La trappola della guerra senza fine si ritorce contro l’egemone USA

 

La trappola della guerra senza fine si ritorce contro l’egemone USA

Le previsioni fatte all’inizio del conflitto in Ucraina di una possibile sconfitta della Russia ed un isolamento di questo paese a livello internazionale, a seguito della furiosa campagna di sanzioni, sono state totalmente ribaltate dai fatti.

Alcuni analisti occidentali avevano pronosticato che l’offensiva russa in Ucraina, attuata da Putin nel Febbraio del 2022, poteva essere considerata una trappola in cui era caduto Putin che rappresentava una grande opportunità per gli Stati Uniti di perseguire i loro obiettivi di unificare l’Occidente in un unico fronte antirusso, indebolire l’Europa e renderla dipendente dagli USA, mentre l’obiettivo principale era quello di logorare la Russia con una guerra a lungo termine.

Nonostante i primi obiettivi (quelli dell’Europa) siano stati effettivamente raggiunti, a distanza di quasi un anno dall’inizio del conflitto sembra evidente il fallimento dell’obiettivo del logoramento della Russia e del suo isolamento internazionale.

Inaspettatamente il vero beneficiario della strategia USA sembra essere la Cina, visto che le azioni dell’Amministrazione Biden hanno dato a Pechino una leadership indiscussa nel sud del mondo e nelle economie emergenti.

Il rovescio della medaglia della strategia USA.

Il potere economico del blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti è stato minato dalle sue stesse decisioni di decretare frettolosamente una serie di sanzioni contro la Russia per punirla per l’invasione dell’Ucraina.

Alla crisi ucraina, istigata dagli USA fin dal 2014 con il “golpe di Maidan”, attraverso cui l’Occidente intendeva neutralizzare Putin, si è avuta la risposta dell’arroccamento cinese, anch’esso annunciato prima dell’invasione, come “amicizia senza limiti”.

Non c’è dubbio che la leadership guerrafondaia di Joe Biden e del suo staff di neocon abbia trascinato l’Occidente in una delle peggiori crisi globali degli ultimi decenni.
Dopo aver stanziato oltre 100 miliardi di dollari per gli ucraini per farli suicidare in una guerra con la Russia, e dopo aver lasciato l’Europa in balia delle conseguenze delle sanzioni, il governo degli Stati Uniti, già da aprile 2022 si è mosso rapidamente nella regione asiatica per demonizzare il suo rivale, la Cina.

Come conseguenza della cattiva leadership della principale potenza occidentale, il mondo è stato trascinato in una crisi che ha sconvolto l’economia globale, mettendo in difficoltà soprattutto i paesi più poveri e le economie più fragili.

Tuttavia la diplomazia di pressioni e ricatti fatta da Washington non è riuscita a convincere i grandi paesi emergenti del mondo. Al contrario l’India, l’Indonesia, l’Argentina, il Brasile, il Sud Africa, l’Algeria ed una miriade di paesi africani e asiatici, si sono integrati con il nuovo blocco dei BRICS e si sono allontanati dall’Occidente, fatto questo che rende ancora più evidente il fallimento della strategia di Washington.

Permane il ricorso alla guerra continua.

Tutti coloro, che hanno tentato di interporsi come mediatori nel conflitto, dalla Turchia di Erdogan, a Israele e, non da ultimo, dallo stesso Papa Francesco hanno visto vanificare i loro sforzi per la ostinata volontà di Washington e di Londra di sabotare apertamente ogni tentativo di negoziato.

Al contrario i leader della UE annunciano che la guerra in Ucraina potrebbe durare anni e proclamano la necessità di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia dell’Ucraina.
La massiccia disinformazione ha contribuito a sospingere il conflitto in un tunnel senza uscita che non sia quella di un conflitto mondiale e nucleare.

Con le dichiarazioni della Merkel circa l’inganno voluto dei famosi accordi di Minsk, creati solo per prendere tempo e consentire alla NATO di armare l’Ucraina, si sono azzerate le possibilità di nuovi negoziati, vista la malafede ed il cinismo dei negoziatori occidentali rivelatisi falsi ed inaffidabili.

La propaganda occidentale ci ha immerso in immagini spesso falsate e distorte. Tuttavia questo gioco di distorsione della realtà ha cominciato ad avere un effetto opposto sulla popolazione.

In Europa cresce il sospetto sulla guerra e sulle sue conseguenze nel deterioramento delle condizioni di vita e nell’aumento dell’inflazione. Questo malcontento è testimoniato dagli scioperi avvenuti a Londra, a Bruxelles, a Berlino e Parigi e dalle manifestazioni di protesta. Si accresce la consapevolezza che la vera trappola è quella in cui è caduta l’Europa per la sua subordinazione alle direttive degli Stati Uniti.

Si profila quindi un nuovo fallimento per gli Stati Uniti nel non aver previsto le conseguenze della sua politica aggressiva con rischio del definitivo crollo della propria leadership e con l’Europa screditata agli occhi del resto del mondo che oggi è alla ricerca di un nuovo ordine mondiale.

 

Immagine: https://www.agi.it/

 

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