Produci, consuma, crepa

 

Produci, consuma, crepa

“Lode a Mishima e a Majakovskij – tu devi scomparire – anche se non ne hai voglia – e puoi contare solo su di te – Produci consuma crepa.”

Con queste parole Giovanni Lindo Ferretti, conclude il suo brano “Morire”, all’interno nell’ LP dei CCCP: “Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi”.

Sono passati solo 35 anni, da quello stupendo album, ed una attività, di quel cinico trittico, ormai è desueta, mentre un’altra si accinge a diventarlo. 

Come pronosticato dallo studioso marxista di inizio Novecento R. Hilferding, al capitalismo industriale o produttivo, traino dell’economia globale sino all’inizio del diciassettesimo secolo si è sostituito un ben più pericoloso capitalismo finanziario. Nel primo l’uomo era necessario, in quanto mezzo di produzione, oggi, grazie alle nuove tecnologie il lavoro umano diviene sempre più ininfluente, il ruolo dell’uomo, diviene sempre meno necessario, se non nel suo scopo primario, quello di “consumare”. Quando si parla di capitalismo finanziario, ci si riferisce alla concentrazione di potere e risorse nelle mani delle imprese industriali più importanti, nonché al capitale bancario controllato da un numero esiguo di grandi istituti di credito. Alle masse, sempre più disoccupate e sempre più inutili, magari sfoltite con nuove pandemie, sarà consentita la mera sopravvivenza, utilizzando un “Reddito di cittadinanza” minimo che gli consenta di continuare a consumare, chiaramente prodotti sempre più differenziati per “casta” di reddito, finché finalmente non sopraggiunge la morte. O no?

Marc Zuckerberg in occasione della convention “Facebook Connect 2021” ha presentando Horizon Home una piattaforma di realtà virtuale, e ha deciso di denominare la holding del gruppo (che controlla Facebook, Whatsapp, Instagram e Oculos), “Meta”, che sta per “Metaverso”. “Metaverse” è un termine coniato da Neal Stephenson nel libro appartenente alla cultura cyberpunk “Snow Crash” del 1992, descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa, dove si è rappresentati attraverso il proprio avatar. Dopo Zuckerberg, anche Nadella di Microsoft ha parlato di metaverso nel corso dell’evento “Ignite”. A questi annunci delle “Big Tech” ne sono seguiti altri.

Il Metaverso è un universo digitale con la struttura spazio-temporale dell’universo fisico, composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo, sostanzialmente un mondo alternativo alimentato dalle reti globali di comunicazione, qui gli utenti possono accedere tramite visori 3d e vivere delle esperienze virtuali, incontrare altri utenti, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, conferenze, viaggiare e perfino fare sesso. La virtualità deriva dalla convergenza di due grandi modelli della computer science: l’ubiquitous computing, dove l’informatica è fatta per apparire sempre e ovunque con lo sviluppo di dispositivi mobili, sempre più leggeri e potenti, indossabili e il cloud computing che permette l’accesso ai dati e la loro conservazione praticamente infinita. Nel Metaverso non esisteranno più generi o razze, praticamente la realizzazione virtuale del nuovo ordine Mondiale decantato dai sciamani dell’unipolarismo. L’unica cosa che resterà è la capacità di “consumare” . Brand di lusso come Gucci, Dolce & Gabbana, Zara, H&M, Benetton, non hanno perso l’occasione di aprire i loro flagship store nei “Metaverse Fashion District” , creando per gli utenti delle vere e proprie esperienze immersive. Se la vita reale, diventerà sempre più misera, con case (loculi) in affitto, auto in affitto, vestiti in affitto, relazioni in affitto, il reddito di cittadinanza potrà essere speso per lussi virtuali, che necessitano per ora solo di un buon collegamento Internet.

Dalla Fiction apprendiamo un’ulteriore sviluppo, ben rappresentato dalla serie Tv prodotta e distribuita da Amazon Prime “Upload”, la serie fantascientifica che annulla alche un secondo concetto cantato dai CCCP, quello della morte, si perché la commedia creata da Greg Daniels, porta sullo schermo una storia ambientata in un non troppo lontano futuro, (2033), in cui il Metaverso è una realtà, e la tecnologia permette di “sopravvivere” anche dopo la morte, tramite la scansione della mente, il software (e/o la coscienza), viene poi trasferito in un mondo virtuale su misura per ogni persona.  Notiamo però, che anche nell’aldilà informatico, non si annullano le differenze sociali, tutto, ha un prezzo, espresso in Gigabyte, solamente i ricchi possono godere di tutti i comfort, chi non può permetterselo è relegato a stadi inferiori. In questo mondo la differenza tra le classi sociali è rappresentata dalla risoluzione del proprio avatar, se il cliente o i suoi cari non pagano, la risoluzione si assottiglia e in caso di fine dei giga le “persone” vengono “Congelate”, per poi finire definitivamente nel cestino. E’ una finzione, direte voi, per adesso sì, ma del progetto di trasferire il cervello Umano in un Computer si parla a livello scientifico sin dal febbraio 2011 quando fu lanciato: “Project 2045” un’organizzazione che ha messo in rete una comunità di esperti nell’ambito delle neuroscienze e dell’estensione della vita. Il Direttore è lo scienziato belga Philippe van Nedervelde, ne fanno parte tra gli altri il guru del transumanesimo Ray Kurtzweil, e il filosofo Nick Bostrom. Il maggior finanziatore è l’oligarca di origine russa, Dmitry Itskov  un imprenditore fondatore di “New Media Stars”, una società con un reddito dichiarato intorno al miliardo di sterline. Per finanziare il suo progetto ha inviato una lettera aperta a tutti gli uomini più ricchi del pianeta:

 “Avete lavorato duro per raggiungere questi straordinari risulti, (..) ma sfortunatamente, la medicina moderna è ancora la medicina di una mortalità pari al 100%: il meglio che può fare è ritardare temporaneamente il processo di invecchiamento (..). Oggi voi investite in affari che vi porteranno a guadagnare un altro miliardo. Ma avete anche la capacità di finanziare l’estensione della vostra stessa vita fino all’immortalità. La nostra civiltà è arrivata vicinissima alla realizzazione di tali tecnologie: non è fantascienza. È nel vostro potere far sì che questo obiettivo venga raggiunto nel corso della vostra vita”.

La realtà spesso è più mostruosa della fantasia, Dante nel suo vagare nell’oltretomba, ci aveva mostrato un aldilà terribile ma giusto, dove ogni “anima” era giudicata per le proprie azioni, il Principe Antonio de Curtis, (in arte Totò) scrisse la bellissima poesia a livella :

 T”o vvuo’ mettere ‘ncapo’ int’a cervella

Che staje malato ancora è fantasia?

‘A morte ‘o ssaje ched”e? è una livella.

‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo

Trasenno stu canciello ha fatt’o punto

C’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme

Tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?”

Nel futuro della morte ipotizzato dagli adoratori di Mammona, anche l’aldilà avrà un prezzo, la società dei consumi cerca di esorcizzare la paura della morte, illudendosi di poter continuare a “consumare” anche da lì, a noi la morte non ci ha mai fatto paura: “..ci si fidanza e ci si fa l’amor, – se poi ci avvince e ci porta al cimitero – s’accende un cero e non se ne parla più.

 

Immagine: https://andreaspinosa.com/

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