Esiste in Italia un’opposizione reale? A chi o a cosa dovrebbe opporsi la cosiddetta “opposizione? Ma per quale obiettivo dovrebbe opporsi? Per cambiare o per realizzare che cosa?
Oggi, nel “gioco” detto “democratico” (solo a parole ovviamente), le opposizioni dovrebbero servire a portare nelle istituzioni i pareri difformi delle minoranze e questi, in una visione corretta ma inesistente della politica, dovrebbero avere un loro peso preciso e condizionante.
In Italia, quando da parte della classe politica ancora c’era un minimo di interesse verso le idee, il bene comune, lo stato e l’identità nazionale, esisteva un dialogo tra le varie visioni, che animava e rendeva reale il confronto politico. Poi nel tempo questo confronto è diventato scontro tra bande soprattutto all’interno degli stessi partiti di potere. Questi scontri, spesso alimentati dai servizi segreti delle nazioni, sedicenti alleate, hanno contribuito alla sistematica distruzione e svendita della nostra amata Italia, senza che nessuno si rendesse conto della reale portata dei guasti che si stavano arrecando.
È questa una chiave di lettura di questi ultimi 70 anni di storia italiana e di tutte le vicende drammatiche che l’hanno attraversata.
Oggi ormai non abbiamo più una classe politica, è rimasta una genia di burattini, per lo più meno che mediocri, manovrati con i fili da un burattino capo. Oggi il burattino capo, manovrato da forze ed interessi extranazionali, è Mario Draghi e i cosiddetti oppositori, interni o esterni alle forze di governo aspirano soltanto a diventare loro i burattini capo, sempre etero diretti dai nemici dell’Italia.
La prova di quanto da me sostenuto è chiaramente visibile nella storia di questi ultimi 20 anni dove il burattino capo di turno è sempre venuto fuori dal cappello del prestigiatore presidenziale: uomini mai votati, spesso neanche viventi in Italia, nomi sorti all’improvviso con il clamore ed il plauso all’unisono dei media gestiti e pilotati dai soliti noti che hanno da sempre sfruttato ed utilizzato il lavoro e l’intelligenza italiana.
Una regia scaltra ed attenta che ha disorientato e depistato l’intero popolo italiano dai veri obiettivi di questa genia di traditori. Ci piace il mondo falso, privo di valori e di contenuti in cui viviamo? No, proprio no. Ed allora iniziamo ad immaginare e sognare e magari anche a costruire mondi diversi. Questi sono gli obiettivi di una vera opposizione.
Quale il motore portante della società in cui viviamo? Il liberismo, sia esso turbo o meno è una dottrina economica assurta proditoriamente ad ideologia e a sistema di misura dei rapporti umani, dimenticando un “insignificante” dettaglio: la natura anche spirituale dell’uomo.
C’è qualcuno tra i cosiddetti politici nostrani di qualunque colore che si opponga al liberismo? No, allora l’opposizione non esiste.
C’è una qualche forza politica che propone una visione del mondo alternativa ed un conseguente progetto di attuazione? No, allora l’opposizione non esiste.
Esistono solo una serie di “compagni di merende” che si dilettano nel finto gioco dell’alternanza dove, forse, cambiano i burattini ma i burattinai sono sempre gli stessi e sono sempre oltre i nostri confini nazionali. Tutto questo con buona pace dei cosiddetti sovranisti nostrani che non sanno dove stia di casa la sovranità, né in che modo riconquistarla.
La prima sovranità da noi persa è quella culturale: persa con l’invasione di tutto il ciarpame antiumano del mondo anglosassone. Da questa è discesa la perdita dell’etica, dei valori espressione del nostro italianissimo enorme patrimonio culturale e storico, da qui ancora una subdola distruzione della nostra stessa identità, fino a giungere alla perdita della sovranità monetaria ed addirittura di quella alimentare. Rimanendo nel tema potremmo dire che siamo “alla frutta”.
Ricostruire ancora è possibile, si deve fare, ripartendo dall’identità, dalle ragioni profonde dello stare insieme, da una visione del comune destino che ci faccia superare le antitesi pompate dal nemico: basta anticomunismo, basta antifascismo, torniamo ad essere una comunità coesa che sappia trascendere l’interesse individuale nel nome dell’interesse nazionale. Dobbiamo tornare a dare un senso preciso alla parola PATRIA togliendola dalla bocca di chi la usa essendo al servizio di interessi stranieri.