La magistratura, il contesto storico, la Menzogna
Avevo scritto nell’editoriale della scorsa settimana che “la Magistratura si sta dividendo in isole politicamente autogovernate alcune delle quali trattano le cause loro assegnate con pregiudizi ingannevoli con cui tentano di riscrivere, nella menzogna, la storia d’Italia”.
Questa realtà, che, come vedremo, è oggettiva, crea molto disagio nei numerosi magistrati che vorrebbero svolgere obbiettivamente e nella massima tranquillità il gravoso ed importantissimo compito che compete loro. Tutto questo richiede un’importante ristrutturazione della giustizia e dei suoi organi, cosa che politici seri (ci sono?), Magistrati liberi e non vincolati alle loro tribù politiche potrebbero fare mettendosi insieme per garantire l’autonomia, rispetto agli altri poteri riconosciuti e regolamentati dalla costituzione, e la non invasione delle competenze altrui.
Quello cui vogliamo accennare oggi è la moda ormai invalsa in alcune Procure, ma che sta prendendo piede nei Tribunali e in alcune ben identificate Corti di Assise, di indulgere nella ricostruzione dei contesti storici in cui si inseriscono i fatti di causa per arrivare alla costruzione di tesi preconcette nel tentativo di far diventare storia un cumulo di falsità e di menzogne costruite ad arte da sedicenti storici, pentiti, spergiuri, mentitori seriali e psicopatici manifesti che assurgono al ruolo di nuovi evangeli o, per non incorrere in blasfemia, in bocche della verità.
Una delle funzioni principali del processo, come lo conoscevamo, era quella di consentire il contraddittorio e quindi tutto ciò che esce nelle sentenze dovrebbe essere un giudizio di obiettività sui fatti di cui la corte si convince avendo ascoltato tutte le parti in contraddittorio tra loro.
Tutto questo nella costruzione del cosiddetto cotesto storico non avviene perché, soprattutto nei processi più importanti, la controparte non è presente o perché defunta o perché estranea al reato o perché già assolta precedentemente da giudicati definitivi che non hanno ingresso nel processo più recente perché nessuno ne richiede l’acquisizione. Infatti non ne ha interesse l’accusa, tutta tesa a dimostrare la propria tesi preconcetta, non ne ha interesse la parte civile in quanto preoccupata solo di individuare colpevoli ad ogni costo ma non ne ha interesse neanche la difesa in quanto stupidamente pensano di poter difendere il proprio assistito soltanto occupandosi della somma di elementi indiziari e di prove che lo riguardano.
Uno degli ultimi processi in cui si è verificato questo cumolo di irritualità ed illegalità palesi è proprio l’ultimo processo sulla strage di Bologna dove è stato condannato un tal Bellini che continuano a definire falsamente appartenente ad Avanguardia Nazionale. E questo lo dico io che sono stato l’ultimo Presidente di quella organizzazione e che ho provveduto personalmente a sciogliere quel movimento il 6 giugno 1976, a seguito di una condanna per ricostituzione del Partito Fascista, un giorno prima che lo sciogliesse il ministro degli interni dell’epoca.
Tutto questo l’ho fatto affinché non si desse adito a pensare sulla ricostruzione di una Avanguardia Nazionale clandestina, cosa che poi solerti inquisitori tentarono di fare in tutti i modi cercando di coinvolgerci nei peggiori crimini di questa martoriata nazione. Ne siamo usciti indenni, prosciolti con formula piena da tutti i reati da Corti che hanno spulciato ogni attimo della nostra vita politica vincendo le falsità e le menzogne e venendo anche risarciti per l’ingiusta detenzione.
L’ultimo atto assolutorio di questa lunga vicenda è una sentenza della Corte di Assise di Appello di Roma che in sede di riesame su rinvio della Corte di Cassazione scrive “Deve, dunque, concludersi che ad una verifica attenta e scevra da devianti suggestioni l’impianto accusatorio risulta sorretto da emergenze ambigue ed evanescenti se non addirittura da mere illazioni che rischiano di alterare la corretta linea di confine tra la libertà costituzionalmente garantita, di professione politica e l’abuso penalmente rilevante di essa.”
Bene, la Corte di Assise di Bologna non ha minimamente tenuto conto di tutta questa storia processuale che ha coinvolto gli uomini di Avanguardia, per inventarsi un tal Bellini che in Avanguardia nessuno conosce senza mai interrogare nessuno di Avanguardia perché avrebbero potuto distruggere il loro contesto storico costruito su menzogne e falsità.
Su queste ed altre storie ho scritto una memoria che sto inviando alla Corte di Assise d’Appello che spero non mi venga rifiutata come quella che ho inviato alla Corte di Assise di primo grado dove ho chiesto anche di essere interrogato come testimone, per smentire, documenti alla mano, menzogne e falsità nella loro ricostruzione del contesto storico.
Questa è una delle tante storture vissute direttamente, ma potrei raccontarvene altre ma molto più gravi…
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