I veri obiettivi degli USA dietro la guerra in Ucraina

 

I veri obiettivi degli USA dietro la guerra in Ucraina

Quello che si sta verificando in Europa fra Ucraina e Russia è molto di più di un conflitto regionale con tutte le sue implicazioni che ci vengono descritte o deformate dai media mainstream.

Dalle varie dichiarazioni di importanti esponenti dell’apparato militare e politico di Washington e Londra, si è capito che il vero obiettivo degli anglosassoni è la distruzione dello Stato Russo e di Vladimir Putin.

Non è un caso che a Washington ci sia attualmente un’opposizione totale a qualsiasi accordo di pace che implichi il riconoscimento di alcuna delle richieste russe sull’Ucraina.

Nessun esponente politico è disposto a fermare la guerra fino a quando non ci sia la possibilità di una sconfitta o di un cambiamento al vertice di Mosca e questo spiega l’invio di consiglieri ed armi sempre più sofisticate a Kiev.

Tanto meno Washington accetterebbe una possibile neutralità dell’Ucraina, qualora questa venisse accettata da Zelensky e dal suo entourage. Non esiste d’altra parte alcuna autonomia di manovra da parte di Zelensky. Sarebbe troppo pericoloso per lui.

La campagna di odio e discredito in atto contro la Russia è parte della strategia USA di criminalizzazione totale della Russia di Putin e coinvolge tutto ciò che è russo, incluso le società all’estero, i responsabili politici, i manager economici, gli esponenti della cultura, dello sport e dell’arte. Una campagna pompata ad arte dai media e sostenuta a livello governativo da tutti i paesi della NATO.

La spiegazione di questo accanimento non può essere data esclusivamente dall’offensiva in corso della Russia contro l’Ucraina. Il vero motivo del coinvolgimento anglostatunitense nella guerra, che appare sempre più probabile, è quello di neutralizzare la Russia di Putin quale ostacolo al nuovo ordine mondiale di cui le elite globaliste anglosassoni sono i massimi promotori.

Washington e Londra in definitiva sono gli attuatori di una strategia, decisa già da tempo, che vede l’Ucraina e l’Europa come nuovo campo di battaglia in cui logorare la Russia per arrivare a decapitare il Cremlino e il suo vertice di comando.

Già nelle scorse settimane si è potuto comprendere che il conflitto è ormai fra NATO e Russia dove l’Ucraina è soltanto uno degli ambiti di scontro ma già le azioni della NATO si stanno estendendo in profondità sul territorio russo, con attacchi mirati e sabotaggi. La presenza di migliaia di militari della NATO, truppe speciali e mercenari stranieri non fa che confermare questa constatazione.

 Niente avviene per caso e il cambio di paradigma era allo studio da tempo presso i massimi comandi militari anglosassoni.

L’obiettivo finale degli statunitensi è quello di prendere il controllo della Russia e delle sue immense risorse.

Non si può trascurare che la Russia non è solo un grande produttore di energia (il secondo esportatore di gas e petrolio) ma anche un esportatore di minerali importanti come cobalto, rame, oro, piombo, manganese, nichel, platino, tungsteno, vanadio, zinco, ecc. Materiali di cui l’Occidente ha bisogno.

La guerra per annientare la Russia è quindi una necessità dettata anche dagli interessi dell’apparato militare industriale l’unico in grado di dare un impulso all’economia degli USA che si trova sull’orlo di  una grave recessione.

Gli Stati Uniti non hanno accettato il declino della loro egemonia e l’avvento di un mondo multipolare ed è per questo che oggi puntano all’obiettivo grosso, la Russia di Putin. Ci sarà poi tempo per prendersi cura dell’altro loro grande competitor, la Cina di Xi Jinping.

Non è però detto che la strategia di Washington sia idonea a raggiungere i risultati che si prefiggono. Sarebbe indispensabile, ai fini di mettere nell’angolo Putin, ottenere l’appoggio di una serie di potenze emergenti. Questa adesione al momento non si sta verificando, nonostante i ricatti economici che gli USA stanno esercitando sui governi di questi paesi. L’India si è rifiutata ed incrementa le sue relazioni con Mosca, lo stesso hanno fatto l’Indonesia, il Sud Africa, il Brasile e persino il Messico, oltre ai paesi dell’Africa e dell’Asia che già sono in cooperazione con la Russia e la Cina.

Il motivo è quello dello screditamento dell’Occidente rispetto a questi paesi che in buona parte hanno subito il colonialismo occidentale e che oggi non sono più disposti a subire.

L’Occidente non ha più niente da offrire a questi paesi ma al contrario sta creando, con le sanzioni contro la Russia, una nuova crisi economica mondiale che si andrà trasformando in carestia in molte aree del mondo e non è facile convincerli che questa sia una prospettiva conveniente per loro.

Non saranno soltanto le armi, il potere finanziario, le pressioni politiche, le sanzioni a convincere della necessità di contrastare la Russia e la Cina ed aderire al nuovo ordine unipolare di marca USA.

Questo sarà a nostro avviso il fattore determinante che potrà produrre il fallimento della strategia statunitense di isolare la Russia e tornare al vecchio dominio unipolare sul mondo.

 

Immagine: https://www.ilprimatonazionale.it/

Torna in alto