Ferrara com’era, com’è

 

Ferrara com’era, com’è

Mancano un paio di mesi, poi torneranno le classifiche sulla qualità della vita nelle città italiane. Così, vedremo, ad esempio, se Trento sarà ancora ai vertici o se i capoluoghi della Regione Emilia Romagna saranno ancora tutti nelle prime 50 città d’Italia. Molto bello, molto interessante, ma tutto profondamente fuori dalla realtà.

 Sì, perché per capire davvero se in una città si vive bene, se i cittadini sono contenti, c’è un modo infallibile, che non è certo quello basato su freddi parametri: andare in quella città e parlare con la gente, cercando di capire i problemi e di comprendere cosa migliora e cosa peggiora.

 Diciamo questo perché abbiamo sotto gli occhi un esempio chiaro, che abbiamo toccato con mano, quello di Ferrara. Una città a misura d’uomo, come si dice, con un centro storico patrimonio dell’Unesco, un vero e proprio gioiellino. Questo, almeno, è quello che ricordavamo dalla nostra ultima visita, nel 2007. Oggi, undici anni dopo, di quella Ferrara è rimasto solo il meraviglioso centro storico: per il resto, una distesa infinita di extracomunitari, molti dei quali probabilmente residenti da anni a Ferrara, che sono diventati i padroni incontrastati di tutta la zona che circonda il centro storico, dalla stazione allo stadio di calcio.

 Così, siamo andati a leggere l’ultimo rapporto sulla qualità della vita nelle città italiane e abbiamo letto che Ferrara nel 2017 ha fatto un balzo in avanti di 13 posti, pur restando l’ultima delle province romagnole, ed è entrata nelle prime 50 città italiane (45° posto). Possibile? Eppure, rispetto a undici anni fa, la città ci sembra peggiorata tantissimo, nel centro ci sono decine di negozi chiusi e abbandonati. E allora abbiamo chiesto a qualche ferrarese, che purtroppo ha confermato la nostra impressione: “Altro che migliorata, qui la situazione è drammatica: siamo ostaggi della mafia nigeriana, che dirige lo spaccio di droga”. Ancora: “Vede quei ragazzi in bicicletta? Se vuole comprare droga, basta fissarli, loro arrivano con le dosi pronte”.

 Leggendo, poi, i quotidiani online estensi, c’è la triste conferma: i nigeriani la fanno da padroni, i cittadini sono esasperati e alle prossime elezioni comunali (previste nel 2019) si annuncia una nuova disfatta per il Pd, che attualmente guida la città, a capo di una giunta di centrosinistra, mentre la Lega di Salvini vola nei sondaggi.

 Viene, perciò, da chiedersi: possibile che ci siano amministratori tanto miopi da non capire che, con questo immobilismo, fanno non solo il male della città, ma anche il loro? Possibile che pensino – come la Raggi a Roma – che basti davvero scalare qualche posizione in una classifica virtuale, per far credere alla gente che si viva meglio rispetto all’anno prima? Capiscono, questi signori, che la gente non vive su Marte, ma a pochi chilometri dai loro sontuosi uffici?

 Evidentemente no, non capiscono. Non capiscono che è un delitto aver abbandonato le nostre città al loro destino, Ferrara come Roma, come cento altre belle città della nostra stupenda Italia. Che oggi, però, a causa di politiche nazionali scellerate e alla complicità, volontaria o involontaria, di questi amministratori cialtroni e incapaci, sembra sempre più una succursale di una capitale africana, nella quale gli italiani appaiono ospiti sgraditi.

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