Più buio che a mezzanotte non viene

 

Più buio che a mezzanotte non viene

22 giugno 1946 entra in vigore il: “Decreto presidenziale di amnistia e indulto per reati (..), politici e militari”, avvenuti durante il periodo dell'”occupazione nazifascista”. Legge proposta e varata da Palmiro Togliatti, segretario del PCI, e allora ministro di Grazia e Giustizia del primo governo De Gasperi.

L’amnistia, che prenderà il nome dal suo promulgatore, aveva come scopo primario, quello di giungere quanto prima a una pacificazione nazionale, per evitare che l'”epurazione”, degli ex fascisti rallentasse la ricostruzione materiale del paese. Con l’amnistia vennero scarcerati migliaia di detenuti che furono reinseriti senza troppo clamore nella cosiddetta “Società Civile”.

Stranamente (o forse no) alcuni degli ex prigionieri, arriveranno perfino a iscriversi al Partito Comunista, chi per convenienza, chi per continuare l’ideale battaglia de: “Il sangue contro l’oro”,  in quanto (almeno a parole) vedevano nel PCI un argine ad una visione liberista del mondo, identificando più che nell’unione Sovietica il nemico in quegli Stati Uniti artefici di massacri e distruzione delle nostre città.

Un esempio plateale di questo tipo di scelta fu quello di Piero Vivarelli, classe 1927, regista, sceneggiatore, attore e paroliere italiano, autore di canzoni come: “24.000 baci” e “Il tuo bacio è come un rock” di Adriano Celentano, “Vorrei sapere perché” di Mina, Little e “Domani è un altro giorno” di Peppino Di Capri. Come regista fu autore di film Cult come Satanik, tratto dal fumetto nero di Max Bunker, o “Il dio serpente e “Il Decamerone nero”, dove sottotraccia ci confessa la sua predilezione per le donne di colore, (ebbe anche una relazione con la cantante Ella Fitzgerald.

Originario di Siena, dopo la morte del padre avvenuta nel 1942 per mano di partigiani jugoslavi aderì giovanissimo alla Repubblica Sociale, come volontario della Xª Flottiglia MAS e fu inquadrato tra i “nuotatori paracadutisti”.  Fatto prigioniero fu liberato nel 1948 grazie all’amnistia Togliatti.

Si iscrisse al Movimento Sociale Italiano, divenendone a Milano un dirigente universitario. All’università riprese rapporti con studenti di sinistra e decise di presentarsi alle elezioni universitarie con le liste del “Fronte della Gioventù” che allora non era il nome della futura organizzazione giovanile missina, ma era formato prevalentemente da social-comunisti. All’epoca già a Roma c’erano stati numerosi passaggi da destra a sinistra grazie al “Pensiero Nazionale” di Stanis Ruinas. Dopo quell’esperienza Vivarelli si dimise da missino, ma non da Fascista, o marò della Decima, tanto che nel 1950, subito dopo il primo matrimonio (ne farà 4), portò la sua moglie in visita al “Comandante”, come chiamerà sempre Junio Valerio Borghese, appellativo che riconoscerà solo ad un altro Uomo, l’amico Fidel Castro, che anni dopo gli consegnerà personalmente (unico italiano a meritarla) la tessera del Partito Comunista Cubano.

Ha bazzicato il gruppo de Il Manifesto, è stato tra fondatori di Rifondazione Comunista, ma il suo modello di riferimento non fu certo quello dell’l’Unione Sovietica. Il suo cuore era a Cuba.

Militò da Fascista, nelle file del PCI, senza nessun ostruzionismo da parte dell’allora classe dirigente. In un’intervista pubblicata su: “Lo Stato” del 3 Febbraio 1998, dichiarerà: ”All’interno del Pci il nutrito gruppo della Decima, anche se all’inizio fra noi non ci conoscevamo, è rimasto abbastanza unito. Il mio amico Giampaolo Testa diceva che eravamo la “P2” del Pci. Ma forse eravamo anche i più bravi, (..) non siamo dei vinti, noi della Decima. Per il semplice motivo che nessuno di noi è andato al nord pensando ad una vittoria. Sapevamo tutti come sarebbe andata a finire. Non era questione di vincere ma un discorso di dignità, di onore personale che ancora oggi io rivendico. Quando, dopo l’8 settembre, la Marina si è consegnata agli alleati ha fatto qualcosa che mi ha offeso come italiano. E continuo a sentirmi offeso anche oggi, anche se non sono più un uomo di destra. In realtà, grazie anche al Partito comunista cubano e a Fidel ho recuperato l’idea di patria che avevo un po’ dimenticato.”

Sempre nella stessa intervista Vivarelli ammette candidamente di non avere alcun rispetto per i “partigiani dell’ultima ora”, schieratisi praticamente a guerra vinta, ed di ritenersi un Comunista in senso Gramsciano, ponendo nella sua militanza nella R.S.I. la forte carica anticapitalista che ha influito sulle proprie scelte di vita. Il suo penultimo Film, “La rumbera” del 1988 ,  ispirato al romanzo “Canzone di Rachel” di uno dei maggiori poeti cubani, Miguel Barnet, fu girato completamente a Cuba, (l’ultimo “Provocazione”, il Leitmotifil della sua vita, sarà un erotico con Moana Pozzi.)

Vivarelli morirà a Roma il 7 settembre 2010 all’età di 83 anni. Gli ultimi anni della sua vita professionale lo vedranno autore del documentario “Salò e la Decima Mas”, prodotto dalla Rai, ma tenuto in un cassetto, sine alla pubblicazione in videocassetta da parte de: “Il Borghese”, con la prefazione di Massimo Fini, e varie produzioni sulla Cuba Castrista. “Sogno una Decima Mas Cubana” si era fatto scappare in un’altra intervista.

 A 76 anni di distanza da “l’amnistia Togliatti”, il fine ultimo della “pacificazione”, pare ancora più distante. Non c’è giorno che i media, non diffondano notizie sul “pericolo Fascista”, (in assenza di Fascismo, direbbe Costanzo Preve), di contro gli eredi di quel MSI, continuano e vedere il “Pericolo Comunista” (in assenza di Comunismo) ovunque. Entrambi gli schieramenti proni, al liberismo, all’atlantismo, e alla visione “Anglosassone” del mondo arrivano a riscrivere le proprie radici politiche e culturali.

Durante una recente trasmissione su la 7, l’ex colonnello di Gianfranco fini, Italo Bocchino, oggi parcheggiato alla direzione de: “Il Secolo d’Italia” lo storico quotidiano della Destra Italiana, ha dichiarato che il Movimento Sociale Italiano di cui è stato militante, sia sempre stato un Partito Atlantista. Bocchino vanta un pedigree di tutto Rispetto, classe 1967, giovanissimo aderisce al Fronte della Gioventù, transitando per Fronte universitario d’azione nazionale (FUAN), divenendo portavoce del deputato Giuseppe Tatarella. Alle elezioni politiche del 1996 è eletto alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di “Casal di Principe”, sostenuto in quota AN dal Polo per le Libertà.

Nel 2020 a coronamento delle sue politiche liberiste e conservatrici diventa docente presso la “Luiss” Business School. Ma la storia della “Destra Missina Italiana” non è solo questo, è una storia di correnti, scontri ed incontri, dove la componente “Atlantista” era sì presente sin dalla propria fondazione, ma dove è sempre stata presente una linea Nazional Rivoluzionaria, che negli anni ha visto alternarsi grandi uomini politici.  Fra i tanti il già citato Stanis Ruinas, (pseudonimo di Giovanni Antonio De Rosas), su posizioni antiborghesi, anticapitaliste e antioccidentali. Nel 1950 finì per quaranta giorni a Regina Coeli per «istigazione alla rivolta armata» per alcuni articoli dove invitava il PCI e gli ex fascisti alla ribellione, contro il governo De Gasperi. E poi, Giorgio Pini, Ernesto Massi, Pino Rauti, Beppe Niccolai, Tomaso Staiti di Cuddia, Carlo Terracciano . Possono essere considerati Anti Atlantisti, “La Nuova Destra” di Marco Tarchi, con l’esperimento de “La Voce della Fogna” degli anni 70, o la componente “Destra Sociale”, rappresentata da Francesco Storace e Gianni Alemanno, tutti, chi più chi meno ispirati a quella «mistica del lavoro» che campeggia come prassi dello Stato nella Repubblica Sociale, testo che costituisce il testamento filosofico di Giovanni Gentile come sintesi politico-ideologica contro al tecnicistico marxista e capitalista.

Lo storico Statunitense (scusate l’ossimoro) Richard Wolin esperto di Heidegger e del gruppo di pensatori noto come la Scuola di Francoforte, mette in guardia i propri connazionali contro il rischio che una nicchia di intellettuali europei influenzati da riferimenti della destra storica possano aprire la strada a movimenti e associazioni sovranazionali, che coniughino il fascismo con altre dottrine di sinistra. E abbiamo accennato solo a personaggi iscritti o contigui al M.S.I. un capitolo a parte meriterebbe un’analisi dei gruppi extraparlamentari, Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Terza Posizione o l’OLP (Lotta di Popolo), che anche esteticamente rimandava ad una fusione delle 2 rivoluzioni, tanto che dispregiativamente venivano chiamati “Nazimao”. La Destra di governo e i propri sodali, non possono riscrivere un’intera storia. Sono convinto che se qualcuno fosse in grado di veicolare a sinistra  i concetti di “corporazione proprietaria” di Ugo Spirito o di “socializzazione delle imprese” di Bombacci, il sindacalismo rivoluzionario di Alceste de Ambris, o le teorie geopolitiche di Carlo Terraciano, e a Destra, le altrettanto argute analisi di Costanzo Preve, i timori di Wolin, potrebbero essere più che fondati.

Jean Thiriart il politico belga fondatore di Giovane Europa scrisse di sognare una grande Europa “Da Dublino a Vladivostok”. Europa Nazione Rivoluzione, cantavamo nelle ns. manifestazioni, prima di Fiuggi, di Berlusconi o della Meloni. Sabato scorso alcuni superstiti della storia di cui sopra, si sono ritrovati a Milano per una simbolica “Marcia della pace”, contro la guerra per procura Statunitense nel nostro continente. Una manifestazione ordinata e pacifica, ma la sola presenza dei dissidenti di destra ha fatto sì che varie testate fra cui Fanpage.it, titolassero: “La pace neofascista”.  

Nel 1999 il “Fascio Comunista”, Piero Vivarelli scrisse un romanzo “Più buio che a mezzanotte non viene”, titolo mutuato dal motto del battaglione NP, i nuotatori paracadutisti di Junio Valerio Borghese, vera e propria  “spina nel fianco” degli Alleati. Facciamo che sia un primo segnale di rinascita, di un mondo che alla faccia di Italo Bocchino, non si arrende.

 

Immagine: https://www.cinquecolonne.it/

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