azione di sfida aperta alle pretese dei vecchi egemoni. “Dall’Ucraina non si passa”, questo il messaggio lanciato all’amministrazione Biden ed adesso tocca all’occidente decidere se vuole la guerra o la pace.
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