Roma assurge a modello di futura “città proibita”

Roma assurge a modello di futura “città proibita”

Con l’adagio strisciante, e detto a mezza bocca in maniera informale, “è finita la pacchia per i cittadini” sta prendendo piede la più pervicace e subdola delle dittature del proletariato. In parole povere il potere mette i cittadini l’uno contro l’altro, affermando che nulla sfugge alle telecamere di nuova generazione. Soprattutto fa sentire orgogliosi e premiati i delatori professionali: vale a dire tutta quella mandria di dipendenti pubblici e pensionati adusi a chiamare la polizia per ogni comportamento sospetto. Ma veniamo agli esempi. Il delatore professionale nota che il signor Mario Rossi sta trasportando mobili e qualche elettrodomestico con la propria auto, probabilmente un piccolo trasloco per arredare la casa d’un figlio o d’un amico da aiutare. Lo spione in agguato fotografa ogni movimento, filma mobiletti e lavatrici, quindi chiama la polizia municipale e denuncia che Mario Rossi sta operando un “trasloco abusivo” con la vettura targata pinco pallino. La polizia locale si sintonizza sulle telecamere di zona e nota che stanno effettivamente caricando mobili e altro su una vettura. Quindi piove sul posto una pattuglia che interroga Mario Rossi e lo sanziona per “occupazione di suolo pubblico”, e perché è stato occupato un posto auto non per parcheggiare bensì per predisporre il carico dell’arredo di una casa: di norma i trasportatori autorizzati pagano l’occupazione di suolo pubblico per ogni trasloco, e dopo aver ottenuto il permesso dai vigili urbani. Il signor Rossi si vede elencare una sfilza di articoli di legge e di regolamenti comunali infranti, il delatore si gode la scena e pensa “è finita la pacchia”. Telecamere ed incentivi alla delazione (si mormora di dare punti a chi fa la spia) andranno di sicuro a rendere impossibile la vita ai cittadini onesti ma con tanti interessi e voglia di non girarsi i pollici: la videosorveglianza monitorerà passatempo, bricolage e lavoretti della gente normale, dall’allevamento dei canarini al restauro dei mobili. Ed ogni comportamento rischierà sanzioni. La gara per la “sicurezza pubblica” di Roma vale 14 milioni di euro: tutta pagata con i soldi del PNRR prevede videocamere e sala operativa unica di controllo di Roma, anche detta Smart Police Support” (SPS). A spiare i romani saranno Polizia Locale e Protezione Civile di Roma Capitale: il cui compito sarà gestire sicurezza pubblica, emergenze e grandi eventi e, nel quotidiano esaminare ogni movimento dei cittadini per ravvisarne infrazioni. Roma ha strade rotte ed è invasa dai rifiuti, parimenti è dotata di cablaggi, “videowall” e sistemi di sicurezza perimetrale, fisica e cibernetica. Soprattutto il Comando di Polizia Locale di Roma Capitale in collaborazione con la Digos provvederà ad intersecare i video della città con la registrazione dei dialoghi tra cittadini, per ravvisare se nella popolazione possa covare rancore contro potere e istituzioni. Insomma un sistema dotato di strumenti di comunicazione audiovideo tra sala operativa e dispositivi smart: tutto pagato attraverso ulteriori debiti con l’Unione Europea. Le telecamere saranno dotate d’intelligenza artificiale in grado di svolgere l’analisi elaborata sui comportamenti dei cittadini: ogni spostamento umano genererà un allarme (l’Alert) destando l’attenzione dei poliziotti. Nulla sfuggirà. Basterà avvelenare un topo o caricare un pacco molto ingombrante nel bagagliaio, ma anche potare una siepe o fare manutenzione alla propria vettura, per far scattare l’attenzione della polizia locale.

Roma viene così dotata della ”Sala Cybersecurity Operation Center”: infrastruttura fisica virtuale da almeno un decennio operativa in Cina, dotata delle più avanzate tecnologie di rilevamento comportamentale, “Una rete in grado di ampliarsi e di accogliere le informazioni anche dall’esterno dell’Amministrazione – dice il Sindaco Roberto Gualtieri – Roma Capitale investe nella sicurezza… Mille occhi in più e una sala operativa unica che rafforzeranno la presenza sul territorio e la velocità degli interventi…”.

“La nuova Sala Operativa consentirà una supervisione più efficace del territorio grazie un uso più intenso delle tecnologie reso possibile da una rete di telecomunicazione 5G innovativa e capillare”, ha detto Monica Lucarelli (Assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale).

Questo sistema di controllo della cittadinanza è stato osservato inibisca ogni movimento umano: nelle città cinesi ma anche europee che ne fanno uso i cittadini evitano d’incontrarsi al bar o nei giardinetti per parlare di politica, non hanno alcun passatempo, occultano libri e giornali perché non s’evidenzi il loro pensiero. L’essere umano convive con il continuo monitoraggio attuando una sorta di tanatosi, o un comportamento da bradipo, e per non destare l’attenzione del controllore. Ovviamente dei giovani che organizzano una festa, o chi dovesse sistemare una serranda o un sedia, o fare qualsivoglia gesto dinamico, desterebbe le attenzioni degli addetti al monitoraggio. Va aggiunto che, la congerie di norme europee abbinate alla giungla di regolamenti comunali di fatto lascia alle polizie comunali la possibilità di sanzionare ogni comportamento. Basti solo pensare che in alcune città d’Italia sono vietati i pantaloni corti in centro o le scarpe aperte per l’uomo, come del resto è vietato fumare in molte piazze e strade, come è vietato da antico regolamento comunale (anche a Roma è così) introdurre la bicicletta nel portone condominiale, oppure è severamente vietato allevare animali (pesci e canarini lo sono). E non dimentichiamo che la pratica di dedicarsi all’orto o all’allevamento di un paio di galline prevede il possesso d-un patentino regionale, come del resto la polizia comunale può sanzionare l’esercizio abusivo di attività qualora colga il cittadino nel proprio box (pertinenza di casa) a dedicarsi a lavori di falegnameria, elettricità, idraulica, calzoleria, meccanica.

Di fatto le telecamere sono un deterrente all’homo faber, soprattutto grazie al “riconoscimento facciale” possono riconoscere chi trasporta un pacco o porta il cane ad orinare.
Ma, come tutte le diavolerie umane, hanno aspetti fallaci. Per esempio, meno di tre giorni fa due uomini stranieri brandivano un machete in via Casilina, c’è stata una violenta aggressione per strada all’esterno di un esercizio di kebab: sul caso indaga la polizia del commissariato Prenestino e la Squadra Mobile: gli inquirenti brancolano nel buio, stanno ascoltando testimoni e dubitano che le telecamere possano aver immortalato l’autore, e perché non è un residente della zona. Nello stesso quartiere, telecamere e pattuglie della polizia locale tengono costantemente d’occhio residenti, fornai, ciabattini, falegnami, carrozzieri, meccanici: ogni loro movimento potrebbe essere sanzionato. Il governatore della Regione, come del resto il governo ed il Parlamento, lasciano agire il Comune di Roma, anzi plaudono al suo modello cinese di controllo.  E non dimentichiamo che gran parte delle botteghe artigiane chiuderanno per legge a seguito della cessione della Fascia verde di Roma a Unesco, Fai e altri enti benefici. E’ fuori ombra di dubbio che non solo Roma, ma tutta la politica europea vada nella direzione del controllo continuo del cittadino, e nel nome della “sostenibilità” che si sta rivelando sinonimo di “esclusività”. Infatti ieri il “Club Roma” ed oggi Davos propongono un modello socioeconomico esclusivo, cioè capace di escludere dalla fruizione di beni e servizi una grossa fetta di cittadini, il tutto giustificato come “utile a fermare il cambiamento climatico”.

Immagine: https://it.vecteezy.com/

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