Psy-Op, false flag e Aruspici

 

Psy-Op, false flag e Aruspici

Settembre 1877, Settima di Ciavenasco, frazione del comune di Gossolengo, in provincia di Piacenza, un mezzadro sta arando con un aratro trainato da buoi, un terreno della fattoria del Conte Arcelli, quando la sua attenzione viene richiamata da un secco suono metallico dovuto all’urto dell’aratro con qualcosa di interrato. Il contadino raccoglie lo strano oggetto appena estratto dalla terra, lo ripulisce e lo esamina incuriosito. L’oggetto ha una strana forma, con una parte convessa che si adatta perfettamente al palmo della mano, mentre sull’altra presenta tre protuberanze e alcuni segni indecifrabili. E’ così che fu ritrovato uno dei più sorprendenti reperti della civiltà etrusca, da allora conosciuto come “Fegato di Piacenza”. L’oggetto è la riproduzione fedele del fegato di un ovino, e presenta 40 iscrizioni in lingua etrusca divise il 16 settori. Nei settori sono inscritti i nomi di 30 divinità, ed a ciascun settore corrisponde una specifica sezione del cielo. Solo successivamente fu chiarito che lo strano oggetto era usato dagli Aruspici per la loro arte divinatoria come è ben rappresentato nel coperchio di una urna funeraria ritrovata a Volterra dove l’Aruspice “Aule Lecu” tiene in mano un manufatto simile.

Nell’antichità gli Aruspici credevano di poter interpretare eventi e predire il futuro, attraverso le viscere… Nell’attuale era del Kaly Yuga, moderni Aruspici, credono di poter “sviscerare” gli avvenimenti e il futuro attraverso l’analisi delle pagine social.

Il 23 giugno 2023, notte di San Giovanni, detta anche “Notte delle Streghe” ricorrenza cristiana che va a sovrapporsi al solstizio d’estate, nel bel mezzo dell’operazione militare speciale russa in Ucraina, Evgenij Viktorovič Prigožin (Leningrado, 1º giugno 1961) politico e imprenditore, definito “il cuoco di Putin”, per le sue attività di catering, (e per l’appalto di oltre 1,2 miliardi di dollari l’anno per la fornitura di pasti all’esercito russo), nonché cofondatore e finanziatore del gruppo mercenario noto come “Gruppo Wagner”, dopo aver accusato di inefficienza e corruzione i vertici militari russi, nello specifico il ministro della difesa Sergej Šojgu e il capo dello stato maggiore Valerij Gerasimov. Ha occupato militarmente le città di Rostov sul Don, annunciando per il giorno successivo una marcia verso Mosca. “Non è un colpo di stato ma una marcia per la giustizia”. Ha dichiarato prima di dare il via alla lunga marcia che ha portato diverse divisioni della Wagner a circa 200 Km, da Mosca. Le forze in campo a seconda della fonte, sarebbero ammontate da 5000 a 25000 unità, e mentre i media occidentali, riempivano giornali e palinsesti televisivi, con narrazioni di guerra civile, della fuga di Putin ormai sconfitto, e di un revisionismo d’accatto che trasformava in un istante Prigozin, da “Macellaio di Bakhmut “, a difensore della democrazia, in Russia sia il Presidente Putin che il leader ceceno Ramzan Kadyrov, si dichiaravano pronti a fermare la Wagner con ogni mezzo.

Nella stessa giornata di sabato, intorno alle 19,30 ora italiana, grazie alla mediazione del presidente Bielorusso Aleksandr Lukashenko, il “cuoco di Putin” annuncia il dietro front delle sue truppe. In momenti diversi sia Prigozin, che Putin, commenteranno che si sia preferito evitare spargimenti di sangue russo. L'”accordo” definito da Lukashenko prevede, nessuna conseguenza per i membri della Wagner, a cui vengono offerte 3 possibilità, firmare l’ingaggio ed essere inseriti nell’esercito regolare, tornare dalle proprie famiglie, o seguire Prigozin in Bielorussia, dove Lukascenko si è fatto garante della propria sicurezza. Dopo un paio di giorni di stand-by, intanto, anche le attività della Wagner nel territorio della Russia riprendono normalmente. Il centro Wagner PMC di Novosibirsk, sbarrato da sabato, ha riaperto e ripreso la sua attività di reclutamento. In una nota diffusa su Telegram dalla stessa Wagner apprendiamo che anche la sede di San Pietroburgo è tornata operativa.

Dalla Bielorussia Prigozin ammette che il motivo scatenante della “rivolta” sia stata l’intenzione da parte dei vertici militari di sciogliere la Wagner, e costringerne i membri ad entrare nelle formazioni regolari dell’esercito, “scioglimento” che ad oggi pare ridotto al divieto di operare come indipendenti nei territori della federazione russa, lasciandogli ampi spazi di manovra in Africa, nel Medioriente (e in Bielorussia). Secondo “Der Spiegel”, le operazioni della Wagner sarebbero strettamente integrate con il braccio di intelligence, del Ministero della Difesa russo il “GRU”, tesi che parrebbe confermata da un video diffuso dal canale Telegram “Grey Zone”, che mostra Yevgeny Prigozhin e i suoi mercenari presso il quartier generale delle forze armate a Rostov mentre stanno conversando amichevolmente con il viceministro della Difesa russo, generale Yunus-Bek Evkurov, e con il vice capo del “Gru” Vladimir Alekseev, che solo poche ore prima aveva diffuso un altro video in cui definiva gli attacchi della Wagner “una pugnalata alle spalle del Paese e del presidente”.

Questi in linea di massima i fatti, sinceramente non facilmente spiegabili, che come sempre hanno creato tesi, antitesi, e voli pindarici dei cosiddetti “esperti” (cioè chiunque) dando letture diametralmente opposte. Chi vede la leadership di Putin compromessa, chi prevede una prematura scomparsa di Prigozin,, e c’è pure chi vede tutta l’operazione come una raffinata operazione di “PSY-OP”, ossia una “manovra psicologica”, messa in atto al fine di influenzare, atteggiamenti e comportamenti che andrebbero ad incidere sul conseguimento di obiettivi politici e militari. Esempi di “PSY-OP”, nella storia, Il Cavallo di Troia, il volo di Gabriele D’Annunzio su Trieste (agosto 1915) o l’ operazione Mincemeat, (letteralmente Carne tritata) inganno strategico condotto nella primavera del 1943 dai servizi segreti britannici allo scopo di far credere agli eserciti dell’asse che gli sbarchi alleati sarebbero avvenuti non in Sicilia, ma in Grecia e Sardegna. Ideatore fu Ewen Montagu, Capitano della Royal Navy, (nonché futuro presidente dell’Anglo -Jewish Association), il quale prese ispirazione da un racconto di Ian Fleming, creatore del personaggio dell’agente 007. Il piano britannico consistette nel far giungere sulle rive della costa spagnola presso Huelva (scelto come punto strategico in quanto soggetto a forti influenze tedesche) un corpo esanime, che sembrasse vittima di un incidente aereo, con indosso la divisa da maggiore dei Royal Marines appartenente al commando delle “Combined Operations” alleate e alcuni documenti riservati, ovviamente falsi, nella speranza che i servizi segreti tedeschi, una volta entratone il possesso, ne fossero depistati. Il cadavere, una volta recuperato da alcuni pescatori e portato in obitorio dalla gendarmeria, fu esaminato dai servizi segreti spagnoli, i quali provvidero ad inviare i documenti, all’agente dell’ Abwehr Alolf Clauss, che li reputò autentici ordinando, nonostante i tentativi di dissuasione da parte italiana, il riposizionamento delle proprie forze lasciando l’isola siciliana con scarse unità di difesa. (Sulla vicenda sono stati tratti 2 Film, “L’uomo che non è mai esistito” (1956) diretto da Ronald Neame e Operatione Mincemeat diretto da John Madden nel 2021.

Lord Richard Dannatt ex capo di stato maggiore dell’esercito britannico avverte sulla possibilità che tutta l’operazione di Prigozin sia servita a spostare le truppe della Wagner verso Minsk, senza destare sospetti delle forse Ucraine e dell’occidente, permettendo un ipotetico attacco a Kiev partendo dalla Bielorussia. Un campo militare con la capacità di ospitare 10mila mercenari della Wagner viene costruito in queste ore, a Osipovichi, a meno di 200 chilometri dal confine con l’Ucraina. Tesi sostenuta anche dal generale Luigi Chiapperini, ex comandante del contingente Nato in Afghanistan. “Quello che è sembrato un tentativo di golpe può essere letto sotto diversi punti di vista – “l’intera faccenda risulta a dir poco strana assistendo alla penetrazione delle colonne di Prigozhin verso Mosca contrastata solamente da alcuni velivoli mentre le forze di sicurezza rimanevano alquanto passive. Allora sorge il dubbio che quella dell’ineffabile Prigozhin possa essere una ‘maskirovka’ cioè una messinscena per attaccare nuovamente l’Ucraina da nord. Alcuni dei mercenari ‘graziati’ e mandati in Bielorussia in ‘esilio’ con tutto il loro armamento fa quindi sorgere dei dubbi (..) Lo ritengo uno sviluppo della situazione poco probabile ma non impossibile.”

Un’idea su quanto avvenuto nella notte di San Giovanni, ce la faremo solo quando sapremo il destino di Prigozin, di Sergej Šojgu e di Valerij Gerasimov, per adesso gli unici dati certi, sono tre:

1) La Leadership all’interno della federazione Russa di Vladimir Puti, ne esce rafforzata.

2) Eventuali tentativi di creare disordini e “false flag” in Bielorussia da parte occidentale, è resa molto più difficile dopo l’insediamento nel paese delle truppe della Wagner.

3) Ai fini dell’operazione speciale, non vi sono stati sostanziali modifiche dal fronte, dove la tanto sbandierata controffensiva Ucraina risulta totalmente ininfluente.

Gli scenari immaginati dall’intelligence Britannica, potremmo liquidarli con un proverbio: “Chi mal fa, mal pensa”, per sapere la verità sull’accaduto conto su un altro proverbio. “San Giovanni ‘un vole Inganni”, proverbio che suggerisce di non mentire in questo giorno magico, dove gli occhi degli uomini sono predisposti per vedere al di là del velo materiale, come descritto in “Una notte sul Monte Calvo” di Modest Musorgskij, compositore russo (1839 – 1881), che, muovendo dal recupero della tradizione e del folklore, avrebbe cambiato il volto della musica russa, affrancandola definitivamente dalle influenze occidentali. L’immagine simbolo di questi eventi è una foto scattata nelle concitate ore di sabato mattina a Rostov sul don, dove fra i carri armati, pronti per “conquistare mosca” un operatore ecologico, (una volta si sarebbe chiamato spazzino), continuava tranquillamente il proprio lavoro. Come disse Winston Churchill all’indomani del Patto Molotov-Ribbentrop tra Hitler e Stalin. per la spartizione della Polonia:

«La Russia è un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma»

 

Immagine: https://www.aljazeera.com/

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