Di Manlio Lo Presti
Leggendo la vasta produzione di notizie sulle tensioni in Ucraina, in Israele e poi in Iran, sussiste una titanica e blindata ritrosia ad affermare che i conflitti sono una potente macchina di saccheggio e di trasferimento illegale e di razzia di ricchezze verso paradisi fiscali vecchi e nuovi.
Si continua a tacere che il conflitto russo-ucraino è soprattutto un canale di riciclaggio di fondi pubblici degli Stati ammessi dalla Anglosfera a partecipare alle forniture militari e con migliaia di soldati negli oltre 50 conflitti locali in corso. Oso pensare che tale autocensura sia fondata sul timore che parlare di guerre come canale di soldi sia una ipotesi riduttiva, inelegante, poco accademica, che preclude patinate conferenze di professoroni pagati 50.000 euro al mese da parte di strutture angloamericane operanti liberamente nel territorio della ex-Italia.
La III° G.M. – che non avrà altro che esiti letali definitivi per la civiltà mondiale – non esploderà perché nessuno, neanche il tiranno più sanguinario ed assassino, uccide la gallina dalle uova d’oro (la guerra). Aggiungo un dato storico elementare e ricorsivo che si continua cinicamente e ipocritamente ad ignorare per alimentare allarmismi e notizie fasulle tipiche della guerra cognitiva: quando vari gruppi di potere o Nazioni si scontrano fra loro e non riescono a sopprimere gli avversari, i sopravvissuti si siedono tutti intorno ad un tavolo (cfr Yalta) e si spartiscono il territorio.
Si tratta di una riflessione inelegante, non accademica, non aulica ed ermeneutica ma veritiera. Mi dispiace per i pacchettini patinati e potabili sfornati ad usum delphini dalle cucine universitarie e dalle trattorie istituzionali angloamericane e alle osterie politiche ad esse collegate.
Adesso tocca ad Israele alla quale gli USA hanno affidato il compito di tenere occupate militarmente le decine di divisioni filo iraniane sulla terraferma, sconfiggere gli Houti di cui si parla solo adesso ma che agiscono da oltre trent’anni sul Mar Rosso e infine demolire Gaza per isolare l’Iran da attaccare alla prima occasione con 300 bombardieri di lungo raggio. Lo scopo? Saccheggiare i 137 miliardi di barili di petrolio.
Altro che l’ossessione green-con-le-treccine, sostenibile, inclusiva, ecc.! Gli affari sono affari!