Il diritto senza verità e la democrazia può aspettare. Ma come è mai possibile? Il diritto, la giustizia senza verità. E’ possibile, è possibile… Ad Avezzano si torna al voto. Embè? E allora vi racconto una cosa stupida, del resto siamo alla vigilia delle elezioni… si può. Nel 1951 si celebrò un certo processo nella sede distaccata e secondaria di Viterbo, rispetto ai fatti. Era il processo sulla strage di Portella della Ginestra, la strage sulla quale si fonda la storia della nostra Repubblica. Gaspare Pisciotta, cugino di Salvatore Giuliano, vuole liberarsi la coscienza e rivela la sua verità:
Giudice: “avete partecipato alla strage di Portella della Ginestra?”
Pisciotta: “Io sono innocente e alla strage di Portella della Ginestra non c’ero e mi dichiaro assolutamente estraneo ai fatti”.
Poi alza la voce: “sono venuto qua per fare i nomi dei mandanti e fare giustizia di una cosa che mi brucia dentro: la verità”.
Vuole fare i nomi dei mandanti e li fa urlando il dramma allo Stato attonito: “il principe, Gianfranco Alliata di Montereale, l’onorevole monarchico Tommaso Leone Marchesano (che faceva da tramite tra la banda di Giuliano e il Governo), l’onorevole regionale Giacomo Cusumano Geloso, il deputato democristiano Bernardo Mattarella e il signor Scelba – infine urla – furono Marchesano, Alliata e Mattarella a ordinare a Giuliano la strage di Portella della Ginestra!”
Silenzio, fate silenzio urlava di più il Presidente, sul vociare chiassoso e inquieto degli avvocati. Ed ecco il guizzo nervoso del pubblico ministero, preoccupato della verità che si sta profilando in aula: “l’Avv. delle vittime chiede che il ministro Scelba, gli onorevoli Mattarella, Cusumano, Marchesano e Alliata venissero citati come teste, perché accusati da Pisciotta di essere i mandanti della strage di Portella della Ginestra, ma la legge lo proibisce perché un accusato non può essere chiamato quale testimone e neppure in correità perché il loro accusatore, Gaspare Pisciotta, non nega di aver partecipato alla strage e si dichiara estraneo ai fatti”.
La Corte, tirò un sospiro di sollievo. L’istanza venne respinta e fu così che l’Italia non processò mai i mandanti della strage accusati da Gaspare Pisciotta.
Se invece Pisciotta, contravvenendo alla verità, si fosse dichiarato colpevole la storia del paese sarebbe stata – forse – diversa. Ecco l’esempio di come il diritto senza verità esiste ed è strumento del potere. La rete internet fa sapere anche di un altro Ministro della Repubblica, Salvatore Aldisio, che non mai varcato la soglia del tribunale e rivela infine la stupida curiosità di cui in premessa: Salvatore Aldisio era il compare di battesimo del figlio di Bernardo Mattarella, l’attuale Presidente Sergio Mattarella… Fuori sta piovendo e fa freddo. Quello che vedete è il manifesto con cui nel 1953 gli italiani venivano invitati alle urne per le elezioni politiche del 1953 con la cosiddetta “legge truffa”… Pensare che ad Avezzano invece si tornerà a votare niente meno che per una… “anatra zoppa”. E va bè… Anche se piove…