La Santa Alleanza accelera i preparativi per la guerra con l’Iran
Gli ultimi attacchi missilistici in ordine di tempo, effettuati dall’aviazione israeliana contro la Siria, incluso quello della scorsa notte registrato ad Hama sul deposito della 47a brigata dell’esercito siriano (e su obiettivi nei pressi di Aleppo), dimostrano quanto avevamo già da tempo previsto, che Israele continua a provocare per trascinare gli USA in una guerra aperta, il cui obiettivo finale è l’Iran.
Non per caso l’ultimo attacco è avvenuto proprio mentre il segretario di Stato, Mike Pompeo (ex direttore della CIA) si trova in un giro fra le capitali degli stretti alleati degli USA, Arabia Saudita e Israele, per consultazioni che hanno per oggetto la prossima offensiva contro la Siria e l’Iran in programma a brevissima scadenza.
Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita, il trio della nuova “Santa Alleanza” non si sono rassegnati alla sconfitta sul terreno dei gruppi mercenari, addestrati, finanziati ed armati dalla stessa Alleanza, ed hanno provveduto ad elaborare un piano d’azione alternativo, il “piano B” che prevede un intervento diretto delle forze dell’Alleanza, a cui si sono uniti i francesi e probabilmente anche le forze del Regno Unito che stanno inviando propri reparti nel nord della Siria. Una volta bruciate le “loro pedine” sul terreno di guerra (i gruppi jihadisti), annientati dalle forze russe e siriane, a questo punto si muovono i “pezzi grossi” della scacchiera geostrategica, le “torri e gli alfieri”.
In questo caso a muoversi direttamente sono le truppe ed i potenti mezzi della Santa Alleanza, una forza di invasione che, secondo il presidente francese Macron, “dovrà preparare l’assetto della nuova Siria”. Una dichiarazione in linea con il neocolonialismo della élite finanziaria al potere in Francia.
Il presidente Trump avrebbe voluto, sembra, disimpegnarsi consentendo un ritiro delle truppe USA dalla Siria, consapevole dei rischi che si aprono di uno scontro diretto con la Russia e l’Iran. I suoi consiglieri tuttavia glielo hanno impedito. Anche l’ipotesi, accarezzata da Washington, di sostituire le truppe USA con una forza interaraba sunnita e far scontrare arabi, curdi ed iraniani fra di loro, sembra fallita a causa del netto rifiuto del governo egiziano e di quello giordano che hanno già abbastanza grane proprie.
Un fatto è certo: Israele è l’attore che ha maggiore interesse al prolungamento indefinito della guerra in Siria e muove affinché si arrivi ad uno scontro finale con l’Iran da far combattere agli Stati Uniti a loro posto. Gli Stati Uniti a loro volta stanno spingendo a livelli record l’arruolamento di mercenari che affiancano le truppe regolari.
L’obiettivo principale di Israele è quello di creare altre provocazioni, stuzzicare le forze iraniane presenti in Siria con attacchi improvvisi per determinarne la reazione e coinvolgere gli Stati Uniti ad una guerra a tutto campo con l’Iran. L’obiettivo subordinato è anche quello di spingere l’Europa a cambiare posizione sul trattato del nucleare con l’Iran (JPCOA ) e creare il pretesto per l’annullamento del trattato anche da parte dei paesi europei, in questo momento recalcitranti.
La reazione di Teheran non tarderà ad arrivare, visto che ha subito perdite dei suoi consiglieri militari negli ultimi due attacchi missilistici effettuati da Israele e l’ultima dichiarazione in proposito della “guida suprema” dell’Iran, Alí khamenei, è significativa. Khamenei ha detto che “è finito il tempo per Israele di attaccarci e di fuggire. Ai loro attacchi risponderemo con altri attacchi”.
La Russia, presente con le sue forze e con i suoi uomini in Siria, non sembra probabile che possa tollerare altri attacchi senza reagire e lo stesso Putin è oggetto di critiche da vari esponenti dell’ala nazionalista russa che gli rimproverano di essere “troppo morbido” con l’Occidente.
Non si prepara nulla di buono quindi in Siria e incombe un nuovo conflitto dagli esiti imprevedibili.
P.S. Aggiornamento ultim’ora. – Netanyahu ha comunicato solennemente, in conferenza stampa questa sera, che Israele ha finalmente trovato la prova delle “armi di distruzione di massa ” in possesso dell’Iran. Tutto pronto quindi per l’attacco contro Teheran.