L’élite di Washington in lotta contro la Russia e la Cina per l’egemonia mondiale


 

L’élite di Washington in lotta contro la Russia e la Cina per l’egemonia mondiale

L’attuale conflitto in Ucraina, istigato e provocato dagli Stati Uniti e dai suoi vassalli, sta dimostrando la vera natura di quello che a ragione viene denominato l’Impero delle menzogne.

Il potere egemonico USA, nel tentativo di imporre la sua dominazione a livello planetario, evita la pace a favore di una guerra perpetua contro le nazioni che non vogliono essere sottomesse a un potere superiore di Washington. L’obiettivo della guerra è logorare la Russia.

Questo spiega il sabotaggio delle trattative di pace che erano già state impostate con la mediazione della Turchia fra marzo ed aprile del 2022.

Tuttavia Putin non è Gorbaciov e la Russia di oggi non è l’URSS.

Il conflitto per procura gestito da Washington e dalla NATO in Ucraina è l’ultimo episodio di una serie di conflitti in cui gli Stati Uniti hanno manifestato la volontà di schiacciare qualunque nazione non allineata alle direttive.

Questa sorte è toccata soltanto negli ultimi 30 anni alla Serbia, all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, alla Somalia, alla Siria, oltre a tentativi di golpe (riusciti o meno) in Venezuela, Bolivia, Honduras, rivoluzioni colorate nei paesi dell’ex Unione Sovietica e, da ultimo, la Russia.

Attualmente stanno utilizzando soldati di fanteria ucraini sacrificabili come carne da cannone, pur di condurre una guerra di logoramento contro la Russia.

L’istigazione del conflitto con la costante avanzata della NATO verso Est, fin sotto le frontiere della Federazione Russa e la minaccia di sterminio paventata contro la popolazione russofona del Donbass, hanno costretto la Russia a intervenire in Ucraina.

Il rappresentante russo all’ONU, Nebenzia, ha espresso molto chiaramente quali siano le finalità della Russia nel conflitto: la Russia si impegna ad assicurare “che nessuna minaccia alla (patria), ai nostri alleati, alla cultura o alla lingua provenga mai più dal territorio ucraino”.

Tutto dimostra che questa è una guerra della Russia per la propria sopravvivenza.

Nonostante questo l’élite di potere degli Stati Uniti continua a sobillare altri paesi per ottenere sostegni alla sua politica aggressiva non soltanto contro la Russia ma anche contro la Cina. Così si spiegano i continui viaggi del segretario di Stato Binken e del vicesegretario Victoria Nuland in Asia e in Africa in modo da convincere i governi di alcuni paesi ad unirsi alla crociata egemonica di Washington. I risultati però sono controproducenti.

Sembra chiaro che, per ristabilire un dominio mondiale unipolare, gli Stati Uniti dovrebbero affrontare direttamente    la Russia e la Cina che sono le superpotenze antagoniste.

Resta il fatto che Washington non potrà aprire due guerre contemporaneamente, con due potenze come Russia e Cina.

Dopo le ultime vicende di sommovimenti interni, sarà molto difficile per Washington coalizzare l’America in un lungo conflitto dall’esito incerto.

In America, i più accreditati analisti sostengono che il paese o vincerà la sua guerra globale ristabilendo il suo dominio sul mondo oppure perderà, e dovrà abbandonare il monopolio sulla guida del mondo.

All’inizio della guerra in Ucraina, Washington ha ottenuto i vantaggio di trasformare la dipendenza europea dal gas russo in dipendenza dalle esportazioni energetiche statunitensi a    prezzo quintuplicato, oltre all’interruzione del percorso di sviluppo delle relazioni russo-europee in generale e delle relazioni tedesco-russe in particolare. L’Europa si è schierata, volente o nolente, dietro la volontà di Washington, e ha iniziato a nuotare contro i suoi interessi, nell’illusione di conservare la sua stabilità.

La dinamica del conflitto è cambiata dallo scorso autunno. Con l’arrivo dell’inverno il tempo ha cominciato a giocare a favore di Mosca.

Accade che, l’avanzata delle forze russe sul terreno, che continua, insieme alle ripercussioni economiche legate alla guerra da un lato, e le interazioni dell’economia globale dall’altro, stanno portando Washington a decisioni inconsulte che potrebbero portare ad uno scontro diretto con la Russia.

Il ruolo della Cina

Mentre l’attenzione è rivolta a Mosca, gli Stati Uniti non hanno smesso di seguire la Cina.

La Cina è importante per molte ragioni, a cominciare dalla priorità di evitare il coinvolgimento diretto nel sostenere la Russia, e cercando di contenerne l’influenza in ascesa sul resto del mondo.

Il calcolo degli strateghi di Washington di piegare la Russia non ha tenuto conto della variante cinese nel contesto globale. Se Kiev sarà sconfitta, come tutto lascia prevedere, si possono solo immaginare le ripercussioni economiche e strategiche sul ruolo degli USA nel mondo.

Il tempo stringe e Pechino, che ha puntato sull’emancipazione tecnologica dall’occidente, continua a ridurre i suoi investimenti in obbligazioni Usa, se ne va con Russia, India, Arabia Saudita, Egitto, Iran e altri, mentre si diffondono gli scambi in valute locali. La Russia vende energia in rubli, la Cina vende prodotti in yuan e si scambiano valute locali tra loro.

Nel contempo le sanzioni occidentali non hanno impedito alla Russia di esportare le proprie risorse energetiche ed hanno contribuito a solidificare le alleanze fra i paesi sanzionati (Russia, Iran, Venezuela) vanificando la pretesa USA di dominare il mercato energetico e rompendo la fiducia fra Cina e occidente per l’utilizzo del dollaro e del sistema finanziario come arma di ricatto. Una crisi di fiducia che ha investito altri paesi influenti come India, Arabia Saudita, Brasile che hanno iniziato la corsa per staccarsi dal dollaro ed aggregarsi al blocco emergente dei BRICS e dell’accordo di Shangai.

I riflessi di questo processo saranno enormi con un forte disinvestimento dall’area del dollaro che è già iniziato.

Con tutto questo la Cina avrà il vantaggio di competere con Washington sul livello del commercio mondiale e di offrire un’alternativa ai paesi emergenti del sud del mondo..

Uno scenario che preoccupa Washington dove iniziano voci dissidenti sulla perseveranza del conflitto ucraino e si mette in dubbio il piano USA per indebolire la Russia.

Si può prevedere che nel breve termine ci saranno decisioni drastiche a Washington che potranno essere in un senso o nell’altro, guerra totale o una pace negoziata sacrificando l’Ucraina.

Immagine: https://www.ariannaeditrice.it/

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