Il blocco Cina – Russia ha spodestato l’Impero Statunitense
Mentre l’Europa annaspa nella sua condizione di vassallaggio verso il “grande fratello” d’oltre Atlantico, con i governi europei che sono incapaci di trovare un proprio ruolo sulla scena internazionale, Pechino dimostra di essere divenuta il centro di iniziativa diplomatica e di pacificazione mondiale.
Senza alcun dubbio il protagonismo della Cina ha ottenuto un inaspettato successo nel mettere a punto la distensione in Medio Oriente con l’accordo tra Iran e Arabia Saudita, fatto questo di enorme portata che ha accelerato un riallineamento geopolitico in Medio Oriente.
L’iniziativa diplomatica della Cina rappresenta un esempio di risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo, in netto contrasto con il ruolo esercitato dagli Stati Uniti di istigatore di conflitti.
Il decennale conflitto fra le due potenze e le due confessioni, quella sciita (rappresentata dall’Iran) e quella radicale sunnita (dell’Arabia Saudita), era il perno della strategia anglo USA (divide et impera) per ottenere alleanze in chiave anti iraniana. Un progetto totalmente fallito che vede crollare l’influenza degli Stati Uniti a favore di quella cinese e russa.
Come confessato dal direttore della CIA, William Burns, gli Stati Uniti sono rimasti “sorpresi” da questo sviluppo che non si aspettavano, rivelando una intelligence e una diplomazia quanto meno mediocri.
Questo segue alla stretta alleanza suggellata a Mosca nell’incontro tra Putin e Xi Jinping che ha reso evidente al mondo la costituzione di un nuovo blocco di potere che segna il crollo dell’influenza statunitense.
L’accordo Iran Arabia S. è soltanto una delle conseguenze di questo nuovo blocco di potere che non è soltanto economico ma anche militare e tecnologico.
Un fattore geopolitico questo che mette fine all’egemonia unipolare statunitense sul mondo. La Cina si contrappone allo strapotere USA in Asia e in altre parti del mondo e il suo fare blocco con la Russia gli permette di mettere al loro posto le pretese monopolistiche americane.
Tale nuova situazione è stata toccata con mano dallo stesso premier francese Emmanuel Macron, nel corso della sua visita a Pechino e del suo incontro con Xi Jinping. Alle sue richieste di convincere la Russia a “ragionare” (sul conflitto in Ucraina) ha ottenuto una risposta sarcastica, “noi abbiamo prospettato la nostra proposta di pace in 12 punti”, la vostra (della Francia e della UE), dove sta”?
La reazione del presidente Putin all’ accerchiamento effettuato dalla NATO sotto le frontiere russe, con l’offensiva in Ucraina, probabilmente ha preso alla sprovvista gli strateghi di Washington, a cui ha fatto seguito l’alleanza Russia-Cina e dalle conseguenze che questa sta producendo a tutti i livelli, inclusi i nuovi accordi economici dei paesi BRICS e di altri candidati (dall’Arabia S. all’Iran, Argentina, Algeria, ecc..) che decidono di aderire al nuovo blocco.
La Cina ha spodestato l’impero statunitense proiettando abilmente il suo potere economico su buona parte del mondo, con i 150 paesi che hanno aderito alla Belton Road, mentre Putin ha messo in chiaro che il suo potere militare, integrato con quello cinese, non permetterà alla NATO di calpestare gli interessi della Russia e dei suoi alleati.
Il consueto sistema di pressioni, ricatti e sanzioni, da sempre esercitato da Washington sui paesi del sud del mondo, non fa più presa e non ottiene i suoi effetti, anzi si ritorce come un boomerang contro chi lo ha utilizzato con una fuga crescente dal dollaro, ormai visto come strumento della egemonia finanziaria USA, e con l’aggancio di questi paesi al treno cinese e russo.
A questi paesi la Cina e la Russia offrono anche un ombrello di protezione militare ed una prospettiva di sviluppo economico, senza imporre un modello asfissiante di neocolonialismo, come avviene in Africa, dove oltre quaranta paesi attuano il loro congresso africano per la seconda volta a Mosca.
Questo suscita la rabbia a Washington, Londra e Parigi ma è un processo irreversibile che procede verso un mondo multipolare, già in atto e che sarà impossibile fermare.
Se ne dovranno fare una ragione.
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