I proiettili che scompaiono e quelli che uccidono

 

I proiettili che scompaiono e quelli che uccidono

C’è una violenza di serie a e una di serie b; entrambe ovviamente manipolate dal surplus di flussi di informazione cui siamo soggetti.

Ci sono zucchine che arrivano alle stelle e fanno impennare il prezzo dei mercati e una benzina con le accise dell’Impero di Etiopia che neanche suscitano oramai più la nostra curiosità: le paghiamo e basta.

Ci piombano in testa gli eventi mentre siamo totalmente presi dalla nostra assenza fatta di attese sulla banchina della metro o su un trespolo della stazione; mettiamo in scena la nostra quotidiana finta presenza di quel treno perso seppur in netto ritardo: non ce ne eravamo accorti.

Non ci accorgiamo della guerra in Siria, reputiamo giusto uccidere dittatori come Saddam Hussein piuttosto che Gheddafi senza preoccuparci minimamente di una legge prima fisica che storica che recita: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria etc etc… “

Diventiamo impavidi davanti a chi vuole a tutti i costi scacciare lo straniero che ci arricchirà permettendoci un domani di essere anche noi pensionati come già lo è Boeri lavorando e ci indigniamo se una ragazzina di 15 anni non si è lasciata liberamente stuprare.

Siamo arrivati al punto per cui il paradosso è divenuta verità e la verità viene supportata dai soliti noti; quelli che quando sparavano lo facevano per la coscienza di classe, che erano tutti e tutto per il popolo e niente al di fuori di esso.

E’ notizia di questi giorni che un leghista abbia tirato fuori una pistola per sparare ad uno straniero nemmeno fosse al Piave; gli emuli imbecilli di cui la mamma è sempre in cinta hanno rivoltato la frittata raccontando la storia della bambina rom colpita a Centocelle probabilmente da uno a cui era stata negata dallo stato parte dell’ adolescenza. Intanto però nessuno ci dice che a Latina una ex moglie viene letteralmente crivellata dai colpi di una 38 da un Rom: è viva per miracolo. Lui qualche giorno in gattabuia poi lo tireranno fuori e ci riproverà.

Intanto imperversa la guerra in Siria e non solo ma gli scafisti – con buona pace per Famiglia Cristiana –  sono alle strette con questo governo e in particolar modo con il Ministro Salvini.

Piccolo intermezzo non troppo fiabesco: treno delle 7.44 direzione Roma Termini, Lunedi 23.07.2018. Ad un ritardo di 20 minuti circa si aggiunge un guasto e tutti i pendolari come il sottoscritto senza accorgersene si ritrovano fuori in una stazione che sembra un racconto di Welles incastonato in un paio di fotogrammi alla Kubrick. Non informazioni non altri mezzi niente rete. Ci stipano su un treno senza sedili, senza aria condizionata. In movimento: arriviamo a Roma malgrado tutto intono alle 10,45: non male per un viaggio che sarebbe dovuto iniziare alle 7,30. Con chi te la vuoi prendere?

Pensavo ancora ai proiettili. Oggi il borgataro di Centocelle è un criminale forse? domani lo stesso non sarà per il povero Rom per il povero Nigeriano uscito dalle patrie galere del suo paese e qui senza diritto di asilo ma con il dovere di scappare dalle “nostre“ guerre; dai nostri giudizi, dalle “nostre scelte” liberatorie.

Ma forse è giusto che sia così perché – come affermato nel titolo di questo im-probabile mio articolo – ci sono proiettili e proiettili, così come c’è storia e storie purchè non intralcino il “comune senso del pudore

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