Bologna e dintorni

Bologna e dintorni

Purtroppo quando si parla di Bologna, la mente va a quell’orribile eccidio avvenuto 43 anni fa e rimasto senza soluzione, a meno che non si vogliano accettare come soluzioni le farse drammatiche di quei processi prefabbricati al tavolino, pieni di falsi, false ricostruzioni storiche, soprattutto del cosiddetto contesto storico, depistaggi, deposizioni false e documentalmente pilotate.

Una strage nella strage, con altre vittime cui nessuno, tranne chi li ha conosciuti veramente, ha dedicato, non dico una lacrima, ma neanche un’inchiesta decente. Una serie di innocenti passati alla gogna e al linciaggio mediatico per l’ignavia di un’inchiesta pilotata e determinata dal pregiudizio politico quando in effetti altre erano e sono le piste da seguire.

Non si può in 40 righe dattiloscritte sintetizzare un discorso così ampio e pieno di risvolti, ma intanto si può denunciare il pregiudizio politico dettato, non solo dalla collocazione idiota di una certa sinistra che ha voluto utilizzare ad ogni costo le vittime di quell’orrendo massacro per uno squallido tornaconto di potere, ma soprattutto dalla volontà di nascondere maldestramente quanto di veramente ignobile era e resta celato dietro quell’attacco contro l’Italia tutta.

L’Italia era ed è l’ombelico del mondo ed il cuore del Mediterraneo, e la sua classe politica, soprattutto quella successiva all’operazione chirurgica di mani pulite e fino ad oggi, è incapace, vile, subordinata e vittima consapevole.

Quasi subito, come se si rispondesse ad una regia predeterminata, lo stesso presidente del consiglio dell’epoca, Cossiga, ha esordito parlando di strage fascista, salvo poi, davanti ad emergenze indiscutibili, chiedere scusa per tale accusa. Ma gli inquirenti, tranne qualche eccezione, purtroppo rara, hanno continuato a battere sulla pista politica unidirezionale, colpendo indiscriminatamente e mostrando il fianco, talvolta da complici, alle folli costruzioni dei servizi segreti di stato e, questo bisogna dirlo chiaramente, mai deviati. Tutto questo dimenticando volutamente che un fascista per definizione non può fare stragi.

Si è addirittura arrivati a finanziare supertestimoni, notoriamente falsi e mendaci, il più delle volte comprati ed “ispirati”; basti pensare a Farina, all’ergastolano di mafia Sanfilippo, al truffatore internazionale Ciolini che ha ispirato e si è fatto finanziare due operazioni per eliminare o catturare Stefano delle Chiaie e che è riuscito a far organizzare un aereo colmo di agenti Ucigos con, ovviamente, al comando il solito agente CIA, che è ha riportato in Italia un moribondo. Parliamo di Pierluigi Pagliai, dichiarato intrasportabile dai medici boliviani, perché ferito gravemente con due colpi alla testa sparati a lui che era solo e totalmente disarmato e con le mani giunte sul capo come gli era stato intimato dal nutrito gruppo armato di italiani, boliviani e nordamericani. Un barbaro omicidio di cui nessuno ha voluto farsi carico per individuare i colpevoli. Anzi il Ministero dell’Interno ha avuto la sfacciataggine di dire che hanno inviato un aereo speciale con oltre venti agenti solo per farsi consegnare un moribondo intrasportabile.

Intanto nessuno ha indagato su chi ha ideato il progetto criminale di eliminare i presunti colpevoli per poter dire di aver trovato i responsabili che, purtroppo sono morti, ed in Italia i processi ai morti non si possono fare. In questa storia ci sono tre morti, e da due a quattro tentativi di eliminazione falliti; servivano a documentare senza indizi, anzi con prove contrarie, che i responsabili della strage erano stati individuati ma non si potevano processare perché defunti. E nessuno paga o viene perseguito per questa tremenda infamia.

Invece si è continuato a celebrare processi con teoremi precostituiti costruendo un sedicente e falso contesto storico, attraverso storici falsificatori, se non addirittura inventori di fatti, pentiti interrogati su alcuni spezzoni di verbali senza valutare le varie contraddizioni nella totalità dei verbali resi, malati di testa che avrebbero bisogno urgente di perizie psichiatriche presi per i nuovi evangelisti, e inquirenti che si sono vantati in tribunale di aver creato documenti falsi da esibire per suscitare l’odio di alcuni testimoni nei confronti di determinate persone; il tutto senza la minima possibilità di contraddittorio.

Tutte cose che sto documentando nel libro che sto scrivendo o che sto trasferendo in alcune memorie che cerco di far acquisire nei processi più recenti, senza mai ottenere risposta sui fatti documentati e provati.

Tutto questo è orribile anche perché c’è una drammatica regia. L’ultimo esempio è dato da quel tal Bellini, condannato in primo grado nell’ultimo processo per la strage di Bologna, definito di Avanguardia Nazionale e che in Avanguardia nessuno ha mai conosciuto. Infatti i rapporti di polizia dell’agosto de1983 lo definiscono genericamente come estremista di destra e solo in questi ultimi anni, senza che le informazioni siano mutate e senza ulteriori atti istruttori, come rispondendo ad una regia unica, inquirenti, giornali e giudici hanno iniziato a parlare di Bellini di Avanguardia Nazionale.

Questa follia serve solo a dimostrare l’altrettanto folle teorema sostenuto dall’accusa, sin dagli anni 80, che la strage di Bologna è stato un fatto rituale dove dovevano essere presenti esponenti di tutte le formazioni esistenti.

Paranoia totale! Follia totale! Questo è scritto in alcune sentenze ed è il filo conduttore delle inchieste.

Immagine: https://www.doc.mode.unibo.it/

Torna in alto