Per un modello comunitarista di sanità
Il paradigma Io-centrico su cui si fonda la società liberal-capitalista esprime pienamente la sua natura anti-comunitaria nell’articolo 32 della costituzione italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.”
Definendo la salute come diritto del singolo cittadino e solamente come interesse della comunità, il legislatore, di fatto, assegna al primo un primato inconciliabile con il pensiero frontista per due motivi fondamentali: il primo è che all’interno di una società di stampo liberale, prona a soddisfare le istanze del capitale, l’unico soggetto di diritto è quello pagante, non di certo il popolo nella sua interezza, anche e soprattutto in campo sanitario, in particolar modo laddove lo Stato non sia in grado di assicurare un servizio qualitativamente superiore o almeno uguale a quello di un privato; per questo gli sforzi della futura classe dirigente dovranno essere rivolti alla creazione di un unico sistema sanitario, pubblico, libero da ingerenze esterne, in quanto forte della ricerca scientifica statale (sia in campo clinico che farmaceutico), ma soprattutto egualitario; il secondo motivo di disaccordo deriva dai numerosi rischi che la collettività deve correre a causa della tutela della libera scelta individuale, soprattutto quando questa riguardi la prevenzione delle malattie infettive (materia che deve essere necessariamente di esclusiva competenza statale), ragion per cui il futuro ministero della Sanità dovrà vigilare sulla corretta attuazione delle politiche finalizzate alla salvaguardia della Salute del cittadino e dei suoi figli, anche attraverso l’istituzione di una vera e propria polizia sanitaria e di una efficace collaborazione fra l’istituzione scolastica e le ASL locali, che preveda, ad esempio, la presenza di un pediatra cui affidare visite mensili e vaccinazioni in ogni scuola.
A tal proposito risulta di importanza strategica la pianificazione delle vaccinazioni obbligatorie dell’infanzia, la cui realizzazione attualmente risulta costantemente minacciata dall’irrazionalità di sedicenti gruppi antivaccinisti che non fanno riferimento ai dati riportati dalla letteratura scientifica, ma a fallaci interpretazioni individuali fondate su ignoranza e paure ingiustificate.