Formare i quadri per salvare l’Italia

Formare i quadri per salvare l’Italia

di Adriano Tilghe

Inquadrato il nemico, scelto il percorso, individuato lo spazio politico, determinati gli strumenti che consentono di occuparlo, occorre selezionare un metodo di azione politica, formare i quadri e scegliere i temi.

Il metodo presuppone un numero di persone, anche limitato, consapevole degli obiettivi e che sappia esattamente cosa si vuole conseguire e come lo si vuole raggiungere; in pratica una minoranza che sappia incidere attraverso gli strumenti che si è deciso di usare.

Fondamentali sono nell’azione politica sia l’informazione che la comunicazione. La prima serve ad ottenere gli elementi base per sostenere con ragione di causa tutti i confronti e tutte le polemiche che si volessero impiantare, in modo da non essere spiazzati ed essere sempre pronti a rintuzzare qualsiasi tipo di contrasto. La seconda è necessaria per spiegare e far capire a tutti, con un linguaggio chiaro e alla moda, le ragioni del nostro agire e le informazioni che ci hanno guidato nelle nostre scelte. Un’azione politica senza comunicazione diventa inutile.

E’ quindi essenziale nella prima fase avere quante più notizie è possibile sugli avversari per poterli neutralizzare nel caso di attacchi fatti di menzogne e falsità.

Questo metodo collaudato da anni è insuperabile e può, attraverso la polemica politica, creare, in tempi brevi, un notevole proselitismo, purché si sia effettivamente preparati e si sia chiari e stringati; e, come abbiamo già detto, questo si ottiene con la pratica e con la consapevolezza.

Formare i quadri diventa quindi essenziale per una vera azione politica.

A questo punto abbiamo la conferma che in Italia non esiste la politica ma esistono solo una serie di imbonitori e di improvvisatori che si inventano politici – o sedicenti tali – solo per sbarcare il lunario.

La politica è una cosa seria, come ci hanno insegnato i politici della prima repubblica quando per iniziare la carriera bisognava frequentare la scuola di partito o alle Frattocchie per il PCI o a Don Sturzo per la DC o alle Quattro Fontane per il MSI o ai campi scuola.

Come si possono affrontare i grossi temi in campo oggi senza un minimo di formazione? Come è possibile credere di poter decidere e orientare i destini di interi popoli senza conoscere l’importanza e la responsabilità del proprio ruolo? Solo in Italia un’assistente sociale per di più sindacalista può presiedere alla formazione dei nostri giovani e svolgere il ruolo di ministro della pubblica istruzione.

Ma tutto questo non è casuale, serve per renderci terreno di conquista e noi dobbiamo impedirlo.

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