La guerra alle porte dell’Europa secondo il piano USA
L’élite di potere USA insegue da molto tempo l’obiettivo di riprendere il dominio unipolare sul mondo che aveva ottenuto negli anni ’90 dopo lo sfaldamento dell’URSS e che oggi viene messo in questione.
Dei due principali antagonisti del potere USA, la Russia e la Cina, il primo veniva considerato dagli strateghi di Washington come l’obiettivo più immediato per un’azione di destabilizzazione mirata.
Contrariamente a quanto viene narrato dall’apparato dei media occidentali, la guerra contro la Russia non è nata nel febbraio di quest’anno ma ha origine da una precisa pianificazione fatta a Washington.
Per un caso fortuito, è trapelato ed è poi stato pubblicato uno studio della Rand Corporation, un Istituto collegato al Pentagono, che risale a più di tre anni fa, dimostra incontestabilmente che la guerra in Ucraina è in realtà la manifestazione di un più ampio attacco deliberato contro la Russia per mezzo del quale gli Stati Uniti stanno tentando di logorare e disarticolare la Federazione Russa.
Gli avvenimenti di questi mesi dimostrano come sia andato avanti il piano, in un primo tempo con l’istigazione fatta alla giunta di Kiev per attaccare le zone russofone del Donbass e quindi provocare la reazione russa che è arrivata con l’offensiva di febbraio. Successivamente per sospingere l’Ucraina nella rete della NATO e creare basi dell’Alleanza sul territorio ucraino. Era chiaro che la Russia sarebbe intervenuta in quanto non poteva permettere tutto questo, tanto meno il massacro della popolazione russofona del Donbass.
Le linee rosse tracciate da Putin e i moniti di avvertimento lanciati da Mosca, nei mesi precedenti, non sono serviti a dissuadere gli ucraini dal continuare le loro azioni aggressive, spalleggiati da Washington e da Bruxelles.
La guerra in Ucraina serviva e serve al piano degli USA per mettere in difficoltà la Russia, costringendola ad impantanarsi in un conflitto vicino ai suoi confini. Dall’inizio di questo siamo arrivati all’ottavo mese di guerra e il coinvolgimento della NATO e degli anglo USA nel conflitto è sempre più evidente. Armi, consiglieri militari dei paesi NATO, intelligence e logistica sono forniti massicciamente da questi paesi e, da ultimo, la campagna terroristica lanciata da Kiev con assassinio di persone russe (Daria Dugina) e sabotaggi ed attentati sul territorio russo, sembra di certo ispirata dalle centrali della NATO .
La reazione russa e’ stata immediata e decisa con gli attacchi contro le infrastrutture elettriche, centri di comando e di controllo, depositi di armi e munizioni.
L’obiettivo principale del piano era quello di attirare la Russia nella trappola Ucraina e favorire la distruzione progressiva dello stato russo, un cambio di potere al Cremlino e il varo di sanzioni paralizzanti per isolare la Russia e renderla uno “Stato paria”.
Per quanto Washington neghi il suo coinvolgimento, le prove sono schiaccianti ed in più lo stesso Stoltenberg, il segretario NATO, si è lasciato sfuggire una importante ammissione: in un articolo per il Financial Times il mese scorso ha ammesso che il blocco militare guidato dagli Stati Uniti ha armato l’Ucraina dal 2014 allo scopo di agitare le tensioni con la Russia.
Tuttavia le cose non stanno andando nella direzione prevista dagli statunitensi. Il presidente Putin ha compreso gli obiettivi di lungo termine dei suoi nemici ed ha fatto le sue mosse: ha stretto nuove alleanze con paesi emergenti ed ha iniziato a vendere le sue risorse in rubli. Altri paesi hanno seguito l’esempio e le organizzazioni alternative come la SCO (Accordo di Shangai) hanno ampliato il numero dei paesi associati, arrivando al 43% della popolazione mondiale. Le sanzioni dell’Occidente si sono rivelate inefficaci ed hanno avuto un effetto boomerang sui paesi europei, trascinati in profonda crisi e recessione economica.
Sul piano militare, dopo una strategia “morbida” utilizzata dai russi in Ucraina, vista la campagna terroristica lanciata dalla giunta di Kiev, Putin ha iniziato un’offensiva da “terra bruciata” in Ucraina per distruggere le infrastrutture del paese e lanciare un messaggio: se continuate gli attacchi terroristici in territorio russo, vi faremo ritornare nel sedicesimo secolo, senza elettricità e riscaldamento.
La soluzione del conflitto è in questo momento in mano ai centri decisionali di Washington e di Bruxelles: fermare il conflitto, scendere ad un negoziato e riconoscere un sistema di sicurezza europeo, altrimenti la parola sarà ceduta ai missili e ai sottomarini nucleari.
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