di Adriano Tilgher
Si può uscire dalla crisi in Italia? Come? Con chi?
Sono le prime domande cui dovrebbe dare risposta la Politica se, in Italia, ci fosse .
Intanto bisogna capire in cosa consista la crisi autentica che stiamo vivendo, se è solo una crisi economica o se è, prima di tutto e soprattutto, una crisi di valori, di identità e di cultura. La crisi economica è quella più evidente, la più percepita, la più sofferta che distoglie dalle altre; ma non è sofferta da tutti ed è soprattutto frutto endemico delle altre.
Infatti è la conseguenza pratica della mancanza di riferimenti e di consapevolezze che possano portare ad una visione della vita in cui l’uomo, con tutte le sue caratteristiche materiali e spirituali, torni ad essere il centro di irradiazione e crescita.
Queste crisi sono il frutto di scelte aberranti ed antiumane che hanno posto l’economia ed il denaro al centro della valutazione umana e dei rapporti interpersonali. E’ il risultato di un’ideologia perniciosa che sta travolgendo il Mondo intero e che rappresenta il vero nemico da combattere: il liberismo.
E’ il primo passo da cui partire per dare vita ad un progetto politico di ricostruzione della società; senza questa scelta radicale non è possibile fare proposte credibili. Qualsiasi idea, anche la più intelligente, è destinata ad infrangersi contro l’economicismo liberista che riduce i rapporti umani a pure valutazioni economiche e materiali.
Tutti sappiamo scrivere un libro dei sogni, come di fatto sono i programmi dei vari partiti, ma questo diventa irrealizzabile davanti alla rigida logica delle leggi di mercato divenute l’unico vero “dominus” dei rapporti umani.
Possibile che non si riesca a capire che è il mercato al servizio dell’uomo e non viceversa? Gli uomini non sono tutti mercanti ed i mercanti stessi sono utili ma devono adeguarsi alla logica della convivenza civile e quindi alle regole della società. Le leggi di mercato sono valide nel e per il mercato, ma la società non è un mercato. Anzi le leggi di mercato devono necessariamente piegarsi davanti al bene comune ed alla socialità. Sono concetti banali ma che ormai si sono persi: e noi dobbiamo riportarli in auge.
Solo così possiamo tornare a concretizzare una società a dimensione umana e costruire un rilancio della cultura, che è capacità creativa, dell’etica, che è salvaguardia dei valori intrinseci dell’uomo, della politica, che è tutela del bene comune.
Da questi presupposti nasce un autentico progetto e su queste basi si è realmente alternativi.