L’incubo “minority report”

 

L’incubo “minority report”

In parecchi si domandano a cosa serva la tracciatura continua dei cittadini e, ovviamente, la digitalizzazione di ogni aspetto degli stessi. Andiamo subito al sodo: serve ad alimentare tre diversi algoritmi alla base della funzionalità d’indagine e previsione in campo finanziario e bancario, fiscale, amministrativo e criminologico penale.

Per esempio sul programma algoritmo Aladdin (siamo in piena e matura intelligenza artificiale) BlackRock dichiara “è una tecnologia di investimento in grado di assicurare efficienza e interconnessione tanto a clienti istituzionali che al mondo della Distribuzione. Aladdin mette a disposizione dei propri clienti la stessa tecnologia a cui si affida BlackRock per investire, attraverso un linguaggio comune lungo tutto il processo di investimento sia in asset pubblici che privati, creando trasparenza in relazione ai rischi.

La tecnologia di Aladdin consente agli investitori di tutto il mondo di operare con chiarezza”. Alladin oggi permette ai grandi investitori di non perdere e guadagnarci sempre, ma permette anche alle cosiddette grandi democrazie occidentali di controllare gli eventuali evasori fiscali (ovviamente i piccoli, non certo le multinazionali).

L’altro algoritmo è quello criminologico, e considera a rischio violazioni di legge l’intero campione sociale basso e medio occidentale, ovvero più dell’85% della popolazione di Usa ed Europa. E’ il frutto della sintesi informatica mediata da analisti di dati e sociologi dell’Università di Chicago con la collaborazione di ben cinque agenzie Usa (tra cui l’Fbi). L’algoritmo oggi lavora già per strada in America, ed a minima attività consente una precisione fino a 300 metri, prevedendo dove verrà consumato il crimine: polizia ed assicurazioni garantiscono che per i furti riveli autori ed obiettivo una settimana prima del “misfatto”, e con una precisione del 90%. 

Questi cosiddetti modelli predittivi si alimentano tutti con i dati dei cittadini, grazie alla profilazione totale del cittadino affinchè polizia, banche ed assicurazioni abbiano uffici che possano spiare continuamente i movimenti dei cittadini graziea“wallet digitale”: obiettivo di questi programmi è aumentare il potere di stati e multinazionali finanziarie attraverso la sorveglianza illegale su persone e patrimoni. Per convincerci che gli algoritmi sono buoni e consentono alle forze dell’ordine di salvarci dai crimini, ci voglio spingere nel recinto della vita continuamente tracciata. L’algoritmo è già stato testato da multinazionali edFbi a Chicago, Atlanta, Austin, Los Angeles e anche in piccole ed ignare cittadine degli Usa.

L’algoritmo parte dall’assioma che nelle aree più ricche ci devono essere più arresti, e che dove vive il potere si concentrano gli obiettivi dei nemici del potere (gruppi eversivi e partiti antagonisti).

Perché i modelli siano applicabili necessita però che tutti i cittadini accettino la tracciatura continua, il “wallet digitale”. Il “wallet digitale europeo”, anche detto portafoglio dell’identità digitale promette di mettere in rete in poco tempo tutte le nostre vite, così non sarà più il re ad essere nudo ma il suo popolo.

Una trovata che entro un annetto promettono possa accalappiare la totalità degli europei, e che ora è solo su adesione volontaria dei singoli cittadini. E, qualora dovesse aderire all’invito una maggioranza qualificata di cittadini, promettono che scatterebbe d’obbligo per ogni europeo d’avere identità digitale, il che permetterebbe a Bruxelles di perfezionare quella nuova fattispecie di reato che è la sottrazione volontaria dalla tracciabilità. Chi non si farà tracciare, anche per brevi lassi di tempo o per quisquilie, assurgerà al rango di bandito sociale, o bandito digitale, con tutte le complicazioni del caso. Di fatti il “capitalismo fiscale di sorveglianza” ha stretto un accordo con i poteri che gestiscono la sicurezza (militari, intelligence e polizie).

L’obiettivo ha ricevuto l’approvazione del WEF di Davos, e i lobbisti lo hanno portato a Commissione e Parlamento Ue: il risultato è stato la disponibilità delle istituzioni ad introdurre nella cittadinanza l’obbligo alla “tracciabilità totale del cittadino”, i “sistemi di credito sociale” (cittadinanza a punti) e la messa al bando di ogni attività di dissenso bollandola come “non a norma Ue”.

Il primo cappio al collo per i cittadini che aderiranno all’identità digitale consisterà nel fatto che non potranno più ritirare danaro contante da banche e sportelli automatici, e perché il “wallet” avrà allertato l’istituto di credito sul fatto che hanno optato per l’esclusivo uso di danaro elettronico, quindi nominativo: potranno usare segretamente solo il contante a loro derivante da vendite di roba usata e prestazioni di lavoro non tracciate.

Queste attività “abusive” verrebbero calcolate dall’algoritmo delle forze di polizia. Problema evidente sarà la privacy, perché ogni pubblico funzionario europeo avrà l’accesso ai dati patrimoniali di ogni singolo cittadino: immobili, soldi in banca, veicoli intestati, pendenze tributarie, giudiziarie ed amministrative, nonché le nostre problematiche di salute e familiari. Accederà totalmente alla nostra vita, ogni qualvolta dovremo compiere atti pubblici, anche solo rinnovare la patente.

Quest’ultima, sempre nel sistema del “citizenwallet”, farà parte per comuni del sistema di premialità: ovvero i punti patente non verranno decurtati solo per infrazioni stradali ma, e soprattutto, per comportamenti sociali non graditi alle amministrazioni; nello specifico svolgere attività non a norma Ue, avere impianti domestici non a norma Ue, aver criticato scelte green o gender, insomma aver infranto i tabù imposti dall’etica del momento.

Vale la pena ricordare che questa Unione europea sta introducendo il reato di negazionismo climatico, sanitario e scientifico: ovvero la possibilità di sanzionare con pene detentive superiori ai sei mesi e con ammende chi critica o nega il cambiamento climatico, eventuali nuove patologie e le cosiddette “verità scientifiche”; in parole povere l’Ue permetterà venga condannato il dubbio umano. Il sistema “citizenwallet” premierà comportamenti “rispettosi del clima” e  della “transizione gender”.

Soprattutto il “wallet” è a servizio della quarta rivoluzione industriale, che permetterà il controllo di tutta la classe media e meno abbiente occidentale da parte dell’intelligenza artificiale. In questa nuova strutturazione della società avranno rango di controllo i militari, magistrati, funzionari pubblici, funzionari di banca, sanitari dipendenti di aziende e multinazionali, guardie carcerarie, funzionari delle Entrate e del Territorio, addetti alla sicurezza nei porti e negli aeroporti.

Intanto la presidentessa della Commissione Ue, Von derLeyen, ha auspicato l’estensione all’intera popolazione europea dell’ID digitale per accedere a internet: e questo è già un buon motivo per boicottare la tracciatura. Va aggiunto che l’ID digitale è stato previsto dall’Ue in base ad accordi con le multinazionali informatiche che prevedono l’estensione del “modello Microsoft” (il potere di Bill Gates) in tutta la gestione degli stati occidentali.

Un programma che mina alla base i nostri diritti costituzionali. Di fatto l’agenda globalista entra a gamba tesa nei singoli stati per edificare il governo unico delle multinazionali finanziare e tecnologiche, le stesse strutture che attraverso i lobbisti condizionano l’Unione europea della Von derLeyen.

Il “wallet digitale europeo” funzionerà come il “green pass”, e permetterà al potere di bloccare in qualsiasi momento la vita di ciascuno di noi: confiscando casa, risparmi e qualsivoglia bene registrato. Spegnendo con un “clic”, come già succede nel Canada di Justin Trudeau, la dissidenza, riducendo gli oppositori in  “povertà irreversibile” per blocco delle risorse.

 

Immagine: https://www.thetimes.co.uk/

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