Pochi giorni fa, l’8 di maggio nell’imbarazzo della ex presidente della camera Laura Boldrini, che pretendeva di chiamarla festa del genitore 1 (o 2?) si è festeggiato la festa della mamma, in onore della figura della madre, della maternità e dell’influenza sociale delle madri. Festività celebrata in molti paesi del mondo, in date diverse, in gran parte degli Stati europei, Stati Uniti, Giappone, e Australia la festa cade nella seconda domenica di maggio, in Spagna e Portogallo la prima domenica, nei paesi balcanici l’8 marzo, in molti paesi arabi nel giorno dell’equinozio di primavera. L’antenata di tale festività nel nostro paese risale al 24 dicembre 1933, quando il “Regime” Fascista, istituì la “Giornata nazionale della Madre e del Fanciullo”, e in quell’occasione si provvide a promulgare leggi in aiuto alla maternità. Già un decennio prima, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, una giovane imprenditrice Luisa Sargentini, in Spagnoli, (la creatrice del Bacio Perugina), instaurò nella propria azienda il “congedo retribuito di maternità” per permettere alle lavoratrici, di realizzarsi come madri senza perdere il lavoro, inoltre fu la prima ad istituire all’interno della propria azienda asili nido, per permettere alle lavoratrici di non allontanarsi troppo dai propri figli. A distanza di un secolo, un’altra imprenditrice, Elisabetta Franchi cavaliere della Repubblica, imprenditrice dell’anno 2021, amministratore unico del marchio di moda Betty Blue s.p.a, con un fatturato attorno ai 130 milioni di euro, dal palco di un’iniziativa organizzata da “Il Foglio” sul tema “Donne e moda”, ha rilasciato una dichiarazione che ha provocato alcune polemiche. “Parlo dalla parte dell’imprenditore, quando metti una donna in una carica importante, se è molto importante poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni Perché quella posizione è scoperta e un imprenditore investe tempo, energia e danaro. Se ti viene a mancare è un problema. (..) Da imprenditore responsabile della mia azienda, spesso ho puntato su uomini, (..) Donne ne ho messe, ma solo over 40, Se dovevano far figli o sposarsi lo hanno già fatto e quindi io le prendo dopo tutti i giri di boa, (..) Voglio donne solo over 40 perché possono lavorare h24” . In un Paese, l’Italia, in cui un recente rapporto di “Save the Children” ha messo in luce che oltre il 40% delle madri non è occupata, queste parole sono state come sale sulle ferite.
Da oltre oceano dove il marchio di Elisabetta Franchi è molto diffuso, e preferito da molte star di Hollywood, Il colosso della logistica di Jeff Bezos, Amazon, annuncia che fornirà un rimborso per tutti i dipendenti che decidono di interrompere la gravidanza per sé o per le loro mogli. Tale rimborso sarà comprensivo anche delle spese di viaggio, per recarsi in altri stati, infatti la legislazione statunitense (sentenza Roe contro Wade del 1973 che garantisce il diritto all’aborto negli Stati Uniti) concede ad ogni stato un’autoregolamentazione in materia di interruzione della gravidanza.
Idaho, Georgia, Ohio, Kentucky e Louisiana vietano l’aborto oltre le sei settimane, In Missouri sale ad otto, Il Mississipi ne limita il ricorso entro le 15 settimane: in Alabama Oklahoma e Texas l’aborto è sempre vietato, il Texas ha anche introdotto una ricompensa di 10 mila dollari a chiunque denunciasse un’interruzione di gravidanza illegale. Jeff Bezos non passerà sicuramente alla storia come un filantropo, i dipendenti, (oltre il milione) hanno ritmi lavorativi da semi schiavitù, il lavoro, è definito da un algoritmo, con un minimo di pacchi dà processare in tot minuti, molti lavoratori sono costretti ad indossare pannoloni, perché un’improvviso bisogno corporale provocherebbe un abbassamento della media, immediatamente redarguito dai Kapò-reparto.
Pare strana questa “generosità” nei confronti delle future madri. In realtà è un attacco politico, abbiamo davanti uno scontro etico-giuridico, da una parte la Corte Suprema, che in base ai principi della “Common Law” dispone la possibilità di limitare l’accesso all’aborto ai governi federali (e che sta lavorando per vietare l’aborto in tutti gli stati) dall’altro le multinazionali, sempre più ricche, sempre più potenti, sempre più invasive, che grazie alle loro illimitate risorse finanziarie facilitano coloro che desiderano aggirare la legge e orientano una politica libertaria sul piano etico. Il tutto nel completo silenzio di “Santa romana chiesa”. Del resto il Papa Francesco in una intervista al “Corriere della Sera” del 2016 lodò l’operato della parlamentare di + Europa Emma Bonino, recentemente reinserita nel proprio Panteon politico assieme a Draghi e Mattarella, quella Emma Bonino che da militante Radicale negli anni 70, si fece promotrice della legge sull’aborto in Italia.
Era il 29 luglio 1976 quando l’esponente radicale rilasciava ad “Oggi”, un’intervista choc nella quale illustrava, in maniera dettagliata, le modalità terrificanti con le quali erano stati portati a termine oltre diecimila aborti in una villa fiorentina che, all’epoca, ospitava la sede del Partito Radicale. Alla domanda del giornalista che chiese: «È vero che, per fare aborti, usate la pompa da bicicletta?» La Bonino risponde, «Volendo fare le cose ad arte, si usa l’aspiratore elettrico a cui, mediante un tubo si attacca la cannula Karman in plastica trasparente. Senonché l’aspiratore elettrico costa un mucchio di quattrini a parte che pesa trasportarlo per fare aborti nelle case. Per risparmiare usiamo una attrezzatura per l’aspirazione più rudimentale, ma che funziona benissimo lo stesso. Prima di tutto, occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata. Il barattolo viene chiuso con un tappo di gomma che ha tre fori. Da un buco parte il tubo di gomma in cui si inserisce il gommino della pompa da bicicletta con la valvola interna rovesciata per aspirare aria anziché immetterla; dal secondo buco parte il tubo di gomma in cui si inserisce la cannula Karman; nel terzo buco si mette il manometro, per controllare la pressione che si crea nel vaso con la pompa». Una pratica atroce e pericolosa, per la quale, tra l’altro, la parlamentare fu accusata di associazione a delinquere e procurato aborto continuato pluriaggravato. Chi incensa Emma Bonino, e lo stesso che definisce il patriarca Kirill “Chierichetto di Putin”, se il patriarca ortodosso si rivolgesse al “sommo pontefice” con l’appellativo di “Diacono di Bezos”, si “bilancerebbe” l’incidente diplomatico, e Francesco, potrebbe recarsi a Mosca come mediatore, del resto i Gesuiti in questo sono sempre stati maestri. Mettere al mondo figli è diventato un atto rivoluzionario.