Schizzi di viaggio: tempi duri per i Cesari

 

Schizzi di viaggio: tempi duri per i Cesari

Nella pausa estiva, immerso nella splendida Val di Non del Trentino, mi sono trovato a fare visita al Castello del Buonconsiglio dove il patriota socialista Cesare Battisti “si è fatto martirizzare”.

La memoria ha giocato su di me un davvero brutto tiro nel rivedere la cella dove ha trascorso i suoi ultimi giorni senza un conforto, le catene che hanno legato il suo corpo ma non i suoi ideali e tutto quell’ apparato che lo ha reso martire ed eroe.

Nei voli pindarici di una triste fantasia estiva, mi è sovvenuto di comparare la figura del Battisti a quella di Caio Giulio Cesare che, mentre preparava la guerra contro i Parti, si ritrovò stramazzato a terra grazie alle 23 coltellate dei congiurati i quali – per sorte medesima – goderono, chi più chi meno ,della stessa terribile.

Fatti secondari a chi pensa oggi che la mescolanza accettata di razze e tribù sia la consuetudine del XXI secolo e sul tavolo della non troppo santa inquisizione si sia pronti a dare del medioevale a chi non “gode “ di queste visioni.

Ma torniamo un passo indietro al nostro; mentre ero lì tra lo stato di contemplazione e quello di trance in quella cella oggi adibita a mostra per le generazioni “future” ( mi sto ancora chiedendo quali ? ) mi è sovvenuto un quomodo che ha richiamato i motivi economici di quell’evento paragonandoli con fare tipicamente logico a quelli contemporanei.

E cioè a distanza di 150 anni quale senso ha la tragica fine dell’ Onorevole e Alpino Cesare

Battisti ?  Un uomo morto non solo un volta ma tutte quelle volte che gli stessi suoi conterranei gli sputano in testa uno perché ha rinnegato l’Austria, due perché è stato apostrofato dai padri del politically correct un superficiale geografo e tre perché fascista prima dei fascisti.

Comprendo che oggi a distanza di 150 anni la cosa non è facile soprattutto con la questione in fieri della Diciotti e del ponte di Genova che non sono poi così distanti, però andarsi ad accanire con Battisti prima e con gli alpini poi, rei di aver fomentato in Trento durante il loro 91° raduno la cultura dell’ odio e del razzismo mi sembra che oltre ad uscire dai gangheri storici si sia perso il senso del limite, non trovate ?

La guerra sicuramente non è la migliore cosa edificante che l’Uomo possa e sappia fare ma ancor meno non è forse l’accettare senza conoscere ?

Battisti forse non rispecchiava nemmeno allora da parte di tutti l’eroe inconfessabile che un certo tipo di retorica ha dipinto ma il suo Ideale ha trasceso tutto consegnandolo a noi  come eroe e in questo modo dovremmo preservarlo.

E invece no. Perché è facile oggi dimenticare piuttosto che ricordare o meglio cancellare come un certo tipo di pensiero ci ha abituati nella storia a fare.

Il resto è paccottiglia.

Ridestandoci dal sogno di mezza estate ci alziamo e non fantastichiamo più su quanto i pannelli presenti nelle sale ai martiri tridentini dedicate ci dicano.

E pazienza se oggi le celle dove hanno consumato l’ultima mollica di pane raffermo siano piene di scritte che inneggiano all’ amore di Giorgia e Luca o che vi siano sul muro ricordi di scolaresche, e non solo, passate; ognuno di noi ha ciò che si merita e forse il merito tanto Battisti quanto Filzi e Damiano Chiesa o Nazario Sauro se lo sono trovato: loro nell’ Eterna luce noi ahimè nelle tenebre che abbiamo la presunzione di percepire  come somma Luce.

Torna in alto