Avanza il blocco dei BRICS e cambiano gli equilibri di potere mondiale
Nel contesto de IV forum del blocco dei paesi del BRICS sono state significative le dichiarazioni del ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, il quale ha aperto i lavori del forum ed ha dato il benvenuto ai rappresentanti dei paesi che fanno parte di questo blocco.
Lavrov ha descritto il Forum come una piattaforma ricercata e dinamica ed ha anche dichiarato: “Il BRICS incarna la sinergia di culture e civiltà di diverse regioni del pianeta. Questa struttura internazionale è un esempio di vera diplomazia multilaterale che risponde alle realtà del 21° secolo”.
Questo organismo, che attualmente ha in lista di attesa le adesioni di importanti paesi come Argentina, Iran, Algeria, Turchia e Arabia Saudita, costituisce un nuovo blocco di aggregazione direttamente concorrente con i blocchi del G-7 o del G-20 dominati dagli Stati Uniti.
Mentre il mondo assiste all’attuale guerra in Ucraina, questo conflitto può essere indicato come lo spartiacque fra il mondo unipolare dominato dagli USA e il nuovo Ordine Mondiale multipolare.
Nuovi equilibri sono in fase di formazione e la Russia e la Cina, sono sempre più strette in una alleanza di fatto per contenere le pretese espansive della NATO e degli Stati Uniti che utilizzano qualsiasi metodo per sovvertire l’ordine stabilito all’interno dei paesi non schierati con Washington, mediante le loro ormai consuete tecniche di sobillazione e istigazione.
Così si spiegano gli antefatti dell’attuale conflitto in Ucraina, come si potevano spiegare le finalità delle rivoluzioni colorate sobillate da Washington.
Come qualcuno ha scritto in passato, “la prima vittima della guerra è la verità” e in questo conflitto in Ucraina questo è più evidente che mai. I media mainstream hanno adottato la versione della NATO quasi all’unisono. La propaganda occidentale è massiva e martellante, ripete sempre gli stessi concetti in una campagna di manipolazione dell’opinione pubblica.
Le voci di dissenso dei movimenti per la pace o quelle che provengono dal mondo accademico o da intellettuali indipendenti, sono difficilmente ascoltate. Le eccezioni confermano la regola, come sempre.
I tanti colpi di scena che i media hanno preso negli ultimi mesi sono stati a tratti dolorosi. Prima della guerra l’Ucraina era descritta come “il paese più corrotto” d’Europa; oggi il paese è l’epitome degli ideali liberali. Prima del conflitto c’era un problema con i neonazisti. Questi gruppi sono stati successivamente legalizzati e presentati come eroi. E così via”.
E’ ben noto che media di disinformazione e manipolazione del mondo occidentale, principalmente anglosassoni – che controllano più di 90 per cento delle agenzie di informazione internazionali, quelli della carta stampata e dei media televisivi più influenti – hanno intensificato una campagna che ha come asse portante la russofobia. Isolare la Russia è l’obiettivo prioritario di Washington, Londra e Bruxelles.
Si tratta di una campagna che tende a falsificare i fatti e ci presenta il conflitto tra Russia e Ucraina, ignorando la guerra civile, nonchè gli otto anni di bombardamenti contro la popolazione russofona, fatti dalla giunta di Kiev, il divieto di utilizzare la lingua russa, il taglio della luce, del gas e dell’acqua al Donbass ed alla Crimea, nonchè la minaccia esplicita di pulizia etnica.
Gli Stati Uniti e la NATO hanno continuato la loro espansione verso Est e sono arrivati sotto le frontiere russe, ignorando i moniti lanciati da Mosca e le richieste di discutere della sicurezza in Europa. Tuttavia nessuna risposta e la NATO si è dedicata ad “abbaiare sotto i confini russi” (come ha dichiarato anche il Papa). La reazione dell’orso russo non si è fatta attendere ed è partita “l’operazione militare speciale” per demilitarizzare l’Ucraina.
Tutto questo induce al sospetto che il conflitto sia stato voluto dagli Stati Uniti per le seguenti finalità ben precise:
1) interrompere qualsiasi collegamento e cooperazione fra Germania e Russia (Europa e Russia),
2) creare un conflitto di lungo termine per logorare e disarticolare la Russia,
3) incamerare gli enormi profitti delle forniture energetiche, militari, derivanti dal conflitto,
4) affossare l’economia del principale concorrente USA in Europa, la Germania.
In sostanza mentre gli obiettivi ai punti 1-3-4 sono stati sostanzialmente raggiunti, vedi anche i gasdotti Nord Stream fatti saltare nel mar Baltico, l’obiettivo del punto 2, di logorare la Russia con le sanzioni e l’isolamento internazionale, non è stato raggiunto ma oggi sono i paesi NATO ad essere rimasti isolati.
I paesi emergenti non tollerano più la spocchia americano-centrica che pretende di imporre le proprie regole. Inoltre la parte sacrificale è stata imposta all’Europa che subisce la peggiore crisi economica della sua Storia dal 1945 in poi. Tale crisi è provocata proprio da quelli che venivano definiti i “liberatori” che oggi utilizzano il loro potenziale bellico per appropriarsi delle risorse europee.
Un paradosso reso possibile dalla presenza nel vecchio continente dei “cavalli di Troia” degli Stati Uniti, personaggi come la Ursula von der Leyen o l’impagabile Joseph Borrel, che sono i portaordini di Washington. Assieme a questi i vassalli degli USA abbondano nei governi europei e sono tutti proni a dichiararsi “super atlantisti” pur di mantenere poltrone e carriere.
Fino a quando l’Europa non si sarà liberata da queste scorie tossiche, sarà difficile per il vecchio continente intraprendere un processo di riscatto e di rivalsa, conforme alla sua grande tradizione storica.
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