Israele continua a provocare

 

Israele continua a provocare

Israele continua nel suo tentativo di provocare una guerra: la difesa aerea siriana ha intercettato questa notte (16/17 Aprile) missili contro installazioni militari di Homs e Damasco.

Le autorità di Tel Aviv sono insoddisfatte dell’operazione militare effettuata dal trio della NATO costituito da USA, Francia e Gran Bretagna e continuano per proprio contro ad attuare con attacchi aerei e missilistici contro la Siria. Il pricipio a cui si attiene Israele sembra essere quello di “battere il ferro”finchè e caldo e provocare uno stato di caos e guerra permanente in Siria.

In questo senso si deve inquadrare l’ultimo attacco missilistico della notte scorsa che ha visto una serie di missili (sembra 10) sparati dallo spazio aereo libanese contro la base aerea di Shayrat nella provincia di Homs e contro postazioni militari nell’area di Damasco, vicino all’aereoporto di Al Damair.

Una fonte militare siriana ha indicato che tutti i missili sono stati intercettati dalle difese aeree siriane e che questi non hanno provocato nè vittime nè danni.

 

Anche la televisione di stato siriana e l’agenzia di stampa Sana avevano riferito che le forze armate siriane hanno respinto un attacco missilistico contro la base aerea di Shayrat nella provincia di Homs. La Tv ha spiegato che questi missili avevano sorvolato lo spazio aereo del Libano ed erano diretti contro posizioni militari a sud di Damasco.

 

Si presume che, nella base militare presa di mira dai missili israeliani, vi siano presenti soldati delle forze speciali russe. Questo potrebbe determinare una reazione russa ed avere l’effetto di smuovere le autorità di Mosca dalla fase di “pazienza” che fino ad oggi è stata ostentata riguardo ai continui attacchi si Israele in Siria.

 

La pazienza ha ormai un limite ed anche Putin inizia a ricevere forti critiche al suo interno per non aver ancora mai reagito decisamente agli attacchi di Israele, salvo esprimere condanne verbali.

 

Il Pentagono ha dichiarato di non avere niente a che fare con questi attacchi, come confermato anche dal Dipartimento di Difesa USA.

D’altra parte nella giornata di ieri il ministro della Difesa Israeliano Liberman aveva dichiarato che Israele non avrebbe accettato di rispettare i “paletti” imposti da Putin al Governo di Tel Aviv, ovvero di astenersi dall’effettuare altri attacchi. Il ministro ha dichiarato che Israele non terrà in considerazione alcun tipo di limitazione alle sue attività in Siria attinenti alla propria sicurezza in particolare la vigilanza contro la presenza iraniana che Israele non tollera.

Probabile quindi che sarà proprio la presenza iraniana in Siria ad innescare il pretesto di una nuova offensiva in cui Tel Aviv farà di tutto per trascinare l’alleato USA, contando molto sul consigliere personale di Trump, il genero ultrasionista Jared Kushner.

A tutto questo si aggiunge un forte accumulo di altri “ribelli” fra cui i terroristi dell’ISIS riciclati dagli USA presso la base di AL Tanf (si parla di oltre 90.000 elementi), nel sud vicino al confine giordano, e pronti ad attaccare nuovamente le forze siriane.

Tutto fa pensare che i giochi in Siria si riaprano presto e che il Pentagono stia inseguendo l’attuazione del suo “piano B” per la Siria.

 

 

 

 

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