Gli sciocchi e l’inquinamento

 

Gli sciocchi e l’inquinamento

Alla chetichella e nel silenzio più assordante a Roma stanno montando i nuovi varchi per l’estensione della zona verde per impedire la circolazione delle auto più vecchie in quasi tutta la città.

La scusa è l’inquinamento, dimenticando che è scarsa l’incidenza della circolazione auto sull’inquinamento atmosferico. È ovviamente un attacco ai ceti economicamente più deboli che non sono in condizione di affrontare la spesa per rinnovare o aggiornare le proprie autovetture.

L’amministrazione Gualtieri si sta adeguando ai dettami dell’agenda di Davos che, con scuse vergognose e valutazioni consapevolmente errate, cerca di eliminare la parte di popolazione più inutile per la produttività, nume tutelare del liberismo e della società dei consumi.

Devono crearsi sempre maggiori ostacoli alla vivibilità, per i poveri, per i vecchi e per gli stupidi.

L’operazione eliminazione e controllo già è iniziata con la fantasmagorica narrazione dell’epidemia da covid e il conseguente siero genico spacciato per vaccino.

Purtroppo molti, terrorizzati dall’informazione falsa e drogata, come ormai ampiamente provato da sentenze e processi in corso, hanno accettato grandi privazioni e si sono assoggettati (molti purtroppo per necessità) all’inoculazione forzata di un siero sperimentale di cui ci si è dovuti accollare la responsabilità di eventuali effetti negativi.

Ormai siamo tutti a conoscenza di numerosi casi di morti improvvise, di insorgenze di nuove patologie, di aggravamento di patologie preesistenti e ne siamo preoccupati. Nessuno però dice niente, nessuno si assume responsabilità, tutti tacciono.

È stato un colpo grave alla nostra incolumità, alla nostra identità, alle nostre libertà, i cui effetti reali sapremo trarli, se ce lo permetteranno, tra parecchio tempo.

Intanto con la scusa dell’impatto ambientale colpiscono i meno abbienti, rami secchi cui rendere la vita sempre più difficile; non basta la digitalizzazione, non basta aver tolto la possibilità di dialogo negli uffici ormai rappresentati da voci amorfe di macchine e da codici numerici, non basta la proliferazione dei “non luoghi” quali centri commerciali, multisale e alloggi alveare, non basta averci ridotto a soggetti rappresentati da codici a barre e sigle.

Questo purtroppo è solo l’inizio, rappresenta un drammatico percorso che parte dall’alienazione prodotta dalle grandi città, si alimenta con la contrazione del tempo disponibile per sé stessi, frutto della voluta disorganizzazione e della insulsaggine di molte delle procedure da attuare attraverso corsi di formazione che insegnano “fuffa” inutile ed insignificante.

Quando la società del profitto ha raggiunto la massima concentrazione di ricchezza nelle mani di un numero sempre più ristretto di persone, il prossimo non serve più se non come schiavo, servo, senza ambizioni, senza prospettive, senza desideri.

La scusa ultima? Clima ed ecologia.

Due temi la cui influenza reciproca è pressoché nulla, anche se, per interessi inconfessabili ci raccontano il contrario. Ma di questo parleremo un’altra volta.

Qui ci preme sottolineare come questi temi vengano utilizzati strumentalmente per creare contrasti, separazione, rancori (basti pensare all’odio instillato a piene mani nei confronti di chi si è opposto al siero spacciato per vaccino anti covid) per dividerci ed ingannarci.

La stessa cosa, anche se fatta in sordina e alla chetichella, senza l’opposizione di nessuno, avverrà contro i possessori di macchine più inquinanti senza che nessuno ci spieghi concretamente e seriamente se è più inquinante un motore vecchio con marmitte meno inquinanti nella fase di smaltimento, delle marmitte più moderne, e ancora meno inquinanti delle terre rare presenti nelle batterie per le macchine elettriche.

Sono cose che la gente, sempre più numerosa, inizia a capire, inizia a diffidare dalle versioni ufficiali, solo ancora non sa come reagire, ma presto anche questo cambierà.
Intanto iniziamo a ragionare e a contrastare, il resto verrà automaticamente.

 

Immagine: https://neworld.altervista.org/

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