Scuola di Pensiero Forte [21]: un primo sguardo ai diritti, partendo dall’antichità
Dopo aver trattato dei doveri, diamo un primo sguardo ai diritti.
Tra i primi ad affrontare il tema da un punto di vista speculativo, sono forse i filosofi greci, in particolare Aristotele e gli stoici, che affermano l’esistenza di un diritto naturale, cioè di un insieme di norme di comportamento la cui essenza l’uomo ricava dallo studio delle leggi naturali
Ci viene in aiuto ancora una volta Aristotele, il quale nella Etica Nicomachea scrive “Del giusto civile una parte è di origine naturale, un’altra si fonda sulla legge. Naturale è quel giusto che mantiene ovunque lo stesso effetto e non dipende dal fatto che a uno sembra buono oppure no; fondato sulla legge è quello, invece, di cui non importa nulla se le sue origini sian tali o talaltre, bensì importa com’esso sia, una volta che sia sancito”.
Questa comprensione dell’esistenza dei diritti, immediata dal punto di vista del riconoscimento del proprio essere persona, e mediata a partire dallo studio della natura, riguarda direttamente il contenuto essenziale del bene che l’uomo persegue.
Prima di addentrarci nella analisi dei principali di questi diritti, è legittimo chiedersi se i doveri umani siano qualcosa che precede i correlativi diritti, non temporalmente bensì quanto alla loro fondazione. La risposta è affermativa, ed è questo un punto che ha molta più importanza di quanto possa sembrare a prima vista.
Si potrebbe istintivamente essere tentati di rispondere che la priorità spetti ai diritti umani: “io ho diritto a… e pertanto, tu devi…”, pensando forse che la sola affermazione diretta di tali diritti basti a salvaguardarne il carattere assoluto e universale. Ma in realtà non è così: al contrario, i diritto fondamentali perdono il loro carattere assoluto e universale proprio quando non se ne accetta la derivazione dai correlativi dovere precedenti.
Per essere ancora più precisi, i diritti fondamentali trovano la loro fondazione nella incommensurabile dignità relazionale che ogni uomo possiede e di cui partecipano, in maggiore o minore grado, tutte le dimensioni del suo essere che rendono possibile o integrano il buon esercizio della libertà, quali ad esempio la vita, la salute, l’affettività, e molti altri. Eppure, queste cose ancora non ci permettono di affermare che l’uomo sia soggetto di qualche diritto.
L’esistenza dei diritti umani presuppone l’essere-in-relazione della persona con la libertà delle persone. Per questo, se consideriamo l’uomo in relazione con gli altri esseri non personali, come ad esempio gli animali, non riteniamo che possegga alcun diritto. Di fronte ad essi, la persona conserva la sua dignità ontologica e tutto ciò che ne deriva, ma ciò non conferisce alcun diritto.
Quale è, allora, la realtà che scaturisce da questo essere-in-relazione della persona con altri esseri liberi? I doveri umani.
Ogni uomo, in virtù della sua dignità, si colloca di fronte alla libera attività degli altri uomini come un valore assoluto, come un bene che essi dovranno necessariamente promuovere o, almeno, rispettare per poter raggiungere la felicità.
Dunque, cronologicamente parlando, una volta costituiti i doveri umani, sarà possibile parlare di diritti umani.
Successivamente esploreremo con rapida analisi i principali diritti dell’uomo.