Frontex: un fallimento della “solidarietà” europea

 

Frontex: un fallimento della “solidarietà” europea

Quando si parla di immigrazione, il rischio è sempre di trovarsi a commentare notizie prevalentemente non supportate dai fatti, pressapochismo ed improvvisazione. Semplici e comodi slogan acchiappa voti la fanno da padrone, senza la necessaria profondità per affrontare il problema.

Oltre al messaggio che i costi dei “richiedenti asilo” (ex profughi), vengono pagati dall’Europa, niente di piu’ sbagliato e falso, anche il toccare il tasto degli accordi internazionali genera sempre levate di scudi, sia dalle fronde pro che anti immigrazione.

Proviamo a riassumere. La missione “Mare Nostrum”, interamente condotta e finanziata dall’Italia, comincia a trasformarsi nell’operazione “Triton”, nell’agosto del 2014. Le ratifiche dei protocolli “Frontex” (Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, responsabile per l’operazione “Triton”), riguardanti i protocolli applicabili per l’operazione Triton, sono dell’Ottobre del 2014. L’operazione Triton, parte ufficialmente dal primo Novembre 2014.

Nello stesso periodo, il governo Renzi era in carica e l’Italia presiedeva la presidenza del Consiglio UE dal 1 luglio al 31 dicembre 2014. Quindi, tutti gli accordi stipulati, lo sono stati quando alle leve di controllo erano presenti nostri rappresentanti, ai livelli apicali. Ma cosa prevedevano gli accordi degli addendum? In poche parole, il protocollo Triton, prevedeva che lo sbarco di tutte le persone raccolte in mare debba essere effettuato esclusivamente in Italia. E’ espressamente vietato sbarcare i “richiedenti asilo” in altri paesi. L’unica eccezione e’ Malta, per motivi eccezionali, legati alla sicurezza dei “naufraghi” e per eventi che possono avvenire in prossimità del paese. Su questi fatti, le posizioni sono diverse.

Alti membri del governo in carica del tempo, dichiararono che l’Italia voleva fortemente ricoprire una posizione centrale nel coordinamento delle operazioni e nella raccolta dei “richiedenti asilo” e sarebbe stata tradita dalle promesse di ridistribuzione in Europa degli stessi. Altre fonti attribuiscono l’ininfluenza italiana al tavolo delle trattative, in cambio di possibilità di spesa in deficit, concessa dall’Europa. Altro punto, non a favore di tesi complottiste sugli “80 Euro”, ma solo un dato di fatto: gli accordi europei sulla ridistribuzione, riguardavano solo i rifugiati, riconosciuti tali ed escludeva i “migranti economici”, come ebbe a ricordarci, in tempi non lontanissimi Macron.

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