L’importanza di Leonardo-Fincantieri

 

L’importanza di Leonardo-Fincantieri

Uno stato, a livello ideale, se lo si vuole ridurre all’osso, è tre cose: un popolo, un territorio con dei confini ed una legge che ne regola l’ordinamento e ne sancisce l’indipendenza. A livello pratico invece uno stato non può privarsi o appaltare ad un privato cinque cose: fisco, giustizia, sanità, scuola e difesa. Mi vorrei soffermare proprio su quest’ultima relativamente al caso italiano.

Uno dei perni centrali del settore della difesa in Italia è il gruppo Leonardo-Fincantieri, cuore pulsante dell’industria pesante e di tutto ciò che attiene aviazione, satelliti e spazio nel nostro paese. Un avanguardia ed una eccellezza che, nonostante la situazione tragica in cui versa il Bel paese, continua a mietere successi.

Nonostante la lottizzazione e lo spoils system tipicamento italiano (e qui vorrei sottolineare che attualmente la società è guidata da Alessandro Profumo, ex presidente di Monte dei Paschi di Siena) l’azienda ha chiuso il 2017 con utile netto di 274 milioni (-46% rispetto ai 507 di fine 2016).

Vorrei qui ricapitolare solo alcuni degli ultimi successi del gruppo:

  • l’intero rinnovo della flotta militare italiana passerà per i cantieri di Leonardo, solo nel febbraio di quest’anno è stata varata la fregata multiruolo Antonio Marceglia;
  • nel 2018, L-F ha ottenuto l’assegnazione, tramite il progetto OCEAN2020, del primo e più remunerativo appalto indetto dall’Agenzia Europea della Difesa per la costituzione dell’esercito europeo;
  • alla manifestazione Heli-Expo 2018, in corso a Las Vegas dal 27 febbraio al primo marzo, L-F ha firmato ordini di forniture per 17 elicotteri del valore totale di circa 140 milioni di euro da parte di diversi clienti in vari Paesi e per un’ampia gamma di applicazioni civili;
  • ad inizio marzo 2018 attraverso la controllata tedesca Selex ES GmbH, l’azienda ha ottenuto un importante contratto dall’Ufficio Meteo australiano per fornire e installare nel paese radar meteorologici di ultima generazione;
  • L-F ha completato con successo la prima campagna di volo condotta per sperimentare il controllo satellitare di un drone europeo di classe MALE (Medium Altitude Long Endurance), ovvero progettato per missioni di lunga durata a medie altitudini;
  • attraverso il Contratto “SPC Cloud e Sicurezza” Lotto 2, per l’erogazione di servizi di sicurezza informatici per le infrastrutture della pubblica amministrazione italiana (aggiudicato al raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Leonardo, IBM, Sistemi Informativi e Fastweb), Leonardo ha siglato oltre 40 contratti con P.A. Centrali;

 E la lista di servizi e commesse di alta tecnologia per la difesa aggiudicate da Leonardo continuerebbe a lungo.

 Visti questi eccellenti risultati, frutto dell’ottimo lavoro svolto e della professionalità dimostrata dai lavoratori del gruppo, in un altro paese Leonardo-Fincantieri sarebbe tenuta su un piedistallo. Assicurarsene un solido controllo sarebbe in cima alle priorità di qualunque governo. Ora quello che mi domando è: come è possibile che un’azienda tanto vitale appartenga allo stato italiano solo per il 30,2%? Lasciando il 44,1% di questo patrimonio di inestimabile valore geopolitico in mano a “investitori istituzionali” americani, il 13,7% in mani francesi, il 18,3% in mani inglesi e irlandesi.

 Lo stesso discorso lo si potrebbe applicare ad aziende strategiche italiane come ENEL e Telecom che vedono lo stato come azionista con percentuali inferiori al 50%.

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