Di Luciano Lago
Fino ad ora non erano note quelle che sono le reali finalità del conflitto con la Russia ed il piano segreto che le élite di potere USA avevano predisposto in merito. Questo piano occulto esisteva già dall’epoca della disintegrazione dell’URSS, ma non era conosciuto dal grande pubblico.
Ha provveduto a rendere noto tale piano, nel corso della denominata Conferenza di Pace in Svizzera, il premier polacco Andrzej Duda, uno dei più accesi russofobi in Europa, il quale ha usato parole incendiarie nel corso del suo intervento.
Sembrava che questo fosse un piano elaborato da pochi soggetti, autori di teorie cospirazioniste e come tali qualificate dai media mainstream. Sono arrivate soltanto adesso le rivelazioni di Andrzej Duda.
Duda ha accusato la Russia di comportarsi come un “impero coloniale” che ha sottomesso centinaia di etnie nel suo territorio sotto un sistema autoritario e oppressivo. Nel contesto del vertice che ha visto riunite mezzo centinaio di delegazioni provenienti dall’Europa e da altri Paesi, il premier Duda ha affrontato il tema consueto del discorso circa la necessità che l’Ucraina mantenga la sua indipendenza e sovranità al cospetto della malvagia invasione russa.
Tuttavia, nel contesto del suo discorso, Duda ha reso pubblica inaspettatamente una carta che l’occidente aveva occultato al pubblico; considerando che il premier polacco ha parlato della Russia come “prigione dei popoli”, visto che in essa vivono circa 200 etnie diverse, persone quindi che si sono trasformate in cittadini russi con gli stessi metodi usati in Ucraina. Questo discorso, ha di fatto rivelato indirettamente il piano oculto occidentale per frammentare il grande Paese euroasiatico in 200 nuovi stati, un fatto che per molti anni era stato denunciato da diversi analisti politici, ma che sempre erano stati squalificati come autori di teorie della cospirazione.
Ha continuato il premier Duda con un discorso carico di emotività e di vecchi risentimenti storici, così ha affermato che la guerra in Ucraina è di carattere imperiale e coloniale e che la Russia vuole con essa schiavizzare il popolo ucraino e privarlo del proprio diritto a scegliere un suo proprio cammino.
Per questo l’Europa e la Nato devono difendere la sua indipendenza contro l’operazione militare russa, ha detto. Duda ha enfatizzato questi concetti in una conferenza di pace molto particolare, in cui si è potuta ascoltare soltanto una retorica incendiaria contro la Russia, tesa a ravvivare alcune tensioni storiche e geopolitiche tra la Polonia e i suoi vicini orientali.
Tuttavia, quanto rivelato ufficialmente da Duda propone interrogativi su quali siano le reali intenzioni delle potenze occidentali nei confronti della Russia e dei suoi territori; nella misura in cui, con l’avanzamento del vertice, si sono uniti altri esponenti occidentali nel sottolineare l’importanza di frenare la Russia e le sue operazioni militari in Ucraina.
Sono però state le parole di Duda a suscitare allarme a livello internazionale e a chiarire gli oscuri piani dell’occidente.
Analisti esperti hanno segnalato che la Nato e gli USA sono dietro i piani di frammentazione della Russia, in una impostazione dove si prevede in prospettiva un piano di balcanizzazione del Paese e questo propone uno scenario molto lugubre per i rapporti internazionali, visto che che la Russia è una superpotenza nucleare che dispone di un armamento sia convenzionale che nucleare in grado di mettere in scacco la Nato e l’intero blocco occidentale.
Questa prospettiva ha suscitato un intenso dibattito tra esperti e analisti, i quali hanno evidenziato il significato esistenziale del conflitto in corso per la Federazione Russa, che mai accetterà di essere sottomessa dalle potenze occidentali.
Secondo alcuni analisti la Nato avrebbe, come obiettivo ultimo, la distruzione della Russia come entità geopolitica, utilizzando la guerra in Ucraina quale mezzo per scardinare la sua integrità territoriale come Stato.
Tutto questo rende più urgente il chiarimento degli sviluppi futuri di questa crisi, considerando la possente capacità nucleare della Russia e la determinazione della dirigenza russa (non solo di Putin) a rispondere con ogni mezzo alle pretese egemoniche degli anglosassoni ed al loro obiettivo di dominio mondiale.
La psicosi di guerra che circola in Europa e tutte le manovre propagandistiche per alimentare il “pericolo russo” lasciano pensare che il conflitto diretto tra gli Stati Uniti (mediante la Nato) e la Russia sarà lo sbocco inevitabile di questa crisi, a meno che intervengano altri fattori (la Cina ?) a frapporsi ai piani di guerra di Washington e dei suoi vassalli.
Il rapporto Oves-Est si trova in una spirale sempre più discendente. I principali Paesi europei agitano promettendo non solo invio di armi ma anche di truppe. Le armi a lunga gittata, missili e gli F16 saranno utilizzati contro il territorio russo, prevedono. Ogni linea rossa è stata superata.
Si è capito che gli alleati di Washington stanno facendo tutto il possibile per mantenere l’Ucraina in un conflitto impossibile da vincere. Serve agli interessi dell’egemone americano, non certo agli europei trascinati nella guerra americana contro la Russia (che lo vogliano o no).
Dalla parte russa Putin sta facendo le sue mosse e sta realizzando un blocco contrapposto alla Nato che parte dall’Asia (Corea del Nord e Cina) ed arriva al Medio Oriente (Iran, Siria, Libano) passando dal Latino America (Cuba, Venezuela, Nicaragua). La “mossa del cavallo” della Russia sarà quella di fornire armi avanzate russe ai nemici dell’occidente, in particolare all’asse della Resistenza ed allora si prevede che saranno dolori di testa per i paesi occidentali e per Israele