La Chicco e il delirio dei progressisti

 

La Chicco e il delirio dei progressisti

Inauguriamo questa nuova rubrica dai toni irriverenti e volutamente provocatori, con una riflessione politica sull’ultima assurdità del progressismo. La notizia è recente, la Chicco, noto marchio di articoli per bambini e neonati, ha avuto la terribile colpa di aver prodotto uno spot pubblicitario dove, con toni assolutamente scanzonati e appunto con volontà soltanto pubblicitarie, incita apertamente gli italiani a fare più figli; << Abbiamo bisogno di bambini! Migliaia, milioni, trilioni di bambini che ci aiuteranno a crescere portando l’Italia dove è giusto che stia. Facciamolo per l’Italia ecc.>>

Si salvi chi può dalle bocche da fuoco del progressismo; sulla pagina facebook dell’azienda si sono moltiplicate in senso esponenziale offese di ogni genere già, perché oggi in questo mondo spurio di qualsiasi legame e propensione verso il futuro, incitare alla procreazione in una dimensione addirittura nazionale, basta per essere tacciati indovinate un po’, di Fascismo!

Perché nella loro mente annebbiata dalla logica dei diritti senza doveri, promuovere una politica demografica significa essere fascisti, fare figli significa essere fascisti, sposarsi (ovviamente con l’altro sesso) significa essere fascisti. Se questa deve essere la logica, allora tutte le madri e i padri d’Italia sono fascisti. La cosa personalmente non mi dispiacerebbe, ma sappiamo benissimo che questa prima di essere un’autentica castroneria (per non dire di peggio), è il risultato di un prodotto ideologico post-moderno.

Il “jolly” del Fascismo descrive perfettamente lo svilimento progressivo di una certa sinistra che vive nella dimensione dell’”anti”, e che passo dopo passo ha abbandonato la comunità per sposare l’individualismo, le tesi totalmente liberali del dirittoumanismo, le necessità consumistiche del capitalismo peggiore e tutti i suoi sottoprodotti. Omosessualismo, femminismo, genderismo e altri assurdi figli di questo mondo occidentale, ormai divenuto la caricatura di sé stesso, hanno prodotto un esercito di imbecilli, pronti ad intervenire e ad urlare allo scandalo laddove si mettano in discussione i (dis)valori occidentali, ovvero la totale indipendenza dell’individuo da qualsiasi presupposto di responsabilità e solidità sociale, l’individuo che in questo contesto diviene appunto assoluto (absolutus), slegato, sconnesso da tutto e da tutti, ancorato soltanto al suo desiderio di piacere fisico/materiale, alla sua carriera, al suo tornaconto.

Mi dispiace per tutte le isteriche femministe, gli omosessualisti ecc., ma purtroppo per voi la struttura di base, su cui poggia l’immenso edificio della civiltà umana, è la famiglia, la quale che vi piaccia o no, è il risultato di una intima unione tra uomo e donna, che condividono una comune missione; la continuità della specie, la trasmissione dell’eredità genetica, spirituale, culturale della propria stirpe e della propria gente, il passaggio del testimone alle generazioni future. I figli sono il destino di ogni uomo e di ogni donna, così funziona la storia dalla notte dei tempi, e così funzionerà, con buona pace delle isterie progressiste.

Un popolo che non fa figli è un popolo che ha scelto di suicidarsi, o di essere sostituito da allogeni (che è poi la stessa cosa), qualsiasi governo che sia lungimirante deve necessariamente promuovere una politica demografica positiva.

Facciamo figli, per la nostra Patria, per la nostra stirpe, per la nostra civiltà.

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