Detonatore potente di una micidiale miscela esplosiva è tutto il Medio-oriente con i numerosi problemi insiti in questa definizione. Dal problema palestinese alla sopravvivenza ed alle mire espansioniste di Israele, dalla questione libanese al problema dei territori occupati, dalle rivalità di religione agli intrighi di potere, dallo sfruttamento delle enormi risorse petrolifere al controllo delle vie di comunicazione per le stesse, tutto in questa zona del pianeta è complicato, foriero di gravi implicazioni, capace di scatenare inimmaginabili cataclismi. Le guerre in atto e i luttuosi eventi della cosiddetta primavera araba, costruita dai servizi segreti franco-inglesi, e rivelatasi un boomerang, ne sono una prova tangibile. Tutto si regge su difficili equilibri ancora una volta basati su mere valutazioni economiche.
Emblematica per le sue implicazioni è la questione palestinese, che, come tutti i problemi mediorientali, è complessa e di difficile soluzione. Sia perché è difficile convincere il popolo palestinese di non poter più vivere da padrone a casa sua in quanto la comunità internazionale ha “graziosamente” regalato il suo territorio ad un popolo sparso per il mondo (Israele); sia perché decenni di atroce guerra hanno creato lutti indicibili e con essi odio inestinguibile; sia perché tutte le soluzioni proposte portano alla creazione di uno stato palestinese smembrato in più territori, a sovranità limitata ed ai margini del suo reale territorio. In fondo la questione palestinese rimane tale perché a nessuno importa niente di quel popolo, ma tutti lo utilizzano a propri fini stabilizzanti o destabilizzanti all’interno di quello scacchiere, dove gli interessi sono e restano esclusivamente economici.
Basti pensare alla provocazione statunitense di spostare la propria ambasciata presso la città sacra delle tre religioni monoteiste, Gerusalemme, alla reazione dei popoli di religione islamica e alla pressoché totale indifferenza della comunità internazionale verso l’eccidio indiscriminato di manifestanti inermi effettuato dall’esercito israeliano che ha colpito donne e bambini senza fare distinzione, per capire che proprio in quei territori esistono persone disposte anche all’estremo sacrificio della vita per impedire la vittoria del liberismo e della mercificazione dell’essere umano.
Anche in questa circostanza si è appurata l’assoluta inutilità di organismi internazionali, come l’ONU, che non ha potuto neanche costituire una commissione di inchiesta perché bloccato dal veto della nazione che ha creato la grave situazione, gli USA.
E’ ancora un sintomo interessante per capire quali e quante forze possono scendere in campo per fermare l’arroganza delle grandi centrali finanziarie che non tengono in alcuna considerazione la vita delle persone e la sopravvivenza di interi popoli e che ricorrono spesso e volentieri alla sopraffazione delle armi per acquisire nuovi mercati o per controllare sempre più vaste risorse.