PD/Zingaretti killer in ascesa

 

PD/Zingaretti killer in ascesa

Una cosa è certa: Nicola Zingaretti, in vita sua, ha fatto sempre e solo il politico. Iniziò a 17 anni, fondando un’associazione antirazzista, e a vent’anni era già segretario comunale di Roma della Fgci (la Federazione dei giovani comunisti). Da allora, è stata un’escalation, che lo ha portato nel 2000 a vincere la sfida per la segreteria romana dei Ds.

Una battaglia lunga e dura, con Morassut e i dalemiani, che arrivarono a definirlo “killer” politico, per la sua feroce determinazione nell’annientare gli avversari. Zingaretti non si ferma, sostiene la candidatura di Veltroni a sindaco di Roma e nel 2003 porta i Ds a essere primo partito nella Capitale. Nel 2004, con 213mila preferenze, è eletto eurodeputato e nel 2007, alle primarie, viene votato segretario regionale del Lazio dei Ds, mentre nel 2008 i cittadini lo eleggono presidente della Provincia di Roma.

Nel 2013, infine, vince la sfida per la Presidenza della Regione Lazio con Francesco Storace e, pochi giorni fa, ottiene una storica rielezione, la prima per un Governatore del Lazio. Come si capisce, quella di Nicola Zingaretti è una carriera tutta a freccia in su, senza mai una caduta. Forse è per questo che, adesso, il fratello del più noto Luca, l’attore che interpreta il commissario Montalbano, cerca di prendersi tutto il banco e si candida alla segreteria nazionale di un Pd in coma. Una scelta rischiosa, perché il “killer”, in tutti questi anni, non ha guardato in faccia nessuno, all’interno del suo partito, e si è fatto molti, forse troppi nemici. Sì, perché quell’aria apparentemente tranquilla nasconde, in realtà, una sete di potere fortissima, che lo ha portato ad “asfaltare” chiunque, nel partito, gli si parasse davanti. Solo che, per fare il segretario, avrà bisogno di tanti consensi, anche da chi, in un passato più o meno remoto, è stato “killerato”.

Insomma, per il vincente Zingaretti si apre la partita più difficile. E forse la candidatura alla segreteria potrebbe portare alla prima, pesante caduta di questo politico-prodigio, che, nei suoi cinque anni alla Regione, si è distinto per non aver risolto un solo problema: la Sanità va peggio di prima, i trasporti regionali sono un disastro e l’emergenza abitativa è più emergenza che mai. Eppure, Zingaretti – che a parole ha fatto del Lazio una Regione-modello – governerà altri cinque anni. E, nei ritagli di tempo, darà l’assalto al Nazareno.

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