Giunta Rocca, sulle Ater vietato sbagliare
Alla Regione Lazio, l’era Rocca è ufficialmente iniziata. Il presidente e la Giunta sono al lavoro ormai da quasi un mese, i primi dirigenti sono stati nominati e le segreterie degli assessori, che terranno i rapporti con la Pisana, con i partiti e col territorio, a breve saranno al completo. Stesso discorso al Consiglio, dove i capigruppo sono stati nominati, così come le Commissioni, con i loro presidenti, e gli uffici si stanno riempiendo di volti nuovi, insieme ai tanti noti, che da decenni popolano le stanze di via della Pisana. Tutto procede, insomma, ma segnali forti di discontinuità, rispetto ai tragici dieci anni a guida Zingaretti non se ne vedono.
“Domenica scorsa – ci spiega un esponente storico di Forza Italia – ho preso parte a una manifestazione di partito, nella mia città, a cui hanno partecipato una vicepresidente di Commissione e un consigliere regionale: il livello è davvero imbarazzante. Questi personaggi, appena pochi anni fa, erano non le seconde, ma le terze o quarte schiere della politica: oggi sono in prima fila e, sinceramente, non mi aspetto nulla di buono. La Giunta Polverini, con tutti i suoi limiti, era addirittura meglio”. Parole che non sono un bel segnale, anche perché pronunciate da un politico (ex sindaco ed ex parlamentare) di lungo corso.
Resta il fatto che chi ha votato convintamente Rocca, oggi aspetta un cambiamento radicale rispetto al nulla del fratello del commissario Montalbano. Il presidente della Regione Lazio, a dire il vero, è partito con annunci roboanti, in particolare riguardo alla Sanità e al mondo delle case Ater. Per quel che riguarda la Sanità, si è affidato ad Andrea Urbani, in Regione “nato” come presidente dell’Arsial (agricoltura) ai tempi di Storace (2000-2005), ma poi con una lunga esperienza nel campo delle Asl e degli ospedali, essendo stato, di fatto, l’assessore-ombra della Sanità nella Giunta Polverini, venendo, successivamente, nominato commissario governativo della Sanità in Calabria e, in seguito, ottenendo l’importantissimo incarico di Direttore della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, incarico ricoperto fino a un anno fa circa. Insomma, per quel che riguarda i tanti problemi della Sanità, Rocca ha scelto di affidarsi, oltre che alle sue personali competenze, a un manager del settore esperto e stimato, dal quale i cittadini del Lazio aspettano decisioni rapide e incisive.
Quello che preoccupa di più è il pianeta Ater, del quale Rocca parla spesso, senza, però, conoscerlo granché. Le case popolari sono state letteralmente abbandonate al loro destino dalla Giunta Zingaretti: l’assessore competente (si fa per dire), tal Massimiliano Valeriani, era lo stesso che avrebbe dovuto occuparsi di rifiuti. Tutti sappiamo come sono andate le cose: dieci anni di immobilismo, città invase dall’immondizia e si salvi chi può. Identica cosa è avvenuta per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica: nessun flusso di denaro costante destinato alle Ater e direttori generali in balia di conti in rosso e stipendi da pagare, senza alcun supporto della Giunta regionale.
Tra questi dirigenti, uno, in particolare, ha navigato controcorrente, in questi dieci anni, perché ritenuto un tecnico fuori dalle dialettiche partitiche: parliamo di Luigi Bussi, direttore generale dell’Ater della Provincia di Roma, che i “boatos” della Pisana davano spesso in procinto di essere cacciato, in quanto non allineato con Zinga e compagnia. Bussi ha tenuto botta, è riuscito a pagare sempre gli stipendi ai dipendenti, malgrado una situazione di cassa disastrosa ormai da tempo immemore, ed è anche riuscito nell’impresa di effettuare qualche intervento di manutenzione, malgrado i suoi appelli alla Regione, per l’invio di fondi destinati appunto a migliorare gli immobili, siano stati sempre inascoltati.
Oggi, con una Giunta regionale di centrodestra, ci aspetteremmo che un dirigente come Bussi venisse premiato non soltanto per la sua strenua “resistenza” nei bui periodi zingarettiani, ma anche per la sua effettiva competenza e per la capacità di amministrare un’Azienda complessa come un’Ater.
L’Ater del Comune di Roma, ad esempio, portata al collasso da gestioni dissennate nell’epoca Zingaretti, o quella di Civitavecchia, governata in modo clientelare per dieci anni da uomini di Rifondazione Comunista, avrebbero bisogno di una svolta immediata, che soltanto dirigenti di livello, come Bussi, possono imprimere. Il presidente Rocca lo tenga presente e non commetta errori.
Immagine: https://www.latinatoday.it/