Renzi accoglie la base delusa dalla Meloni

 

Renzi accogli la base delusa dalla Meloni

Quando si dice che non ci sono parole e che siamo all’ “Idillio Infranto”, non rimangono che due oggettive letture, o che l’interlocutore sta gustandosi l’ultimo film muto della storia del cinema (Idillio Infranto) oppure che è stato gelato dai suoi amici (che appellava camerati) appena saliti al potere (sarebbe più corretto “chiamati a servizio”). Più che amore quello degli elettori tifosi di Fratelli d’Italia è stato un amorazzo, infatti hanno votato il 25 settembre e già a metà novembre gli eletti evitavano la base: sarebbe più corretto parlare di massa, di zavorra pronta a chiedere considerazione ed assistenza. “Che affronto! – va borbottando un vecchio missino – Io, da sempre su quelle posizioni, vengo evitato da questi giovincelli sbuffanti”. Qualcuno giustamente ha risposto: “pensavi potessero avere in considerazione la base?

E mica sono come i vecchi partiti. Fratelli d’Italia non è altro che una costola di Fli di Gianfranco Fini. Soprattutto gli eletti non intendono fare tesoro di come sia finita male l’esperienza di Alleanza nazionale”. Giorgia Meloni non ha tempo per l’elettorato, per via dei troppi impegni di governo ed internazionali, altrettanto la sua ristretta cerchia, il suo “cerchio magico”. Così i rapporti con il territorio (con la base) vengono demandati agli eletti che, in forza della riduzione dei parlamentari, si sentono emanazione d’un mandato feudale, e da valvassori si comportano. Ma come siamo arrivati a questa feudalizzazione sociale?

Per comprendere il nostro tempo necessita capire come si sia innescato il sistema di controllo sociale medievale, ovvero cosa sia successo al mondo con la deflagrazione di Roma (con la fine della “pax romana”). Premettiamo che questo Parlamento è stato eletto con la legge di riduzione dei parlamentari, ed è già una mezza fortuna non avere una maggioranza “5 Stelle”: se i grillini non si fossero spaccati ed avessero stravinto, entro il 2025 avrebbe potuto prendere forma la proposta (studiata dalla Casaleggio associati) di tornare ai deputati non pagati e per censo (le élite), come già era per Camera e Senato del Regno; quindi l’ulteriore riduzione dei parlamentari che permetterebbe ad un rarefatto censo dominante l’entrata in Parlamento per legiferare. I piani sono stati in parte solo rimandati per via della vittoria di questa maggioranza, che per altro non era nei pronostici del “potere”: ma l’esecutivo di governo non ha tardato a rassicurare Draghi e l’élite circa il fatto che verranno mantenuti gli impegni pregressi, che tutto si svolgerà nel massimo rispetto dei poteri internazionali.

L’elettorato fedele ad una certa area ha iniziato ad intuire che non sarebbe all’orizzonte nemmeno un parziale cambiamento di rotta dal precedente esecutivo: le tasse non calano, rimangono blocchi e limiti all’uso del contante, soprattutto permangono tutti gli ostacoli all’opportunità di creare lavoro artigianale e commerciale. Non dimentichiamo che tutti questi problemi non esistono per i colossi multinazionali che investono (sfruttano) in Italia.

Così l’elettorato, già coinvolto nella passata campagna elettorale, ha pensato di bussare alla porta della classe dirigente sperando almeno fosse aperta a fare un po’ di clientelismo: ed in considerazione dei tanti ex diccì eletti nella fila della Meloni. Ma dall’alto pare sia arrivato l’ordine perentorio di non aiutare nessuno, perché diversamente sarebbero tanti i disperati pronti a bussare all’uscio di Fratelli d’Italia che, nonostante il nome, non è certo un convento di fraticelli o un’opera pia.

Ma gli uomini sono come i topi e l’acqua, ovvero due forze della natura che arrivano ovunque, difficilmente intrappolabili. Così alcuni seguaci di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno fatto capolino negli uffici di Italia Viva, dove sono stati accolti con insperato affetto. Da qui la novella che, per ottenere favori alla corte dell’attuale governo necessiti affidarsi a Matteo Renzi. E sarebbe crescente il numero di coloro che, dopo aver creduto nella Meloni, reputerebbero l’uomo della Leopolda capace di offrire una sorta di “pax democristiana” (surrogato della “romana” augustea). Gli italiani s’accontentano di poco e, nella scala dei bisogni, sarebbero secondo gli esperti della Deloitte solo più esigenti di indiani e turchi. Suvvia, ora il popolo degli indecisi verrà ammansito con cene e pranzi elettorali per le imminenti regionali, almeno così pensano nel convento i fraticelli.

 

Immagine: https://www.open.online/

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