Gualtieri, la maledizione dei sindaci e il futuro di Roma
Roma, da quindici anni a questa parte, sembra una città maledetta: chiunque sieda sulla poltrona di sindaco dimostra di essere assolutamente incapace di governare una metropoli come la Capitale. In rapida successione, abbiamo assistito alle tristi parabole di Gianni Alemanno, Ignazio Marino, Virginia Raggi e Roberto Gualtieri.
Sinceramente, dopo l’esperienza Raggi, pensavamo che nessuno fosse in grado di fare peggio. E, invece, Gualtieri e il manipolo dei suoi assessori stanno facendo il possibile, per contendere all’imbarazzante Virginia il titolo di peggior Giunta capitolina della storia. Basti pensare a quel che sta avvenendo con i rifiuti: i cassonetti non solo sono stracolmi, ma ormai emettono un fetore insopportabile e, denunciano i medici, rischiano di essere portatori di malattie, anche perché sono teatro dei banchetti di topi, gabbiani e animali vari. Così, i cittadini della Capitale, esasperati, hanno iniziato a bruciare immondizia e cassonetti.
La situazione, insomma, è fuori controllo. E non bastano certo le scuse di Gualtieri, che un mese fa ha ammesso di aver sbagliato strategia. Anche perché, passati trenta giorni, non è cambiato nulla. Ai tempi di Virginia, le responsabilità venivano rimpallate tra Comune e Regione: l’assessore di Zingaretti competente per i rifiuti, l’impalpabile Massimiliano Valeriani, per cinque anni ha accuratamente evitato il problema, facendoselo scivolare addosso, proprio come il suo capo, “saponetta” Zingaretti. Così, la Raggi accusava la Regione di non collaborare e spiegava che Roma, da sola, non poteva risolvere il problema dei rifiuti. Peccato che, facendo un rapido giro nelle capitali mondiali, nessuno abbia mai avuto il disastro romano.
Perciò, quando è arrivato Gualtieri, che in campagna elettorale aveva annunciato trionfante che con il termovalorizzatore si sarebbe risolto il problema rifiuti, i romani hanno pensato che il peggio fosse passato. Poi, però, si è capito che per il termovalorizzatore ci vuole tempo e, allora, Gualtieri ha fatto un giro in Regione, quando c’era ancora il fratello del commissario Montalbano. Anche Gualtieri, però, è stato respinto con perdite dalla coppia Zinga-Valeriani, ormai al passo d’addio. Il neopresidente del Lazio, Rocca, da parte sua, ha assicurato che collaborerà per risolvere la questione, ma adesso ha altre priorità.
Così, Roma annega nei rifiuti, mentre il servizio di trasporto pubblico continua a essere un sogno: gli autobus vanno a fuoco e le metropolitane funzionano a singhiozzo. Insomma, per chi non si sposta con mezzi propri, girare per Roma è il calvario di sempre. E chi usa la macchina non sta meglio, perché il traffico, rispetto all’era Raggi, è addirittura peggiorato. Il “genio” Gualtieri, perciò, ha pensato bene di emettere un’ordinanza, con la quale vieta (in teoria) l’ingresso nella cosiddetta fascia verde ai veicoli più inquinanti, che rappresentano, però, la maggioranza del parco auto romano.
Una situazione drammatica, in fin dei conti, che dovrebbe essere la gioia dell’opposizione in Campidoglio, che invece è praticamente non pervenuta. L’unica eccezione è rappresentata dal leghista Fabrizio Santori, che sull’ordinanza per le auto inquinanti, ad esempio, ha avviato una raccolta di firme, che ha avuto un successo formidabile, tanto da costringere il sindaco alla retromarcia: l’ordinanza sarà presto modificata, d’intesa con la Regione Lazio.
Una cosa, comunque, appare certa: anche Gualtieri ha già mostrato tutta la sua inadeguatezza a ricoprire l’incarico di primo cittadino della Capitale. E, davvero, non ci sono grandi speranze per il futuro, anche perché i partiti continuano a imporre mezze figure, che di Roma sanno poco e nulla.
Manca molto, lo sappiamo, ma il centrodestra dovrebbe prepararsi già da ora per il dopo Gualtieri. E dovrebbe guardare non a nomi tanto altisonanti quanto imbarazzanti per la gestione della Capitale, ma a uomini che, proprio come Fabrizio Santori, lavorano ogni giorno non soltanto per chi li ha votati, ma per tutti i cittadini di Roma. Santori, infatti, ha aperto un canale Telegram (Santori informa), che dà notizie in tempo reale su bandi, opportunità di lavoro e problemi della Capitale: un modo per creare un contatto diretto (concreto, non di facciata) con la comunità romana.
Ecco, questo è, a nostro modo di vedere, l’unico modo utile di fare politica, che può consentire di superare l’era dei Marino, delle Raggi e dei Gualtieri. Meloni, Salvini e Tajani ci pensino e forse Roma, tra tre anni, quando si tornerà a votare per il Campidoglio, potrà avere un sindaco che conosca i reali problemi dei suoi cittadini. E non l’ennesimo “scienziato”, che porti la Capitale sempre più verso il baratro.
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