L’Impero USA troverà il modo di adeguarsi al nuovo mondo multipolare?
Gli Stati Uniti in questo momento, dopo gli sviluppi dell’operazione in Ucraina e l’inaspettata rivolta dei paesi del sud del mondo, sono come una bestia ferita.
L’elite di potere di Washington è stata colta di sorpresa: non avevano previsto e non si aspettavano la reazione del Sud del mondo al conflitto ucraino, una reazione che ha prodotto un forte shock agli Stati Uniti, che erano assuefatti al loro dominio mondiale e sottovalutarono la crescente influenza dei paesi in via di sviluppo sulla scena internazionale. In particolare questo atteggiamento dei paesi emergenti del sud del mondo si è concretizzato nel rifiuto di questi di sottomettersi immediatamente ai dettami dell’Occidente in relazione alla guerra in Ucraina, tanto che tale rifiuto ha causato malcontento tra i leader degli Stati Uniti e dei loro alleati vassalli dell’Europa.
Questo ha rappresentato un brusco risveglio per l’elite di potere di Washington ed è stato accompagnato dalle notizie negative provenienti dall’Ucraina con la fallita controffensiva dell’Esercito ucraino, nonostante i massicci aiuti miliardari, senza precedenti, inviati da Washington e dalla Nato alla giunta di Kiev.
Una debacle totale, considerando che gli Stati Uniti e i loro vassalli della NATO, in particolare la Gran Bretagna, hanno armato per anni, il regime a Kiev con carri armati, bombe a grappolo, proiettili all’uranio impoverito e missili a lungo raggio per colpire la Russia.
Dai tempi del golpe a Kiev e subito dopo questo, fin dal 2014 (come ha candidamente dichiarato Stoltenberg, il segretario della Nato), l’alleanza NATO ha armato e addestrato battaglioni in Ucraina per istigare cinicamente una guerra alle porte della Russia. L’obiettivo era ed è quello di infliggere una sconfitta strategica alla Russia e possibilmente un cambio di regime a Mosca.
Tale obiettivo è anche scritto nero su bianco sui documenti della Rand Corporation (il più influente Think Tank del Pentagono) ed è stato anche dichiarato da più di un membro del Congresso statunitense.
Dopo circa 18 mesi di guerra, l’armata dell’Ucraina, rinforzata e supportata dalla Nato, è rimasta impantanata sulle inespugnabili linee di difesa della Russia ed ha subito perdite mostruose che hanno dissanguato le forze di Kiev e distrutto gran parte delle attrezzature e armi occidentali.
Di fronte all’umiliazione cosmica della NATO sul campo di battaglia, l’amministrazione Biden non ha vie d’uscita: anche se dichiara un cessate il fuoco unilaterale per riarmare le forze di Kiev in vista di una nuova controffensiva nella primavera/estate 2024, la guerra continuerà a svolgersi fino alle elezioni presidenziali.
Dall’altra parte del globo gli Stati Uniti hanno un potenziale confronto con la Cina, visto che questa superpotenza ha un conto aperto con Washington per le provocazioni subite su Taiwan.
La follia dei neocon, che ha prodotto le politiche guerrafondaie di Washington, dal Medio Oriente all’Asia ed all’Est Europa, è riuscita a produrre una trappola per l’egemone che oggi si trova nello scenario paventato a suo tempo dal vecchio Kissinger. Una alleanza di fatto fra Russia e Cina che rende impossibile un conflitto con le due super potenze coalizzate assieme.
La partnership Russia-Cina, a cui si sono aggregati altri paesi in contrasto con gli USA, dall’Iran alla Nord Corea, crea un quadrilatero formidabile contro cui le forze americane potrebbero rompersi i denti.
Una situazione del tutto inedita che indica la fine del dominio unipolare americano e l’avvento di un mondo multipolare dove gli stati Uniti e l’occidente collettivo non sono più loro a dettare le regole e dove la maggioranza dei paesi del mondo sono decisi a rivendicare la propria sovranità ed affrancarsi dal neocolonialismo a cui sono stati sottoposti da molto tempo. La rivolta dei popoli africani ne è un esempio.
I propagandisti della Nato e di Washington possono inveire quanto vogliono contro il nuovo “asse del male” (quello di Mosca e Pechino) e condurre la loro propaganda ma sempre meno questa potrà fare presa sui paesi e sui popoli che oggi sono assillati da ben altri problemi, come la crisi economica ed alimentare (prodotta dalle sanzioni), la necessità dello sviluppo e la difesa della propria identità. La Cina offre delle alternative e delle soluzioni concrete, come la Belton Road che è un volano di sviluppo a cui hanno aderito oltre 140 paesi. La Russia dal canto suo offre energia a basso costo, risorse alimentari ed assistenza militare ai paesi che la richiedono.
Questo a cui stiamo assistendo non è soltanto l’avvento di un mondo multipolare ma anche la fine del neoliberismo e della globalizzazione con i suoi totem e le sue regole unilaterali. Rimane il rischio che la “bestia ferita” si scagli ciecamente contro i suoi nemici, nell’illusione di mandare indietro la ruota della Storia e possa provocare un conflitto nucleare che sarebbe l’Armageddon per il mondo.
Il presidente Putin li ha avvertiti: “noi moriremo ma anche voi sarete inceneriti”.
Non sappiamo se la follia dei guerrafondai di Washington, assetati di potere e di profitti, troverà un limite e se ne farà una ragione.
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